Riministoria© Antonio Montanari
Storia de "Il Ponte" 1987-1996 di Antonio Montanari
All'indice della Storia de "Il Ponte" 1987-1996
1996.2.Società
Rimini, specchio deformato
Qual è limmagine che appare di Rimini? Giorgio Tonelli lo spiega in una "Copertina" che ben può chiudere il racconto di questi dieci anni di vita della nostra città e del nostro giornale: "Limmagine di una città non deve esserne lo specchio, deve però esprimerne almeno la tipicità, loriginalità. Invece oggi non cè rapporto fra ciò che la città pensa e si sente di essere e ciò che esprime. [ ] Il turismo sembra essere diventato sinonimo di Finzione, di rapporti fra le persone, servizi, giochi, tutti improntati alla Falsità".
Rimini deve scegliere "se vuole diventare una città plastificata (grande scenario per i giochi televisivi) o fatta di cose concrete, senza per questo rinnegare la propria vocazione turistica". [1]
La Rai, in un servizio del Giornale radio della prima rete, racconta che a Rimini "vi sono zone considerate ufficiosamente a rischio, dopo un certo orario", per una "microcriminalità fastidiosa che sta provocando un lento, ma costante, mutamento del tessuto sociale" della nostra città. Il sindaco Chicchi prende carta e penna e scrive al direttore del GR1: "perché si attacca ancora Rimini e perché proprio ora?". [2]
La pubblicità turistica ufficiale definisce Rimini con "undici parole al sole": "Mitica. Vicina. Solare. Complice. Soave. Dinamica. Notturna. Aperta. Nobile. Intelligente. Instancabile". [3]
Bilanci e prospettive. Mentre la Val Marecchia si rivela "terra di Miss" che vincono i concorsi ma non perdono la testa, come osserva Guiducci, da Riccione Nives Concolino [4] fa il consuntivo di un 1995 "vissuto pericolosamente": sapranno i nostri eroi fare meglio per il futuro?
Dalle urne lUlivo
Il 21 aprile, chiamata alle urne per le politiche. La provincia di Rimini ottiene quattro rappresentanti in parlamento, due senatori e due deputati: sono Giuseppe Basini del Polo (Alleanza nazionale) e Sergio Gambini dellUlivo al senato; e Gianni Mattioli e Beniamino Andreatta (futuro ministro della Difesa), a Montecitorio anchessi per lUlivo. Unico riminese doc è Gambini. [5] Bossi lancia una nuova parola dordine: secessione, mentre Prodi va al governo come presidente del Consiglio. La vera risposta al capo della Lega Nord, scrive il direttore Tonelli, "dovrà giungere da un altro padano, quella faccia da mortadella nella quale sono riposte le speranze dellItalia (almeno per i prossimi cinque anni)". [6]
Di politica si occupa anche il primo numero del rinnovato Ponte-giovani, che per non apparire vecchio come la testata che lo ospita, si rinnova con la grafica ed il titolo, abbreviato in un telegrafico Giò (che alcuni intendono anche come "Giovanni", cioè il direttore Tonelli ). La responsabilità di questo inserto è affidata a Barbara Bastianelli, "[graziosa] mano di ferro in guanto di velluto" e gentile voce di Radio Icaro News. Dunque, come vedono i "giovani" la politica del momento? Risponde Roberto Bonfantini: "con un taglio" a tutto il vecchio sistema del partiti, mentre lomino della vignetta di Della Bartola sussurra: "Il Garofano, lEdera, la Rosa, la Quercia, e adesso anche lUlivo al posto del parlamento ci ritroveremo in un vivaio. [7]
Problemi per tutti
Extracomunitari: la loro presenza nel Riminese è al di sotto della media nazionale. Lo rivela uno studio di Primo Silvestri pubblicato su Rimini 1995, edizioni di Solidarietà. Roncofreddo accoglie numerose famiglie di extracomunitari, dimostrando che lintegrazione è possibile. [8] Labusivismo che li coinvolge, non sottosta al racket. Una ricerca della Regione stabilisce che anche per loro "vigono le regole del mercato". [9]
Uno dei temi più ricorrenti nelle pagine locali è quello della sicurezza delle strade. Ad esso dedica la sua attenzione il nostro giornale anche sotto il profilo etico, con il "decalogo dellautomobilista "morale"". [10]
Borghi, Roncofreddo, Savignano e Sogliano sinterrogano sulla "Città del Rubicone". Il Ponte ascolta i pareri di loro sindaci. [11]
Ad ottobre, il diluvio. In tutta la provincia di Rimini viene dichiarato lo stato di calamità in seguito alle inondazioni del 7 ottobre provocate dalle continue e forti piogge. Miliardi di danni alle abitazioni e allagricoltura. Molte zone periferiche, come si legge in una cronaca da Riccione, diventano lagune. Finisce sottacqua anche la protezione civile riminese, 140 volontari ed un camion vecchio. [12]
Giudiziaria
Attenzione puntata ancora sul processo ai fratelli Savi. Fabio accusa la ex amante, Eva Mikula: ha fatto la nostra cassiera, dice, ci ha accompagnato nei sopralluoghi e ha guidato le auto nelle fughe. La Mikula viene quindi accusata di alcune rapine. Ma se la caverà, come succede anche a Pesaro dove limputazione riguarda il concorso in omicidio. Unica condanna, quella del tribunale bolognese dei minorenni: un anno e due mesi per aver fatto da interprete tra i Savi ed un trafficante ungherese darmi.
Un testimone, ex ispettore di Polizia, rivela di aver saputo da Alberto Savi che dietro la loro banda cerano i servizi segreti. Lyubisa "Manolo" Urbanovic , del quale ci siamo occupati nelle cronache del 1990, sostiene di esser stato liberato dal carcere di Rimini in quellanno, grazie allaiuto dei poliziotti della "Uno bianca".
Il processo riminese alla banda dei Savi si conclude con la condanna allergastolo per tutti i tre fratelli, e tredici anni per Pietro Gugliotta.
Indro Montanelli per aver scritto sul suo Giornale nel 1984 un articolo a proposito del processo "delle catene" contro San Patrignano ("La Giustizia nel pantano") contro giudici e magistrati di Rimini, viene condannato a 230 milioni di multa. Lattacco ai giudici riminesi continua anche con il nuovo direttore Feltri: l8 giugno esce un articolo che li mette sotto accusa con vecchie notizie ricicliate. Feltri sarà accusato di diffamazione.
Il giudice Andreucci riceve una censura per lintervista concessa sul processo Maranzano al Ponte. Assolto Sergio Gambini per la vicenda del 93: laccusa era di truffa allAmministrazione comunale e allInps. Confermata a Bologna la condanna di Fraternali. [13]
A marzo vengono depositate in tribunale settecento pagine di intercettazioni telefoniche sulla vita pubblica e privata di Carlo Barbera, ex comandante dei Vigili Urbani di Rimini, che si difende: "È tutta una vendetta della magistratura riminese. Sono solo chiacchiere tra amici". Nonostante il vincolo della riservatezza sui documenti, qualcuno "li ha divulgati con una faciloneria che appare al limite della legalità". Tutti ne parlano, tranne il principale quotidiano locale, preso a discutere su di "un altro dilemma angosciante: la statua di Giulio Cesare è di destra o di sinistra?". Forcellini si chiede: "Barbera era il vero "burattinaio", o cè qualcun altro rimasto nellombra?". [14]
A Forcellini risponde il sindaco Chicchi: provo "un sentimento di umiliazione che si mescola ad una sensazione di leggerezza perché sento che la città di Rimini e le forze sane che la spingono sono molto lontane e molto più sane di come venivano viste allinterno del teatrino che qualcuno aveva costituito". [15]
DallAlbania con omicidio. La criminalità slava alza la testa ed uccide un giovane protettore di 25 anni, a Viserbella. Lepisodio rivela una lotta feroce fra clan rivali per il controllo della prostituzione in Riviera. Ma in ballo cè forse anche il mercato della droga. [16] Torre Pedrera si sente la "nuova frontiera": rabbia e paura, per furti e rapine che sono aumentati negli ultimi tempi. La colpa è degli immigrati, dice la gente. Come si scrive in una pagina speciale a cura di Gloria Paci, cè chi ne approfitta per fare soldi, speculando sugli affitti. Non solo Torre Pedrera, ma tutte le frazioni a Nord di Rimini si sentono abbandonate. Viserba punta sempre più alla secessione da Rimini. [17]
"Rimini si scopre insicura", osserva Forcellini che riepiloga i numerosi episodi accaduti ed analizza i risultati di uno studio che rivela: il 12% dei riminesi è vittima di reati. Mille persone prendono parte ad una manifestazione al parco Cervi, dove una giovane era stata aggredita ed ustionata da acido lanciatole da uno sconosciuto. [18]
Lusura è un altro "cappio sulla Riviera". La Guardia di Finanza di Forlì denuncia 24 persone per questo reato e, di queste 16 anche per associazione a delinquere. Sulle cinque finanziarie coinvolte, due sono di Rimini, due di Cesena e laltra di Forlì. [19]
Prostituzione di colore. A Rimini si svolge un processo che riconosce lo stato di riduzione in condizione analoga alla schiavitù per le nigeriane importate in Italia. Sulla stessa linea si svolgono altre indagini giudiziarie in diverse altre città. Don Benzi lancia liniziativa "Adottate una lucciola". [20]
Per la Murri, la situazione è ancora ferma. "Provette doro". Dopo alcune archiviazioni nel 93, ci sono tre patteggiamenti ed una condanna, per una parte dellinchiesta. [21] Lanno si schiude con "Bellariopoli": ne è protagonista Arnaldo Molara, dirigente del settore pianificazione economico-territoriale di quel Comune. [22]
[1] Cfr. Giorgio Tonelli, Dal Borgo al Bronx. Rimini e lo specchio deformato, n. 1, 7/1/96.
[2] Cfr. La Settimana, n. 3, 21/1/96.
[3] Cfr. in "Pagina Aperta" (n. 27, 21/7/96), la lettera "alla Città" Dietro i lustrini del gran circo, che intendeva aprire un dibattito. Nessuno riprese il discorso sulle colonne del Ponte, in compenso lidea fu realizzata dal Carlino riminese.
[4] P. Guiducci, In questa Valle di Miss, n. 4, 28/1/96; N. Concolino, Un anno vissuto pericolosamente, n. 1, 7/1.
[5] Cfr. La Settimana, n. 16, 28/4/96.
[6] Cfr. Lultimo dei Padani, n. 18, 12/5/96. Cfr. altri servizi sul dopo elezioni nel n. 19, 19/5, intitolato Cattolici e politica. Sullo stesso tema, vedi anche il fondo del n. 25, 30/6; un intervento di A. Pasquini, Cattolici senza politica?, n. 27, 21/7.
[7] Cfr. nel n. 24, 23/6/96.
[8] Cfr. M. Forcellini, Immigrati allo specchio; e S. Neri e S. Mongiusti, Lintegrazione possibile, n. 2, 14/1/96. Si veda anche R. Gradara, Si fa presto a dire straniero, n. 42, 24/11.
[9] Cfr. la pagina speciale della Settimana, n. 26, 21/7/96; B. Bastianelli, E il vuccumprà scatenò la guerra, n. 22, 28/7; M. Forcellini, Quelle molotov di carta, n. 31, 1/10; e la pagina di "Dibattiti", Di che colore è la pelle di Dio, con interventi di L. Ricci, P. Silvestri, A. Montanari. Vedi anche la polemica sui "farmaci gratis" nel n. 33, 22/9, con la pagina di Giov. Tonelli, Buccia di banana in farmacia.
[10] Cfr. Porgi la precedenza, e R. Beretta, Quante svolte, figliolo?, n. 9/3/96. Si veda anche La triste corsa verso la morte, n. 21, 2/6/96.
[11] Cfr. la "Copertina" nel n. 9, 3/3/96.
[12] Cfr. Nubifragio sulla Riviera, n. 36, 13/10/96;Via Venezia a Riccione come in laguna, n. 37, 20/10; La Settimana, n. 38, 27/10; B. Bastianelli, Protezione civile sottacqua, n. 39, 3/11; P. Guiducci, Con lacqua al comò, ib.
[13] Cfr. La Settimana, nn. 5, 4/2/96; 6, 11/2; 7, 18/2; 8, 25/2; 11, 17/3, 30, 25/8. Sui giudici riminesi, cfr. G. Tonelli Lassedio di forte Rosaspina, n. 23, 16/6; e La Settimana, n. 26, 7/7; n. 36, 13/10; n. 46, 22/12.
[14] Cfr. La Settimana, e M. Forcellini, Il silenzio della città, n. 12, 24/3/96. Circa la vicenda della statua di Giulio Cesare, la città partecipa stancamente al dibattito che vede coinvolti gruppi nostalgici delle grandezze imperiali della romanità, così bene interpretate dalla statua donata da Mussolini a Rimini. La statua alla fine ritorna (sotto forma di copia) in piazza Tre Martiri, non dove era (lì ora cè una lapide che ricorda i caduti della seconda guerra mondiale), ma in un angolo. Su Barbera, cfr. pure La Settimana, n. 14, 7/4: "Coinvolti dei magistrati".
[15] Cfr. G. Chicchi, Lumiliazione della città, n. 14, 7/4/96.
[16] Cfr. La Settimana, n. 10, 10/3/96; e S. Mercadante, La guerra degli albanesi, n. 11, 17/3.
[17] Cfr. Torre Pedrera, nuova frontiera, n. 13, 31/3/96; e Il Vigile si è fermato a Viserbella, n. 29, 4/8. Su Viserbella, cfr. pure la pagina speciale di G. Pari, n. 35, 6/10.
[18] Cfr. La Settimana, n. 42, 24/11/96; M. Forcellini, Una luce oltre il parco, n. 43, 1/12, e Giov. Tonelli, A piedi nudi nella città, ib.
[19] Cfr. La Settimana, nn. 15, 21/4/96, e 25, 30/6.
[20] Cfr. M. Tassinari, Le schiave del Duemila, n. 32, 8/9/96; La Settimana, n. 41, 17/11; "Fermiamo la tratta delle schiave", n. 45, 15/12.
[21] Cfr. Cfr. La Settimana, n. 18, 12/5/96.
[22] Cfr. i servizi di M. L. Domeniconi, n. 45, 15/12/96.
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