Riministoria© Antonio Montanari

Storia de "Il Ponte" 1987-1996 di Antonio Montanari

All'indice della Storia de "Il Ponte" 1987-1996

1994.2.Società

 

Il "piano" dei desideri

"1994: come ti vorrei" s’intitola una pagina speciale di inizio d’anno su "speranze, auspici e desideri" dei riminesi per il nuovo anno. "Ad aprire le danze" delle interviste è Giuseppe Chicchi, sindaco della città: "In cima alle mie aspettative c’è l’adozione da marzo del nuovo Piano regolatore generale". Chi per un verso, chi per un altro, è un desiderio comune a tante persone. La settimana successiva Il Ponte illustra in esclusiva la "prima parte" del Piano, concernente il centro storico (restauro delle mura, riappertura del fossato del Castello, demolizione del mercato coperto e dei palazzi antistanti all’Arco d’Augusto), e Marina (lungomare rialzato con parcheggio sotterraneo). Ne è autore l’architetto Leonardo Benevolo, coadiuvato dal collega Stefano Piccioli.

La presentazione ufficiale alla città del Piano avviene in marzo. Significativo il titolo dell’ampio servizio apparso sul nostro giornale: "Prg, un sogno nel cassetto?". A luglio inizia la discussione in Consiglio comunale (è "la settimana della verità"), con l’annuncio della sua approvazione entro ferragosto. Ma il voto slitta poi a settembre: "Le ferie ed il caldo hanno avuto il sopravvento", anche per colpa o per merito (secondo i punti di vista) delle opposizioni che "non avevano nessuna intenzione di facilitare l’opera della maggioranza", come scrive Forcellini in un altro ‘paginone’. [1]

Caso Murri: il Tar affida ad un perito il compito di stabilire se la concessione del 1991 era una variante essenziale o no, rispetto al progetto approvato in Consiglio Comunale nel 1989. Se sarà giudicata essenziale, la vicenda dovrebbe sbloccarsi. [2]

 

 

Urne & urne

"Si chiude la prima Repubblica, ma ancora non si vede la seconda". Con questo occhiello si anticipa nella domenica elettorale (27 marzo) il corso degli eventi che si susseguiranno nella storia politica più recente. [3] Se a livello nazionale "vola e vince la destra di Berlusconi ‘il gatto’, affiancata dalla ‘volpe’ Fini e seguita dal Bossi", a Rimini "la situazione si rovescia e passano tutti i tre i candidati dei Progressisti, Gianfranco Pasquino al Senato, Gianni Mattioli ed Ennio Grassi alla Camera". Il Pds conquista il 32,67% delle preferenze contro il 30,4 delle consultazioni politiche del ’92. [4]

Poi tocca al voto europeo: Forza Italia avanza dal 18,41% del 27 marzo al 27,01. Dunque "anche a Rimini soffia il vento del Biscione. Un vento tanto forte che arriva a scompigliare le alte frasche della Quercia": il Pds scende al 31,35 rispetto al 32,67 ‘politico’. [5]

"Alcuni lettori, sacerdoti e laici, ci hanno chiesto", scrive Il Ponte, "di pubblicare un importante intervento di don Giuseppe Dossetti sull’attuale situazione politica italiana, tenuto a Milano commemorando Giuseppe Lazzati". La prima puntata s’intitola "La notte della politica, la signoria di Berlusconi". [6]

 

 

Riccione, Masini bis

Già dalla fine del 1993, "su Riccione soffiano venti di rinnovamento": la Giunta vuole ‘rimpastarsi’ con nuovi partiti e nuovi volti. Dai microfoni di Radio Icaro il segretario del Pds cittadino, Riziero Santi, ha invitato i Verdi a "non stare più alla finestra". Il sindaco Masini si dimette per arrivare al suo governo bis con una Giunta "più ampia ed aperta", come annuncia alla stampa a gennaio.

La "nuova squadra" è pronta a fine febbraio: su otto componenti, tre sono ‘esterni’: il dottor Antonio Manzo, Ilia Bordoni e Lanfranco Morri. [7]

 

 

Muccioli

"Nella giornata in cui fa clamore il gesto della sorella di Roberto Maranzano, che davanti alle telecamere strappa l’assegno di 50 milioni versato da San Patrignano a titolo di risarcimento per conto degli imputati del delitto, Vincenzo Muccioli esce dalla procura con una nuova, pesante accusa", omicidio colposo.

Il giudice Vincenzo Andreucci "per la terza volta da quando è a Rimini, ha rinviato a giudizio il fondatore della Comunità di San Patrignano. Dapprima fu per una storia di cambiali, quando ancora Muccioli era solo un ‘santone’ a capo di un cenacolo di parapsicologi, poi nel 1984 venne il famoso processo della catene, la terza oggi". Al nostro direttore, Andreucci dichiara: "La Comunità di Muccioli deve diventare una casa di vetro".

In esclusiva Il Ponte pubblica il 17 aprile la sentenza di rinvio a giudizio di Vincenzo Muccioli, con il titolo virgolettato "Qui la violenza non è errore, ma scelta". Il processo, fissato in un primo tempo per il 16 maggio viene spostato dal presidente del Tribunale, Giovanni Russomandi, ad ottobre. [8]

Nel frattempo, la Corte d’Appello di Bologna rinvia Muccioli a giudizio anche (ed in alternativa all’omicidio colposo) per favoreggiamento personale. Il 19 e 20 ottobre Muccioli arriva in aula. Il sommario di un servizio del Ponte riassume con efficacia l’andamento delle udienze: "Il processo delle amnesie. "Non so, non ricordo, può darsi, ero in stato confusionale". Le smentite fioccano come neve. Poi l’arresto in aula di un teste dell’accusa e, quindi, la sua scarcerazione dopo aver ritrattato le smentite. Due giorni zeppi di colpi di scena e capovolgimenti di fronte".

Poi verrà l’udienza del 2 novembre, con l’audizione della cassetta registrata dal suo ex autista all’insaputa di Muccioli, con frasi come: "Bisognerebbe fargli un’overdose", "Bisognerebbe iniettargli della stricnina", e così via. In aula Muccioli di discolpa: era una provocazione al mio autista. Il quale in Commissariato parla di finanziamenti occulti al Psi da parte di San Patrignano. C’è anche chi (Franz Vismara, ex Lotta Continua) sostiene che tutta la vicenda è una macchinazione politica del Pds per screditare l’immagine di Muccioli.

La sentenza del 20 novembre infligge otto mesi (pena sospesa) a Muccioli per favoreggiamento personale. Il Ponte ospita un parere pro del musicologo Red Ronnie: "Per Vincenzo solo vendette"; ed uno contro del giornalista Claudio Sabelli Fioretti: "La violenza non è una terapia". [9]

 

 

La "Uno bianca"

Un’altra pagina di cronaca giudiziaria riminese finisce sulle prime pagine dei giornali nazionali. È la storia della banda della "Uno bianca". "Ha 40 anni e dal 1976 lavora alla Centrale operativa della Questura di Bologna: Roberto Savi, verucchiese" è uno dei presunti killer della banda che per quattro anni ha seminato morte e terrore in Emilia-Romagna e Marche, 105 delitti, 17 morti e 10 feriti fra il 1987 ed il 1994.

Lo arrestano lunedì 21 novembre notte. Poi finiscono in manette altri quattro agenti della Polizia, e i due fratelli di Roberto Savi, Fabio ed Alberto (ex poliziotto). Coinvolta (marginalmente) anche la compagna rumena di Fabio, Eva Mikula, un personaggio rimasto misterioso sino alla fine delle indagini: sapeva, e perché non ha parlato? Lei si difende dicendo di aver temuto di essere uccisa. [10]

Nel 1997 la vicenda della banda approda, a Bologna, a tre ergastoli per Fabio e Roberto Savi, e due per Alberto. Stessa sentenza per l’agente Marino Occhipinti, e diciotto anni ad un altro poliziotto, Pietro Gugliotta. Il ministero dell’Interno, ritenuto "responsabile civile", dovrà risarcire i parenti delle vittime. Chi c’era dietro la banda? La magistratura bolognese esclude che i Savi avessero coperture o protezioni "in alto". Resta però il dubbio sul perché di una così ripetuta e gratuita ferocia.

 

 

Ombre sulla città

Tre articoli, apparsi tutti nel n. 4 del 23 gennaio, hanno come denominatore comune l’esame del lato oscuro della vita cittadina. Quali ombre lunghe si proiettano su Rimini? Giancarlo Ferrucini, occupandosi del "balletto dei fallimenti", ipotizza che vi sia interessata anche la mafia, con infiltrazioni (già denunciate dall’apposita Commissione parlamentare antimafia) che "potrebbero attecchire più facilmente nei settori dell’abbigliamento e della ristorazione, dove fra l’altro si verificano frequenti turn over nella titolarità delle aziende". [11]

Matteo Tassinari intervista il senatore Carlo Smuraglia, estensore per la Commissione antimafia del dossier sugli insediamenti mafiosi in ‘aree non tradizionali’. Secondo il sen. Smuraglia, "in Romagna è ben presente la mafia che lavora in camicia e cravatta, quella che è più difficile" da combattere rispetto a quella che spara e prepara stragi.

Altre "infiltrazioni pericolose" sono quelle della Massoneria. La Rete di Rimini in occasione dell’assemblea nazionale tenutasi a Riccione ha diffuso l’elenco di una cinquantina di persone iscritte a qualche Loggia locale. Inoltre, scrive Marco Forcellini, vengono lanciate "pesanti accuse" alle Giunte di sinistra" che avrebbero sottovalutato il fenomeno mafioso in Romagna.

 

 

Economia

Aumentano le denunce di irregolarità accertate nella nostra provincia dall’Ispettorato del lavoro: riguardano pensionati, minori, pseudoartigiani, doppio lavoro, ma soprattutto stranieri. I sindacati confederali sollecitano un maggior raccordo e coordinamento fra tutti gli istituti di vigilanza, attivando un sistema di informazione permanente per una efficace azione di contrasto del lavoro ‘nero’. I sindacati inoltre, consapevoli di un "pericolo razzismo" per gli immigrati, chiedono di regolarizzare gli abusivi. [12]

Immigrazione. Primo Silvestri sottolinea la memoria corta degli italiani in fatti di flussi migratori, e spiega che il problema va inteso in termini complessi, non badando solo ai costi ma anche alle opportunità economiche che esso offre. [13]

Turismo. Quali sono i "fattori si scelta delle vacanze degli italiani"? Una ricerca commissionata dal Circondario sentenzia che Rimini è come la Coca-Cola, cioè un bene di largo consumo di cui il 55% dei connazionali ha conoscenza diretta, mentre "tutti" ne hanno sentito parlare. Il Censis invece esamina i comportamenti dei turisti: si privilegia la possibilità di cambiare programma e di avere prezzi trasparenti. [14]

Luciano Sedioli lascia la direzione di promozione alberghiera, e ritorna nella natìa Forlì. A Forcellini confida la sua opinione su Rimini: "Vi regnano sempre le stesse persone, le stesse questioni, gli stessi metodi. Appena uno si alza, lo impallinano". [15]

 

[1] Cfr. i servizi apparsi nei nn. 1, 2/1/94; 2, 9/2; 12, 20/3; 29, 31/7; 31, 28/8. Si veda anche P. Silvestri, Alla ricerca della qualità perduta, n. 29, 31/7/94 (su mobilità e verde pubblico); M. Forcellini, Il futuro sulla città, n. 31, 28/8. Altri servizi nei nn. 38, 23/10/94; 46, 18/12.

[2] Cfr. La Settimana, n. 33, 11/9. Il consueto riepilogo dei fatti dell’anno, è nella Settimna del 1994, compilata da M. Forcellini, n. 1, 8/1/95.

[3] Il titolo della nota in prima pagina è Elezioni: i dolori del parto, n. 13, 27/3/94.

[4] Cfr. il n. 14, Pasqua 1994

[5] Cfr. Nel segno del Biscione, n. 24, 19/6/94.

[6] Cfr. nel n. 25, 26/6/94; le altre puntate sono nei nn. 26, 3/7; 27, 10/7. Di don Dossetti cfr. pure nel n. 16, 24/4/94 una lettera intitolata Giù le mani dalla Costituzione.

[7] Cfr. N. Concolino, Verso il governo del sindaco, n. 1, 2/1/94; Masini il traghettatore, n. 6, 6/2; L. Zoffoli, Una nuova squadra in città, n. 8, 20/2/94; N. Concolino, La squadra del Masini 2, n. 9, 27/2.

[8] Cfr. M. Forcellini, Sanpa: metodo sotto accusa, n. 5, 30/1/94; G. Tonelli, Il ‘teorema’ Muccioli, n. 11, 13/3, ove è anche la pagina speciale Muccioli: la storia continua a cura di M. Tassinari; la sentenza è nel n. 15, 17/4; Giov. Tonelli, Muccioli 2: il rinvio, n. 18, 8/5.

[9] Cfr. La Settimana dei nn. 32, 4/9/92; e 38, 23/10; M. Tassinari, Il processo delle amnesie, n. 39, 30/10; Id., "La cassetta" dell’accusa, n. 40, 6/11; Si veda pure G. Anzani, Un metodo e i suoi perché, n. 41, 13/11/94; nello stesso n. 41, appare anche l’intervista a Roberto Sapio, "Qualcosa sta cambiando", a cura di M. Tassinari, assieme alla cronologia del processo. Cfr. Muccioli: nuove accuse, n. 42, 20/11/94. I pareri di Red Ronnie e di C. Sabelli Fioretti sono nello stesso n. 42. Seguono altri articoli: G. Tonelli, Il Ponte la Chiesa e Muccioli, n. 43, 27/11/94, dove c’è uno speciale con due servizi: Altre nubi su San Patrignano, e Le ‘catene’ hanno ucciso Maranzano, intervista al giudice Andreucci. Nel n. 44, 4/12/94, intervista a don Oreste Benzi, "Una comunità, non un mito". Nella Settimana del successivo n. 45, 11/12, cfr. "Fondi neri" a Sanpa?. Cfr. infine "Società" 1995.

[10] Cfr. i servizi nei nn. 43, 27/11/94; 44, 4/12; 46, 18/12. Gli sviluppi sono in "Società" 1995.

[11] Sui problemi della mafia a livello nazionale, cfr. l’intervista ad Antonino Caponnetto, capo del Pool siciliano, a cura di M. Tassinari, nel n. 22, 5/6/94.

[12] Cfr. M. Forcellini, Più controlli sul lavoro nero, n.12, 20/3/94; Id., La Settimana, n. 26, 3/7.

[13] Cfr. la nota Immigrati: costo o risorsa?, n. 26, 3/7/94.

[14] Cfr. M. Forcellini, La Settimana, n. 24, 19/6/94; e n. 29, 31/7.

[15] Cfr. M. Forcellini, "Ciao mare!…", n. 28, 24/7/94.

 

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