Riministoria© Antonio Montanari

Storia de "Il Ponte" 1987-1996 di Antonio Montanari

All'indice della Storia de "Il Ponte" 1987-1996

1991.2.Societa’

 

 

Malavita ed "Uno bianca"

È l’intera regione a vivere l’emergenza per l’ordine pubblico. A Bologna, dopo l’uccisione di due zingari il 23 dicembre ’90, al quartiere Pilastro il 4 gennaio ’91 vengono assassinati tre giovani carabinieri. A Torre Pedrera in aprile, una bomba molotov è lanciata contro un campo nomadi. A Rivazzurra tre carabinieri sono feriti durante un agguato che poteva provocare una nuova strage: i pallettoni usati provengono da un’armeria di Bologna, nella quale la proprietaria (Licia Ansaloni) ed il commesso (Pietro Capolungo, ex carabiniere), sono stati uccisi tempo prima. Due sparatorie avvengono a Rimini e a Cattolica, contro altrettanti cittadini campani.

A Riccione, il 6 luglio una rapina (fallita) all’ufficio postale di San Lorenzino ha il preludio nel lancio di una bomba, ed il seguito in un attentato a sette giorni di distanza, con il ferimento del direttore di quell’ufficio, Aniello Di Martino, e di suo figlio. Sempre a Riccione, vanno a fuoco misteriosamente quattro ville.

Dopo che a Cesena il 19 giugno è stato ucciso il benzinaio Graziano Mirri di 55 anni (gli assassini viaggiavano su di una vettura Uno bianca rubata a Rimini), il sen. Libero Gualtieri, presidente della Commissione parlamentare stragi, ipotizza un’azione di destabilizzazione politica operata da "schegge impazzite di apparati statali". Anche i banditi che uccidono due senegalesi a San Mauro, la notte di domenica 18 agosto, sono a bordo di un’auto Uno bianca. Le vittime hanno 27 e 29 anni. Un altro loro connazionale, di 26 anni, resta ferito gravemente, ma si salverà. Subito dopo questo episodio, gli stessi assassini si accaniscono contro la vettura di tre ragazzi che stavano rientrando a casa a San Vito: soltanto uno di loro resta ferito.

Le forze dell’ordine arrestano alcune persone di Cervia e Forlì, ritenedole coinvolte nella banda dell’"Uno bianca". Ma è un buco nell’acqua. Intanto al magistrato riminese Roberto Sapio viene rivolto, tramite l’agenzia giornalistica Ansa di Firenze, "un messaggio fra il beffeggiante e l’ironico", con il quale lo si invita "a leggersi un racconto di Edgar Allan Poe nel quale, oltre ad essere descritto un fallimento della magistratura, si ricorda che spesso la soluzione è più vicina di quanto si pensi. Insomma, i malviventi sarebbero ancora liberi e così tranquilli da permettersi il lusso di rischiare". Sapio, per avere lumi, si rivolge ad un semiologo. La telefonata all’Ansa presenta dei particolari che, letti a distanza di anni, si rivelano rispondenti alla realtà: la banda aveva la sua base a Rimini.

Nel ’90 Rimini ha registrato un primato in Romagna per le rapine, una ogni quattro giorni. La città fa (ed ha) paura: di riminesi "in guerra, da soli, contro il crimine", parla l’avv. Stefano Cavallari. Secondo l’on. Franco Piro, presidente della Commissione Finanze alla Camera, Rimini è una "città piuttosto appetibile per gli interessi mafiosi". E fa alcuni nomi di ‘catanesi’ che, per ottenere la residenza, avrebbero ricattato la Giunta riminese, la quale respinge le "illazioni" del deputato socialista. Piro prima riceve alcune querele, poi subisce nell’abitazione riminese un furto di documenti ed infine si dimette dall’incarico parlamentare, per motivi psico-fisici.

Il procuratore capo Franco Battaglino illustra la situazione della Giustizia riminese: quella civile "è ormai morta, quella penale moribonda". Fra procura e tribunale, mancano quattro magistrati. In maggio arriva Daniele Paci, 32 anni, come uno dei vice di Battaglino: legherà il suo nome alle indagini sulla banda dell'"Uno bianca". I processi sono in continuo aumento, come i reati: i più frequenti sono quelli finanziari, i furti (2.500 nel ’90) e quelli legati alla droga. Sempre più spesso risultano coinvolti i giovani di età inferiore ai 25 anni.

Rimini ha anche un triste primato, legato alla situazione turistica, per i morti da overdose. La statistica del ’91 rileva diciassette decessi, due in meno dell’anno precedente. [1]

 

 

A ritmo di coca

La droga si diffonde pure in periferia, come raccontano Manuela Raganini dalla Valmarecchia e Maurizio Casadei dalla Valconca. Il mercato della cocaina è all’assalto di Rimini: lo sostiene il sostituto procuratore Roberto Sapio, intervistato da Matteo Tassinari. Il dottor Massimo Ferrari del Centro tutela salute tossicodipendenti, spiega che anche la cocaina uccide al pari dell’eroina. [2]

In ottobre fanno clamore i trentasette arresti a Riccione di spacciatori di coca, appartenenti alla cosiddetta società bene, oltre a casalinghe, commesse, bagnini ed anche camorristi. Commenta il direttore del Ponte: "Una logica perversa rode dall’interno, come un verme, la consistenza morale e sociale del nostro territorio. La ricerca del guadagno sul divertimento (industria delle vacanze) si trasforma nella logica del guadagno per il divertimento".

L’editoriale di Terenzi, anticipando i temi di ‘mani pulite’, allarga il discorso alla crisi della nostra società, nel ricordare vari fenomeni: i giornali che convolano "tranquillamente a nozze con la bugia", "ciò che ti è dovuto per legge" viene invece concesso "come un ‘piacere’ personale (che richiede gratitudine)", il denaro pubblico "saccheggiato per interessi privati (nella divisione degli incarichi fra i partiti della coalizione gli assessorati vengono valutati in base a "quanto rendono")", i debiti dello Stato che "si trasformano sempre più in una voragine". Ciò che preoccupa è il futuro, scrive Terenzi che cita le parole del Vescovo secondo cui ogni scelta economico-politica è anche una scelta culturale: "Sino ad ora, puntando sul patrimonio morale ricevuto in eredità e radicato nella gente, abbiamo potuto reggere. Ma quanta riserva abbiamo ancora in deposito? Con che logica crescono i nostri ragazzi?".

Matteo Tassinari parte dagli arresti di Riccione per indagare su "droga, giovani e discoteche": se il presidente nazionale del Sindacato gestori locali da ballo, Bruno Cristofori, ‘tira fuori’ la sua categoria ("La droga non entra nelle discoteche"), altri accusano senza giri di parole. Il sostituto procuratore Paolo Gengarelli che ha condotto le indagini conclusesi con i trentasette mandati di cattura, sostiene: "Ormai si è sfatata quella concezione secondo la quale nelle discoteche non circolino sostanze stupefacenti". Pier Pierucci, gestore del Rockhudson condivide: quelli che negano che "nei loro locali circoli la droga, si devono vergognare perché dicono delle menzogne". [3] Al mondo della droga pare legarsi l’assassinio di Fabrizio Franciosi, 27 anni, sammarinese, trovato morto dentro la sua auto nel parcheggio del grattacielo di Rimini il 22 novembre. È la settima vittima, registrata in cinque delitti commessi nel giro di pochi mesi.

L’8 agosto una lite sul calcio in discoteca a Rimini fra ragazzi lombardi e napoletani, è sfociata nell’uccisione di Luca Scio, sedici anni, figlio di immigrati meridionali a Milano. (L’episodio ha risonanza nazionale. Sulla Stampa Mario Deaglio scrive che "gli italiani del "modello Rimini" stanno scivolando lungo una cupa china di violenza".) Poi ci sono i due senegalesi giustiziati dalla banda della "Uno Bianca" il 18 agosto; l’omicidio a martellate di Egisto Donati, un agricoltore di 61 anni di Mulazzano; e altri due assassinati sull’A14: un barese ed un siciliano, entrambi di 36 anni, residenti a Rimini.

La mafia arriva in Romagna anche lontano dalla costa: a Forlimpopoli un calabrese che gestiva un bar in via Saffi, è colpito da quattro proiettili alla testa, sembra per un regolamento di conti. Il procuratore Battaglino sulla Gazzetta racconta, dopo aver ribadito che Rimini non è Palermo: "I mafiosi non vanno certo nel Sahara, dove si muore di fame e di sete. Il fenomeno è forse aumentato rispetto ad alcuni anni fa". [4]

Alcuni arresti nel Riminese sono legati al riciclaggio del denaro sporco proveniente da estorsioni, traffico di droga e sequestri di persona. L’inchiesta ha coinvolto nove regioni. [5]

Il questore di Forlì vuole fare un censimento di tutti i siciliani residenti in Riviera. Ma la sua circolare è revocata dal ministero degli Interni, e lo stesso questore viene trasferito in Toscana. A Rimini giunge un nuovo dirigente del Commissariato, Gennaro Arena. [6]

Don Oreste Benzi è minacciato per la sua azione a favore dei nomadi. Dopo che una nigeriana è stata ferita gravemente al volto da un connazionale, forse perché voleva uscire dal giro della prostituzione, Il Ponte pubblica un rapporto del gruppo Abele, intitolandolo "Da Lagos a Rimini per un marciapiede". È un tema che la grande stampa nazionale scoprirà con molto ritardo. [7]

Per dimostrare che queste cronache raccontano soltanto uno degli aspetti del nostro vivere, Matteo Tassinari inaugura sul Ponte una rubrica intitolata "Non Solo Nera". [7] E noi ricordiamo la splendida iniziativa di "Riminicuore", che addestra 700 persone su come salvare una vita in tre minuti. [9]

 

 

La telenovela Murri

Il 26 aprile il sindaco firma la convenzione tra Comune e la società Rimini & Rimini per ristrutturare la ex colonia marina Augusto Murri. Se ne è discusso il giorno 23 in Consiglio comunale senza però alcuna votazione formale, mentre è in corso un’indagine della magistratura, e pendono ricorsi al Tribunale amministrativo regionale. Le opposizioni ovviamente s’oppongono, ma anche la maggioranza ha qualche contrario, come i socialisti Ciuffolini e Cappellini che però non vogliono far cadere la Giunta. Il Pds Cagnoni nell’occasione chiede "una coalizione a larghissima per governare Rimini".

Proprio a Rimini, dal 31 gennaio al 3 febbraio, con l’ultimo congresso del Pci è nato il Partito democratico della sinistra. Il nuovo partito di Occhetto vuol tornare al governo della città. [10]

 

 

I poveri al Pio Manzù’

La XVII edizione delle Giornate del Pio Manzù (dove Andreotti e Piro lasciano le loro cariche di presidente e vicepresidente), è dedicata alla "sindrome del vantaggio" degli Stati industrializzati nei confronti di quelli del Terzo Mondo.

I lavoro sono aperti dall’on. Gianni De Michelis: "Se i Paesi poveri fallissero nella ricerca dello sviluppo economico, questo sarebbe anche il nostro fallimento". Edward Luttwak, "uno dei pensatori più originali del panorama politico internazionale" secondo un titolo del Ponte, ammonisce: "I carri armati non diventano padelle". Alla cerimonia inaugurale, l’ambasciatore iraniano in Italia, Mamid Apoutalebi, mentre sta per ricevere un riconoscimento del Pio Manzù destinato al suo ministro degli Esteri, è colpito da uova piene d’inchiostro rosso, lanciate da tre giovani connazionali, studenti a Perugia, al grido di "Assassino, assassino, tu hai ucciso mio padre!". [11]

La cronaca spicciola è fatta anche di notizie meno drammatiche. Riccione: Martina Colombari, 16 anni, appena eletta Miss Italia, diventa il "ministro degli Esteri" della Perla Verde; a novembre arriva il nuovo sindaco, Massimo Masini.  Cattolica: il primo cittadino Gianfranco Micucci propone case chiue ed un ufficio del "non far nulla". [12]

[1] Cfr. Giorgio Tonelli, Cosa sta succendo a Bologna, n. 2, 13/1/91; Non è solo microcriminalità, n. 17, 5/5/91; La Settimana, n. 3, 20/1/91 e n. 27, 21/7; Tama, "Italia modello Rimini", n. 30, 25/8/91; M. Forcellini, Quella ‘falange’ romagnola, n. 25, 30/6/91; Id., Un’auto di terrore, n. 26, 7/7/91; Una base terroristica in Romagna, n. 30, 25/8/91; M. Forcellini, Dov’è la ‘falange’ armata?, n. 33, 22/9/91; M. Tassinari, Il degrado è sempre più evidente, n. 11, 17/3/91; Una molotov sociale, L’ombra del razzismo sulla Riviera, e M. Tassinari, Malviventi più giovani… e depenalizzati, n. 15, 21/4/91 (sui reati finanziari, vedi Id., Malavita in colletto bianco, n. 28, 28/7/91); Id., Ai limiti della vivibilità, n. 27, 21/7/91; M. Forcellini, Rimini alla malavita, n. 30, 25/8/91; La Settimana, n. 31, 1/9/91 e n. 32, 8/9; M. Forcellini, Quando il benessere fa paura, e F. Semprini, Ordine pubblico: un problema preso sottogamba, n. 18, 12/5/91; La Settimana, n. 20, 26/5/91; N. Concolino, Tante piste di fuoco, n. 23, 16/6. Sul racket, vedi Tama, Scuole di pensiero, n. 33, 22/9/91. Per l’AIDS, si registrano questi dati: 76 decessi dal 1986, 2.500 sieropositivi e 125 casi conclamati: cfr. La Settimana, n. 44, 8/12/91. Vedi pure AIDS, la risposta di San Patrignano, n. 30, 25/8/91.

[2] Cfr. M. Raganini, Sulle strade, per prevenire, n. 19, 19/5/91; M. Casadei, Spaccio e morte in Valconca, n. 43, 1/12/91; M. Tassinari, Il mercato della cocaina, n. 20, 26/5/91; I. Strocchi, "Anche la cocaina uccide", e M. Tassinari, Cocaina status symbol?, n. 24, 23/6/91.

[3] Cfr. M. Tassinari, Cocaina: spacciatori "eccellenti", P. Terenzi, Punto, a capo; M. Tassinari, A ritmo di coca, n. 37, 20/10/91. Il discorso del Vescovo a cui si accenna, è quello rivolto alle autorità per San Gaudenzio: cfr. in "Vita della Chiesa" 1991. Vedi anche M. Tassinari-M. Forcellini, Il ‘mostro’ in prima pagina, n. 23, 16/6/91. Circa l’orario di apertura delle discoteche, cfr. M. Forcellini, Quella notte ‘piccolina’, e G. F. Dasi, Stato bacchettone o vuoto ideale?, n. 23, 16/6/91. Vedi pure mons. E. Tonini, Quelle notti consegnate ai giovani, n. 18, 15/5/91. Per la situazione economica del Riminese, cfr. M. Forcellini, Cresce il fatturato, ma calano gli utili, n. 12, 24/3/91. Sul problema del lavoro nero, che coinvolge un terzo degli stagionali del nostro circondario, cfr. M. Forcellini, Le stagioni del ‘nero’, n. 9, 3/3/91; e F. Sancisi, Giovani, diplomate …e in nero, n. 21, 2/6/91. Cfr infine A. Canini, Tangenti: una nuova tassa?, nella "Pagina aperta" del n. 38, 27/10/91.

[4] Cfr. M. Tassinari, Sette omicidi insoluti in quattro mesi, n. 43, 1/12/91; La Settimana, n. 39, 3/11/91; Tama, Sahara Museum, n. 42, 24/11/91.

[5] Cfr. La Settimana, n. 43, 1/12/91. Cfr. pure M. Tassinari, Malavita in colletto bianco, n. 28, 28/7/91.

[6] Cfr. La Settimana, n. 42, 24/11/91; e n. 43, 1/12; M. Tassinari, Arena, nuovo vicequestore, n. 36, 13/10/91.

[7] Cfr. nel n. 41, 17/11/91. Si veda pure È finita la tratta delle nigeriane?, n. 5, 2/2/92.

[8] Cfr. Buone notizie alla ribalta, n. 24, 23/6/91. Tassinari indaga poi sul dramma sociale della prostituzione di colore, mentre Luciana Ricci esamina i rischi sanitari dell’immigrazione. cfr. M. Tassinari, Il treno dello smarrimento, n. 14, 14/4/91; L. Ricci, Clandestini, senza patria e senza medico, n. 19, 19/5/91. Cfr. anche M. Tassinari, Un colpo al cuore del racket austriaco, n. 45, 15/12/91 sulla banda di Jovan Gabrowski che controllava un giro di 20 miliardi all’anno. Tassinari è poi autore di un’inchiesta sulla Massoneria a Rimini: cfr. nei nn. 5, 27/1/91, e 6, 10/2 (con intervista ad Adolfo Morganti), dove si parla delle cinque "logge" presenti in città. Vedi pure in "Pagina aperta", n. 22, 9/6/91, l’intervento di don Filippo Di Grazia, Diavolo e massoneria dietro le sette pericolose.

[9] Cfr. la pagina speciale curata da S. Masini nel n. 15, 21/4/91.

[10] La storia della Murri è infinita come quella di una telenovela. Sul Ponte F. Semprini ne dà attenti ed appassionati resoconti, sui quali per motivi di spazio non ci è possibile soffermarci. Vedi ad esempio il suo pezzo intitolato Gioco duro sulla Murri, n. 9, 3/3/91. (Ricodiamo anche l’apertura di un’inchiesta sulla convenzione, da parte della locale Procura della Repubblica.) Per il ‘battestimo’ del Pds, cfr. P. Terenzi, La "cosa" al dunque, n. 6, 10/2/91; e le pagine speciali dello stesso n. 6 e del n. 5, 3/2, con servizi di M. Forcellini, F. Succi e M. Tassinari. Un precedente storico (la svolta anarchica della conferenza italiana dell’Internazionale socialista tenutasi a Rimini nel 1872), viene rievocato in A. Montanari, L’"Orologio guasto" di Carlo Marx, n. 4, 27/1/91.

[11] Cfr. i servizi speciali di E. Gorini e E. Rotelli nel n. 37, 20/10/91. Cfr. pure l’intervista a G. F. Dasi di M. Forcellini, "Un grande successo, Rimini a parte", n. 38, 27/10/91.

[12] Cfr. nelle pagine locali del n. 33, 22/9/91; del n. 41, 17/11 e del n. 28, 28/7. Su Pierani, vedi anche Un Terzo a metà, la fronda della Quercia, n. 10, 10/3/91. Il riassunto dei fatti del 1991 è sulla pagina speciale della Settimana apparsa nel n. 1, 5/1/92.

 

 

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