Riministoria© Antonio Montanari

Storia de "Il Ponte" 1987-1996 di Antonio Montanari

All'indice della Storia de "Il Ponte" 1987-1996

1990.2.Societa’

 

 

I problemi dei giovani

"Esiste un’infezione spirituale che contamina la vita di tanti giovani", e che si rivela nel fenomeno delle discoteche, dietro il quale "c’è una concezione di una libertà senza misure che diventa suicidio". Mons. De Nicolò sul Messaggero riprende il grido d’allarme di mons. Tonini, secondo cui "bisogna dire che l’iniquità, peggio, che il cinismo regna onorato tra noi". [1]

La cronaca nazionale aveva registrato, alcuni giorni prima, nella notte tra sabato 24 e domenica 25 marzo, diciassette vittime della strada: "La nostra società, in questi anni", aveva scritto Il Ponte, "sta legalizzando delle forme di suicidio collettivo che si consumano in un gioco di scaricabarile", tra le varie forze economiche, politiche e sociali in campo. Il Consiglio Regionale approva una legge, proposta dall’assessore Chicchi, che proibisce in Emilia Romagna la vendita di alcol dopo le due di notte, se entro tre mesi il Governo nazionale non attuerà i controlli promessi sulle strade. [2]

Il sindaco di Riccione si esprime contro ogni limite d’orario nell’apertura delle discoteche. "Il ‘tirar a far tardi’ è un grande affare economico", scrive Giovanni Tonelli. "Per venti denari giocano con la vita dei giovani", sostiene mons. Tonini. Il sindaco di Bellaria, su Panorama, si schiera con Pierani: la Riviera non deve rinunciare al suo volto "di costa libertaria, aperta, non ottusa, non repressiva". [3]

L’alcolismo giovanile sta diventando "una bomba silenziosa", su cui a Riccione il circolo Acli "Don Giovanni Montali" organizza un convegno, al quale partecipa anche l’assessore Chicchi: "È impossibile avviare una lotta politica contro l’alcolismo, quando in Italia si spendono 400 miliardi per la diffusione pubblicitaria di bevande alcoliche". [4] Sempre a Riccione, una marcia silenziosa dei ragazzi del Bios-Club ricorda le vittime della droga, che finora nel Riminese sono state cinquantuno, partendo dal 1979. Saranno diciannove quelle del solo 1990. [5]

 

 

L’emigrazione

"Lavoro agli italiani, botte agli africani", "A morte i negri". Sono scritte apparse sui muri di Rimini. Qualcuno risponde: "L’idiota mascherato, a morte i razzisti". [6] Qualche altro, esegue. L’anno si chiude con la sparatoria al Blue Line, un bar di Marina Centro, dove muore un tunisino, e con la pesante aggressione ad un altro africano a San Giuliano Mare. Sono i primi episodi di una lunga serie di violenze. [7]

La Chiesa riminese s’impegna sempre più per una "cultura della solidarietà e della condivisione", come testimonia il messaggio del Vescovo "sul problema dei lavoratori immmigrati", pubblicato nel Ponte in occasione della festa del Primo maggio. [8]

L’immigrazione in Riviera viene esaminata in due inchieste dell’Istituto di Ricerce Sociali, che analizzano anche l’atteggiamento della stampa locale, la quale tratta l’argomento soprattutto con le notizie di cronaca ‘nera’. Dei circa mille extracomunitari presenti, provenienti da 48 nazioni, la metà è in cerca di lavoro. Sono soprattutto uomini (oltre il 93%). La classe d’età più folta è quella che va dai 25 ai 29 anni (rappresenta il 32%), seguita da quella che oscilla tra 30 e 34 anni (27%). Delle 860 richieste di regolarizzazione, 542 sono già state concesse al 16 marzo. [9]

 

 

L’ombra della mafia

"La droga che arriva in Riviera è collegata alla camorra di Napoli e Milano". Lo rivelano le operazioni di alcune Questure e un’inchiesta palermitana di Giovanni Falcone che fa arrestare a Rimini un esponente di spicco della "piovra" siciliana. La Polizia di Bologna (che cattura due fratelli catanesi, ritenuti presunti capi della "banda delle Coop"), non ha dubbi: "Sulla Riviera romagnola sono sempre più numerosi i tentacoli delle organizzazioni criminali siciliane. La mafia investe sulla costa. E Rimini era diventata base per il riciclaggio di denaro "sporco", e nascondiglio per latitanti e banditi accusati di feroci rapine".

Già prima di questi episodi, il magistrato riminese Roberto Sapio ha detto che la nostra città aveva avuto un passato "di smistamento della droga e di possibile riciclaggio del cosiddetto denaro sporco". Il Questore di Forlì non è d’accordo: "La presenza di qualche latitante oppure di banditi siciliani non significa che la mafia sia radicata in Riviera".

Due giovani siciliani sono arrestati a Misano con armi ‘clandestine’. A Miramare due napoletani (di 30 e 14 anni), vengono bloccati mentre stanno per compiere un attentato in un palazzo di quattro piani.

A Rimini è legata indirettamente anche la storia di Lyubisa "Manolo" Urbanovic (28 anni). Arrestato a Riccione per un furto d’auto, fornì false generalità e non fu riconosciuto, mentre era ricercato per rapine, stupri, omicidi. Venne rimesso in libertà. E in grado di uccidere ancora: a suo carico la Giustizia pone otto morti. Così, "il ‘grande’ delinquente (che uccide lontano dalla Riviera), finisce nelle statistiche della nostra ‘piccola’ criminalità, a causa di un furto d’auto". [10]

Tra malavita e "facili consumi", Rimini s’interroga sulla propria immagine. È peggio della fama di cui gode, sentenzia l’immancabile Sergio Zavoli. Guardandosi allo specchio, Rimini scopre di non avere un’identità, aggiunge Cinzia Fiori sul Corriere della Sera, definendola città a due facce, l’antico borgo e la marina tutta cemento selvaggio che fa venire la nostalgia del passato: "Siamo all’amarcord di Amarcord". Fellini, sempre Fellini. Il quale definisce Rimini una "bellissima donna ferita al volto" dalle alghe. Per una lettrice dell’Espresso, siamo invece la "patria della piada e dei cassoni".

Rimini si rivela capitale non solo del turismo europeo, ma anche di numerose attività illecite che mettono in movimento capitali non indifferenti. Dopo il centro storico e la zona balneare, c’è una "terza città", quella della malavita, in cui si esercita la prostituzione, si smercia la droga, si compiono reati di vario tipo, dallo scippo ai furti. "È qualcosa di ‘trasversale’ che coinvolge un po’ tutte le zone". [11]

Nel campo della prostituzione, emerge un fenomeno nuovo: l’importazione di ragazze africane, "sfruttate e disperate", come rivela un’inchiesta del Ponte. [12]

 

 

Progetto "Nuova Città"

Il 7 giugno il Senato approva definitivamente la riforma delle autonomie locali. Anche Rimini potrà diventare provincia. Il sogno nel cassetto si avvera. Intanto, dalle elezioni amministrative del 6 maggio, che confermano il pentapartito a Palazzo Garampi, è nato il nuovo Consiglio Comunale. Il Centro-sinistra ha 26 seggi su 50: Dc, 15; Psi, 7; Pri 2, Psdi e Pli 1 ciascuno. Il Pci è a quota 19, perdendone 3 rispetto alla passata legislatura. Gli altri seggi sono toccati a Msi (due), Verdi del sole che ride, Lista Verde per l’Adriatico e Pro Rimini, uno per ciascuna lista. [13]

Il futuro sindaco Marco Moretti (Psi) non ama il termine "pentapartito", ma parla di un "bicolore fra laici e Dc". La nuova Giunta (eletta il 28 giugno), si presenta con un documento programmatico che s’intitola "Nuova città". Il Ponte intervista la mamma di Moretti, Lucia Bezzi, che confida: "Non vorrei che la politica lo rovinasse". [14] Per chiudere il capitolo elettorale di Rimini, ci sono volute quasi tre settimane in più del previsto. Per colpa dei risultati regionali (con la caduta del monocolore Pci), "il tavolo delle trattative" non era soltanto in città, ma anche a Bologna, secondo la filosofia dello stesso Pci cittadino che considerava di dover risolvere i problemi locali "su scala sovracomunale". [15]

La tornata elettorale di maggio, a livello nazionale, fa registrare due fenomeni spiegabili come "voto di punizione": la Lega Lombarda ottiene nella regione in cui è nata una "prepotente affermazione", il 20% dei suffragi. C’è poi un "alto numero di astenuti, schede bianche o nulle". A novembre, la Lega Lombarda sbarca a Rimini. [16] Ennio Grassi subentra alla Camera alla dimissionaria Giovanna Filippini che ha scelto la carica di Consigliere regionale. [17]

Mentre si continua a sognare la metropolitana costiera, si discute su dove situare la nuova fiera: suscitano polemiche le ipotesi che circolano in Municipio, di collocarla a Rimini Nord verso il casello autostradale. [18] La novità dell’anno, in campo turistico, è "l’armata rossa delle vacanze" proveniente dai Paesi dell’Est europeo. [19]

 

 

Gardini e Cardellini

Per volontà del ravennate Raul Gardini, marito di Idina Ferruzzi, arriva da Roma il Messaggero riminese, con una redazione quasi tutta ex Carlino, capitanata da Andrea Basagni e dalla "sua ombra, il fido Silvano Cardellini, corsivista di politica del foglio bolognese". L’Unità intitola: "Gardini acquista la redazione intera. Annientato il Carlino a Rimini". Andrea Barbato in Cartolina su Rai3 parla di "cannibalismo editoriale".

I fatti. La sera di lunedì 19 febbraio, i carlinisti riminesi pronti alla fuga, si incontrano con il direttore del Messaggero, Mario Pendinelli, nella lussuosa sede di via Cairoli 11. Raggiunto l’accordo economico, rientrano in redazione, chiudono la pagina del giorno dopo (in apertura un fondino involontariamente autobiografico: L’ultima volta, riferito però alla falce e al martello, non a penna e pennarello da cronisti legati alla testata bolognese); prendono armi e bagagli, e traslocano subito, dopo che, per formalità più che per cortesia, il capo Basagni ha telefonato alla direzione centrale. Sembra la pagina manzoniana del capitolo ottavo dei Promessi sposi, quello della "notte degl’imbrogli e dei sotterfugi" (nessun s’offenda), con Basagni e Cardellini come Renzo e Lucia, Pendinelli come Padre Cristoforo, ed infine, nell’ombra, un "terribile uomo" (Raul Gardini), le cui mani "arrivavano spesso dove non arrivava la vista degli altri". Terribile sì con la concorrenza, ma anche tanto ricco da offrire ingaggi che si dicono favolosi.

Pendinelli concede al Ponte due parole: "Per principio non do interviste. Il giornalista parla attraverso il giornale, attraverso le cose che scrive". Da alcuni suoi collaboratori si apprende che il quotidiano romano vuol "dare voce nazionale ai problemi delle nostre città", riportandoli anche nell’edizione nazionale.

L’unico giornale italiano che pubblica con ritardo la notizia della fuga della redazione del Carlino al Messaggero, in un servizio oltretutto da Milano, è La Stampa. Il suo corrispondente locale è lo stesso Cardellini. Dal foglio torinese si apprende che ai giornalisti del Messaggero è stato suggerito di non frequentare gli stessi ristoranti degli ex colleghi. [20]

 

[1] Cfr. La Settimana, n. 13, 8/4/90.

[2] Cfr. Giovani: e li lasciano morire così, n. 12, 1/4/90; La Settimana, n. 14, 15/4/90; n. 12, 1/4/90; M. Tassinari, Alcol a tempo, n. 12, 1/4/90. Da dati regionali, si apprende che in Emilia Romagna le giovani vittime di incidenti stradali sono state, nel 1985, 273, così suddivise per fasce di età: 173, tra i 18 e i 24 anni; 78, tra 14 e 17; 22, sotto i 13 anni: cfr. La Settimana, n. 9, 11/3/90.

[3] Cfr. Giov. Tonelli, La "febbre" di Pierani lascia il giovane solo; La Settimana, n. 21, 10/6/90, e n. 22, 17/6; Tama, Rivali, n. 23, 24/6/90. La lunga risposta di Pierani è nel n. 23, 24/6/90. Cfr. pure Giorgio Tonelli, Quando un divieto aiuta a far crescere, n. 35, 14/10/90. Si veda anche M. Forcellini, Ultimo tango all'alba, n. 5, 3/1/91: "La Regione ripropone la chiusura dei locali notturni alle due, ma la Riviera è contraria".

[4] Cfr. M. Tassinari, Alcolismo giovanile, una bomba silenziosa, n. 13, 8/4/90; Id., Soli in un bicchiere, n. 14, Pasqua 1990. Cfr. pure L. M., La Riviera fra trasgressione ed infelicità, n. 1, 7/1/90.

[5] Cfr. Giov. Tonelli, Droga: volti dietro quelle croci, n. 13, 8/4/90; e La Settimana, n. 10, 18/3/90. Dal 1979 al 1988, come si è già visto, i morti per droga nel Riminese erano stati 40. A fine ’90, saranno 71. Contro i 10 del 1988, i decessi del 1989 sono stati 12 (8 riminesi e 4 forastieri). Dei 19 decessi del 1990, 7 sono di giovani locali, 10 di forastieri e 2 di stranieri. Cfr. A. Montanari, Un anno di droga, rapine …e tentacoli, n. 2, 13/1/91. Le vittime dell’Aids dal 1985 al ’90 sono 39: cfr. La Settimana, n. 26, 22/7/90.

[6] Cfr. La Settimana, n. 10, 18/3/90.

[7] Cfr. A. Montanari, Malessere metropolitano, n. 1, 6/1/91.

[8] Cfr. nel n. 15, 29/4/90, ove si trova pure la nota di R. Gradara, Oltre il primato della efficienza, sulla festa del lavoro. Al tema dell’immigrazione Il Ponte dedica vari servizi: cfr. la pagina speciale nel n. 23, 24/6/90, ed i servizi di L. Ricci, Non basta un tetto per fare una casa, e di O. Delucca, Albanesi anche noi, nel n. 38, 4/11/90.

[9] Cfr. F. Succi, Terzomondiali: è in arrivo il "mercato nero", n. 13, 8/4/90; e S. Zanetti, Identikit dell’emigrazione, n. 14, 15/4/90.

[10] Cfr. La Settimana, n. 27, 29/7/90, n. 17, 13/5 e n. 32, 23/9; A. Montanari, Malavita in Riviera per tutte le stagioni, n. 37, 28/10; Id., Mafia s.p.a. sulla Riviera, n. 38, 4/11; Tama, Vista, n. 33, 30/9; e La Settimana, n. 18, 20/5. Urbanovic viene arrestato poi in Iugoslavia: cfr. La Settimana, n. 3, 20/1/91.

[11] Cfr. L. Ricci, Rimini, città di facili consumi, n. 43, 9/12/90; Tama, Neve?, n. 1, 7/1; La Settimana, n. 15, 29/4, e n. 19, 27/5; Tama, Solo piade, n. 15, 29/4.

[12] Cfr. F. Carvelli, Nere, sfruttate e disperate, n. 30, 2/9/90.

[13] Cfr. La Settimana, n. 22, 17/6/90; M. Forcellini, Provincia di Rimini: ormai è fatta, n. 22, 17/6/90; Rimini: ci sono i numeri per il Pentapartito, n. 17, 13/5/90;

[14] Cfr. La Settimana, n. 23, 24/6/90; G. Mazzoni, "Speriamo che la politica non me lo rovini", n. 25, 8/7/90. Tra i progetti di Moretti c’è quello di proporre al presidente delle FF. SS. Lorenzo Necci, la stazione di Rimini come un esperimento per la stazione del futuro: cfr. La Settimana, n. 36, 21/10/90.

[15] Cfr. A. Montanari, Ma il tavolo delle trattative è altrove, n. 18, 20/5/90. Questo articolo suscita una forte polemica: cfr. in Pagina Aperta dei nn. 19 e 20 (del 27/5 e 3/6). Sulle Giunte comunali del circondario riminese, cfr. M. Forcellini, Di tutti i colori, n. 25, 8/7/90. Sui socialisti riminesi a congresso, cfr. F. Semprini, Rimini a tutto campo, n. 44, 16/12/90. Sul congresso locale del Pci, vedi le due pagine speciali nel n. 6, 18/2/90; la cronaca nel n. 8, 25/2 di M. Marziani, E con Chicchi il Pci risogna Palazzo Garampi; e l’intervento di M. Pasquinelli, Pci: una ‘cosa’ senza strategia e con un futuro oscuro, n. 12, 1/4/90.

[16] Cfr. Vince il voto di punizione, n. 17, 13/5/90; e M. Forcellini, Un movimento contro tutti, n. 40, 18/11/90.

[17] Cfr. La Settimana, n. 22, 17/6/90. Nel corso del ’90 a Rimini si tengono il congresso nazionale dell’Msi (cfr. nel n. 3, 21/1), e la conferenza programmatica del Psi nazionale (cfr. nel n. 12, 1/4).

[18] Cfr. M. Forcellini, La metropolitana costiera, n. 1, 7/1/90; Id., Alla ricerca del ‘baricentro’ perduto, n. 44, 16/12; e Id., La Fiera? Facciamola verso San Marino, n. 7, 17/2/91; G. Angelini, Battaglia sulla Fiera, n. 35, 6/10/91. Sulla metropolitana, cfr. pure M. Forcellini, La metropolitana si avvicina, n. 44, 8/12/91.

[19] Cfr. M. Forcellini, L’armata rossa delle vacanze, n. 31, 9/9/90.

[20] Cfr. A. Montanari, Il Messaggero prosciuga il Carlino; e L. Mari, Sua Maestà il lettore, n. 7, 25/2/90; [A. Montanari], Penne all’arrabbiata ne La Settimana, e Tama, Addio, Monti, n. 8, 4/3/90. Il riassunto dei fatti del 1990 è sulle pagine speciali della Settimana apparse nel n. 1, 6/1/91.

 

 

 

 

All'indice della Storia de "Il Ponte" 1987-1996 

All'indice del sito * Posta * Libri * Saggi * il Rimino * Tam Tama * Riminilibri * Novità * Motori * Guida * Recensioni da Internet * Altre recensioni * Schede librarie * Memorie * Webcamera * Ultime notizie *

Storia dell'Accademia dei Filopatridi, notizie sull'Accademia. Centro amaduzziano. Archivio Amaduzzi.

© riministoria - il rimino - riminilibri - antonio montanari nozzoli - rimini

0437codicemonari0104codicemonariponte10.04.2.html