Riministoria© Antonio Montanari

Storia de "Il Ponte" 1987-1996 di Antonio Montanari

All'indice della Storia de "Il Ponte" 1987-1996

 

1990.1.Vita della Chiesa

 

 

Il Papa ad Argenta

La presentazione della visita del Papa ad Argenta, nel cui Duomo è sepolto di don Giovanni Minzoni, ucciso dai fascisti il 23 agosto 1923, permette a mons. Ersilio Tonini di ricordare la realtà recente del martitio della Chiesa italiana: "736 sono i sacerdoti che hanno perso la vita durante e dopo la guerra, dei quali 440 cappellani militari, gli altri 296 uccisi durante e dopo la guerra, vittime delle parti in lotta nella fase della Resistenza e subito dopo". [1]

Argenta, dice Giovanni Paolo II il pomeriggio del 23 settembre, "diventa quasi il luogo della ‘confessione’ corale di quel corteo di sacerdoti che, come don Minzoni sono caduti nell’esercizio generoso del loro ministero", per il quale "entrarono in urto con uomini che traevano ispirazione dall’una o dall’altra delle ideologie totalitarie e neo pagane, che hanno segnato dolorosamente questo nostro secolo". [2]

Alle tragedie di questo secolo, si richiama il messaggio del Vescovo di Hiroshima, mons. Joseph Atsumi Misue, inviato agli organizzatori del premio Satyagraha di Riccione: "Noi non dobbiamo più ripetere una simile storia di orrori, perché la vita di ognuno di noi è unica ed in rapporto con l’eterno". [3]

Contro la pena di morte scrive sul Ponte un giudice del Tribunale di Rimini, Vincenzo Andreucci, richiamandosi al Vangelo: ogni reo ha la sua dignità "di uomo, direi figlio di Dio", per cui non sono ammissibili "trattamenti inumani e degradanti", come la tortura, l’ergastolo e l’uccisione. [4]

 

 

"Tre giorni" sull’identità sacerdotale

La "Tre giorni diocesana" di aggiornamento del clero ha per argomento L’identità del prete in una società che cambia, come annuncia il titolo della presentazione scritta da mons. Fausto Lanfranchi, Vicario Foraneo. Seguono sul Ponte altri interventi introduttivi di don Biagio Della Pasqua, Per una nuova evangelizzazione; di don Dino Paesani, Fraternità sacerdotale; di don Giuseppe Celli, Dal prete tuttofare al parroco pastore; e di don Giancarlo Del Bianco su Vicariato, insieme in servizio sul territorio. [5]

Tocca al direttore tirare le prime conclusioni: "Il sacerdote non è un battitore libero o un libero professionista. La sua azione ha senso nella misura in cui è un’azione comune ed esprime, pur con tonalità diverse, una pastorale comune". Poi Mons. Lanfranchi traccia un bilancio su di un’esperienza "da ricordare": la "Tre giorni" è stata "una grande lezione di convivenza sacerdotale: senza contrasti, senza opposizioni: un presbiterio che vive nell’unità la diversità dei carismi e dei doni. Tutti si sono sentiti a pieno titolo membra di questa Chiesa". [6]

 

 

La Chiesa e la città

"La Chiesa è chiamata a dare un ‘carattere umano’ all’industria delle vacanze": non esiste solo l’aspetto economico del problema, ma anche l’esigenza di recuperare quelle energie capaci di "creare e realizzare condizioni di vero riposo, di piacevole evasione, di distensione fisica e sprituale". Partendo da queste riflessioni del Centro Pastorale per il Turismo, si svolge in Diocesi domenica 18 marzo una Giornata dedicata all’ospitalità. [7]

Il 16 luglio avviene il primo incontro fra Marco Moretti, nuovo sindaco di Rimini, ed il Vescovo mons. De Nicolò: "Si è trattato di un colloquio non formale e molto aperto sulle problematiche in atto nella società riminese". Il Vescovo, precisa un comunicato ufficiale, "ha apprezzato molto la sensibilità del sindaco per l’azione che la Chiesa svolge nella società e nella città. Il sindaco ha dimostrato apprezzare gli intenti della Chiesa sul piano culturale, anche a lungo termine". [8]

Nel primo anniversario della sua consacrazione episcopale, mons. De Nicolò concede al Ponte una lunga intervista, in cui tra l’altro dichiara: "C’è già tanto impegno e testimonianza della carità nella nostra Chiesa: occorre, ad ogni modo, superare la tentazione della delega, perché ogni parrocchia, ogni realtà ecclesiale sia permanentemente attenta" all’evangelizzazione. [9]

Mons. Antonio Riboldi, presente a Rimini per un convegno dell’Associazione Papa Giovanni XXIII, dice al Ponte: "Posso confermare che la mafia, qui a Rimini, ha già esteso un proprio tessuto sociale. Non bisogna commettere l’errore di considerare mafia o camorra solo quella che spara, che organizza attentati ai magistrati o politici. È mafia ciò che deriva dalla cultura del guadagno facile e immediato, cioè quel guadagno che non guarda in faccia nessuno". [10]

Al Meeting intervengono "Lech Walesa, Joseph Ratzinger, Elena Bonner Sacharova, Jerome Lejeune, Giulio Andreotti, Dietrich Genscher, Hitachi Motoshima, Nijole Sadunate e centinaia di personaggi, siano essi filosofi, teologi, giornalisti, storici, scienziati o testimoni della vita". [11]

Mons. Aldo Amati viene nominato nuovo Vicario Generale. Nato nel 1939 ed ordinato sacerdote nel ’63, è stato cappellano a Cattolica, Vicerettore e Rettore al Seminario di Rimini ed infine parroco di San Mauro Pascoli, oltre a ricoprire altre cariche in Diocesi. [12]

Nel corso dell’anno sono ordinati cinque nuovi sacerdoti (Guido Benzi, Luca Fantini, Antonio Moro, Paolo Pasolini, Andrea Turchini), e un diacono, Osvaldo Caldari. [13] Cambiano volto le parrocchie del Centro storico di Rimini, diventando quattro da sette che erano. [14] Viene inaugurata "Casa Sant’Anna", opera di accoglienza per donne in stato di gravidanza o con bambini piccoli, prive di alloggio o di assistenza. [15]

[1] Cfr. mons. E. Tonini, Morire per vivere in Cristo, n. 32, 23/9/90.

[2] Il discorso del Pontefice nel Duomo di Argenta è intitolato Testimoni nella verità sull’uomo: cfr. nel n. 33, 30/9/90, che contiene anche il discorso di Giovanni Paolo II pronunciato nella piazza di Argenta (ricordando le precedenti visite nella nostra regione), ed un servizio di Giorgio Tonelli, Segnali di fede sulla strada dei martiri.

[3] Cfr. nel n. 28, 5/8/90, ove è presentato anche il messaggio dei sindaco di Nagasaki, Hitachi Motoshima, Impegniamoci per l’abolizione totale delle armi.

[4] Cfr. V. Andreucci, Quinto, non uccidere, n. 2, 14/1/90.

[5] Gli articoli citt. sono nei nn. 18, 20/5/90; 19, 27/5; 20, 3/6; 21, 10/6; e 22, 17/6.

[6] Cfr. P. Terenzi, Preti in un mondo che cambia, n. 23, 24/6/90; e mons. F. Lanfranchi, Una Tre giorni da ricordare, n. 24, 1/7/90. Cfr. pure T. Giungi, Vivere oggi il Vangelo in Emilia Romagna, n. 8, 4/3/90.

[7] Cfr. Dare un’anima al turismo, n. 10, 18/3/90.

[8] Cfr. Impegno comune per una Rimini migliore, n. 26, 22/7/90. Sul tema, cfr. poi nel n. 36, 21/10/90, il messaggio alle autorità e l’omelia del Vescovo per la festa del Patrono. Sul nuovo sindaco, cfr. in "Società" 1990.

[9] Cfr. Un anno dopo, n. 35, 14/10/90. Con il n. 35, si inaugura il formato attuale del Ponte, e giunge a compimento la prima ‘rivoluzione’ informatica nel sistema di composizione e montaggio del giornale. Sulla visita del Vescovo alla nuova sede del Ponte, cfr. Con gli amici, per Il Ponte, una festa!, n. 36, 21/10/90. Sulle novità grafiche del Ponte, cfr. pure i nn. 35, 14/10/90; e 41, 25/11.

[10] Cfr. M. Tassinari, "Anche qui c’è la cultura della mafia", n. 34, 7/10/90. Cfr. pure l’intervista a don Luigi Ciotti sui problemi del mondo giovanile nella realtà contemporanea, nel n. 38, 4/11/90.

[11] Cfr. Giov. Tonelli, Cambierà ora la formula del Meeting?, n. 31, 9/9/90, ove appaiono il discorso del Vescovo e quello del Cardinale Ratzinger. Altri servizi sono nei due numeri precedenti.

[12] Cfr. l’annuncio nel n. 23, 24/6/90 e la biografia di mons. Amati, scritta da P. Terenzi, nel n. 24, 1/7/90.

[13] Cfr. i servizi nei nn. 21, 10/6/90; 43, 9/12; e 44, 16/12.

[14] Cfr. l’articolo di mons. A. Amati, Vicario Generale, nel n. 40, 18/11/90. Nello stesso n. 40, A. Turchini narra "i precedenti storici" ne La prima soppressione è del 1587. Un’altra nota storica sulla Chiesa locale, di differente argomento, è in P. Grassi, La Rerum Novarum a Rimini (1891-1914), Così finì la "sindrome di Porta Pia", n. 44, 16/12/90.

[15] Cfr. la pagina speciale Casa Sant’Anna, con scritti di Alberto Marsciani e Gisella Baiocchi, n. 43, 9/12/90.

 

 

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