Riministoria© Antonio Montanari

Storia de "Il Ponte" 1987-1996 di Antonio Montanari

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1989.1.Vita della Chiesa

 

 

Il nuovo Vescovo, Mons. Mariano De Nicolò’

"In attesa della notizia": l’appuntamento settimanale di mons. Tonini con i lettori del Ponte, ha questo titolo nel numero in edicola la mattina di venerdì 7 luglio. [1] E la "notizia", quella della nomina del nuovo Vescovo di Rimini, arriva il giorno dopo, alle 12 in Cattedrale, data dallo stesso mons. Tonini, in contemporanea con la Sala stampa del Vaticano.

Il Ponte prepara un numero speciale, interrompendo la prima sosta estiva: "Il suo nome è Mariano De Nicolò". Mons. Tonini ricorda nell’articolo di fondo la scelta di comunicare l’annuncio non "a un piccolo gruppo, com’è d’uso", ma convocando "l’intera comunità" in un "clima di preghiera". E sotto, Piergiorgio Terenzi scrive una breve panoramica sulla storia degli ultimi anni: "Caro Monsignore, noi siamo…".

Mons. De Nicolò, nato a Cattolica nel 1932, è stato ordinato sacerdote a ventitré anni. Dopo una breve esperienza pastorale in Diocesi, a San Martino di Riccione come Vicario cooperatore, nel ’59 è stato chiamato alla Curia romana, ricoprendo vari incarichi, ultimo dei quali è il sottosegretariato della Pontificia Commissione per l’interpretazione autentica del Codice di Diritto canonico. Ha due fratelli sacerdoti, mons. Pier Giacomo, Nunzio Apostolico in Costa Rica, e mons. Paolo, Segretario della Biblioteca Apostolica Vaticana. [2]

Il 31 agosto mons. De Nicolò incontra a Bevagna in Umbria i sacerdoti responsabili della pastorale diocesana riminese, "all’insegna della sincerità e della chiarezza". [3] Il nuovo Vescovo fa il suo ingresso in Diocesi sabato 23 settembre. Alle 16 è accolto in piazza Cavour dal sindaco Massimo Conti che porge il saluto della città. Alle 17, in Duomo, la cerimonia di consacrazione. Per l’occasione, Il Ponte offre ai lettori due numeri speciali. Il primo, alla vigilia, si apre con il saluto di Mons. De Nicolò "alla Chiesa di Dio che è in Rimini", e con "l’abbraccio fraterno" di mons. Tonini. Il direttore dice "solo due parole": "Grazie e benvenuto". Il grazie va a mons. Tonini: il giornale ha con Lui "un debito di gratitudine particolare" per i suoi "pezzi attualissimi, puntuali, chiarificatori", che "arrivavano quasi sempre all’ultimo momento, procurando qualche patema d’animo alle dattilografe e agli impaginatori". Il benvenuto è rivolto a mons. De Nicolò: "L’augurio è un po’ generico e rischia di non esprimere molto, ma non ci vogliamo perdere in troppe parole di rito". [4] Il secondo numero speciale esce a colori, dedicato alla cerimonia di consacrazione: l’omelia è del Cardinale Rosario Josè Castillo Lara; sono presenti i Cardinali Achille Silvestrini e Luigi Dadaglio, i Nunzi apostolici mons. Celata, mons. Sambi e mons. Vegliò, i Vescovi di Cesena mons. Amaducci, di Faenza mons. Bertozzi, e di Urbino mons. Bianchi.

Mons. De Nicolò nel suo primo messaggio da Vescovo dice fra l’altro: "Desidero mantenere con tutti, quelli di dentro e quelli di fuori, un atteggiamento accogliente, dialogante, nella ricerca del vero, rispettoso e fiducioso. Per porre in pratica tutto ciò, ho bisogno di tutti: senza di voi, gregge affidatomi, non potrò esser Pastore". Racconta la cronaca: "La gente ascolta attenta, quasi a voler decifrare nei segni esterni e nelle prime parole la personalità e la figura del nuovo Vescovo. Piace subito il modo e la decisione del parlare, il volto è raggiante e cordiale". Domenica 24 settembre avviene l’ingresso di mons. De Nicolò nella Diocesi di San Marino-Montefeltro, con cerimonia a Pennabilli. [5]

 

 

Madre Elisabetta Renzi, Beata

Il 18 giugno è festa grande per la Diocesi: madre Elisabetta Renzi, fondatrice dell’Istituto delle Maestre Pie dell’Addolorata viene proclamata Beata da Papa Giovanni Paolo II, nella basilica di San Pietro affollata di fedeli riminesi guidati da mons. Tonini. [6]

"Nata nel 1786 e morta nel 1859 segna con la sua vita un periodo di non facile storia per la Romagna ove era nata a Saludecio (Diocesi di Rimini); ella passa soffrendo attraverso le vicende umane con la certezza dell’incontro finale col Cristo benedetto e la realizzazione della volontà divina nel suo pellegrinaggio in questa terra", scrive il Card. Ugo Poletti. [7]

Il Santo Padre così si esprime nell’Omelia della Beatificazione: "Si potrebbe dire che Elisabetta Renzi divenne fondatrice non tanto per una scelta, quanto perché una serie di circostanze la indussero e quasi la costrinsero a realizzare un’opera organica e stabile a vantaggio delle giovani, nella sua terra di Romagna", affrontando con "discernimento illuminato" le "enormi difficoltà" che talvolta anche "sorgevano all’interno della stessa comunità ecclesiale, non sempre aperta a riconoscere i mutamenti irreversibili intervenuti nella società e forse ancora legata in certi suoi uomini a nostalgie di un passato ormai definitivamente tramontato". [8]

Con la proclamazione della nostra Beata, commenta mons. Tonini, il Santo Padre "non ha prestato alle altre Chiese un nostro "prodotto locale": ha semplicemente fatto conoscere, con l’autorità del Magistero Supremo, quel che lo Spirito del Signore ha operato nell’unica Chiesa vivente in Rimini". [9] Angelo Montonati, biografo della Beata, osserva: Elisabetta Renzi ha lasciato "l’eredità di un progetto di vita destinato a durare nel tempo. Oggi le Maestre Pie dell’Addolorata sono presenti, in piena fedeltà al carisma della fondatrice, non soltanto in Italia e San Marino, ma anche negli Stati Uniti, nel Messico, in Brasile, in Bangladesh, dovunque ci sia della gioventù povera, emarginata, da recuperare ad una migliore qualità di vita e alla fede cristiana". Piergiorgio Grassi si sofferma sull’attività pedagogica di Elisabetta Renzi e sul ruolo educativo svolto ancor oggi dalla comunità delle Maestre Pie. [10]

 

 

Solidarietà

Il 28 ottobre a Roma in San Giovanni in Laterano viene ordinato diacono Guido Benzi. [16]

[1] Cfr. Mons. E. Tonini, In attesa della notizia, n. 26, 9/7/89. Cfr. pure la nota di mons. Tonini, Io Vescovo a cuore aperto, n. 7, 19/2/89.

[2] Cfr. il n. 27, 16/7/89.

[3] Cfr. P. G. Farina, Vescovo: i primi orientamenti, n. 33, 10/9/89.

[4] Cfr. il n. 34, 24/9/89. Cfr. pure mons. E. Tonini, Chi consacrerà mons. Mariano, n. 28, 23/7/89.

[5] Cfr. il n. 35, 1/10/89. La cronaca cit. è di Giov. Tonelli, Fra il popolo in festa.

[6] Cfr. madre L. Falsetti, Elisabetta Renzi, n. 14, 16/4/89; mons. E. Tonini, Madre Renzi, n. 15, 23/4/89; Madre Elisabetta Renzi è Beata, inserto, n. 23, 18/6/89; pagina speciale di cronaca, n. 24, 25/6/89; Omelia del Papa, n. 25, 2/7/89; e sr. Rina Della Bartola, Con Elisabetta verso Cristo, n. 44, 3/12/89. Il Ponte dedica all’evento servizi e pagine speciali in vari numeri.

[7] Cfr. Card. U. Poletti, Elisabetta, attuale nell’amore, n. 23, 18/6/89.

[8] Cfr. nel cit. n. 25, 2/7/89.

[9] Cfr. Mons. E. Tonini, Riminese ma "Beata" per la Chiesa Universale, n. 24, 25/6/89.

[10] Cfr. A. Montonati, Elisabetta e l’imprevisto; e P. Grassi, Le intuizioni di una grande educatrice, n. 23, 18/6/89.

[11] Cfr. nel n. 9, 5/3/89.

[12] Cfr. Turismo tra consumo e solidarietà, n. 16, 30/4/89; e R. Gradara, Il turista sacro e il cameriere spezzato, n. 18, 14/5/89. Nello stesso n. 18, cfr. R. Gradara, Dal sangue di Chico Mendez nascono nuovi testimoni (intervista a dom Moachir Grechi, Vescovo degli Indios dell’Amazzonia).

[13] Cfr. [SIR], Nord-Sud: comunione o divisione?, n. 40, 5/11/89; C. Pasquini, Sviluppo incompiuto e nuova solidarietà, n. 41, 12/11/89: qui appare anche una sintesi del documento dell’Episcopato italiano.

[14] Cfr. F. Meloni, Con quella faccia da straniero, n. 40, 5/11/89. Sulle iniziative riminesi di solidarietà, cfr. i servizi di L. Ricci: Vicolo Gomma numero 75, il portone della speranza, n. 39, 29/10/89, e Scuola d’Italiano per diventare "vuoi comprare", n. 40, 5/11/89. Sul tema dell’immigrazione, si veda anche nel capitolo "Società" 1989.

[15] Cfr. T. Giungi, Catechesi e famiglia: camminiamo insieme, n. 40, 5/11/89.

[16] Cfr. lo scritto autobiografico di don G. Benzi nel n. 39, 29/10.89.

 

 

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