Riministoria© Antonio Montanari

Storia de "Il Ponte" 1987-1996 di Antonio Montanari

All'indice della Storia de "Il Ponte" 1987-1996

1988.2. Societa’

"Riminizzare" e polemizzare

"Riminizzare" è un nuovo verbo che il Dizionario italiano ragionato spiega così: "Deturpare con un’eccessiva concentrazione di costruzioni o, come si dice, con ‘colate di cemento’". Politici ed intellettuali insorgono. L’avv. Veniero Accreman "per giustificare il grattacielo, da raffinato intellettuale borghese che ha ben imparato la lezione di Marx, inframmezzando citazioni dotte da Dante e Carducci", ricorda "le schiere di disoccupati rumoreggianti che chiedevano lavoro". L’ex sindaco "Ceccaroni fa spallucce: Rimini non è peggio del resto del Paese, e poi allora bisognava ricostruire. Il passato, cioè, non si discute". Un ex federale del Pci, Nando Piccari, dichiara che "quel dizionario usa un termine di cui è evidente "la natura gratuita, falsa ed offensiva", chiedendo al sindaco Conti di prendere provvedimenti". [1]

I conti con il passato sembrano non tornare. Ma anche quelli con il presente paiono confusi. Lo testimoniano le polemiche che serpeggiano nella cittadella del potere o sui quotidiani. "La mancanza di programmi chiari sullo sviluppo futuro di tutta l’aria riminese influisce sugli investimenti": la CISL territoriale s’impegna a lavorare su quelle questioni che gli enti pubblici trascurano, come i servizi sociali "che sono un disastro". [2] Un agente di viaggio statunitense, Mario Perrillo, definisce Rimini "una città un po’ triste, anche se nel complesso non c’è male". "Hanno ammazzato il mare", scrive L’Europeo, in un servizio ironico sui politici locali che vogliono trasformare lo ‘sporco’ dell’Adriatico "in oro per i propri elettori". Preso di mira è soprattutto l’assessore regionale al Turismo, il riminese Giuseppe Chicchi (Pci) che, con il motto "bisogna utilizzare al meglio quest’opportunità", ha chiesto "soldi per gli albergatori" ed ha proposto, nel piano antinquinamento, la trasformazione della statale 16 in autostrada ed una metropolitana da Cattolica a Ravenna. "Una città di cartapesta" è Rimini, secondo don Aldo Magnani che sul Carlino annota: "Politici, amministratori, economisti, tutti i demiurghi del rinnovamento cittadino l’hanno imbottita di parole suggestive".

"Rimini sta cambiando più di quanto non sia dato a vedere", anche per merito del vento di garbino "che ci aiuta a capire i problemi e a trovare il modo di risolverli compostamente": lo dichiara il sindaco Conti. Da Riccione, il sindaco Pierani pungola il collega di Rimini, affinché si muova a risolvere i problemi comuni: acqua, rifiuti, trasporti, erosione, Marano, APT… "Conti risponde scocciato: "Mi sono stufato delle bolle di sapone", e fa capire che a Riccione per certe cose (acqua e sabbia) fanno gli scrocconi". Il federale del Pci Sergio Gambini vede nero: la situazione a Rimini è grave. L’attuale sistema di imprese "non ha cervello". I privati debbono svegliarsi. La città deve rinnovarsi, con una "diversa viabilità, un altro sistema di trasporti, parcheggi, isole pedonali", meno lavoro nero, più cultura e più valorizzazione dell’ambiente. [3]

L’Azienda di promozione turistica lancia il nuovo marchio della Riviera, rassomigliante ad un gomitolo: "un disegno che sembra più adatto alla réclame della Lana Gatto" che a quella della costa. La giornalista Marian Urbani scrive sul Ponte: "Giro il mondo e vedo che la nostra Riviera sta perdendo inesorabilmente dei colpi: troppo campanilismo, troppe chiacchiere a vuoto". Un altro giornalista, Giuliano Zanotti osserva: "I grandi discorsi sui massimi sistemi dell’universo riminese vanno benissimo, ma perché non cominciare col risolvere i piccoli problemi", per i quali "basterebbe poco più di una buona volontà?". E conclude: "Un giorno un noto esponente diccì mi confidò: il Comune ama l’elettore, il turista non è elettore, il Comune non ama il turista". [4]

 

 

Economia

"Ogni anno ci ritroviamo a parlare delle stesse cose", contesta Luciano Sedioli a Mario Fabbri, presidente degli albergatori, il quale risponde: "La mia scommessa si chiama ‘crescita culturale’ o se vogliamo aumento del tasso di imprenditorialità della categoria". [5] Gli albergatori riminesi, analizza Aureliano Bonini, titolare della Trade-Mark Italia, "sono autodidatti", "molto attenti ai costi, meno alla qualità del prodotto e del servizio". [6] L’assessore circondariale al turismo Silvio Sancisi, parla di un’"organizzazione obsoleta" che dà bassa produttività. Inoltre, i suoi uffici rilevano che i nostri alberghi sono brutti, vecchi e malfatti. [7]

Anche l’on. Gianni De Michelis, vicepresidente del Consiglio dei ministri, interviene sul turismo, alle Giornate del Pio Manzù (di cui è copresidente), trattando di "creatività del relax ed imprenditorialità": le vacanze tradizionali sono l’obiettivo ormai di una minoranza, mentre aumenta il numero di chi sceglie quelle culturali ed ecologiche. [8]

Intanto, i dati sulla situazione occupazionale nel Circondario di Rimini rilevano una perdita di 2.500 posti per turismo e commercio. [9] La CGIL fa i conti in tasca alla Riviera: la Cooperativa Braccianti è in testa per gli utili, la Marr per il fatturato. I posti di lavoro, dal 1982 al 1986, sono calati di 450 unità. In crisi, appaiono il settore metalmeccanico ed edilizio. Vanno meglio abbigliamento ed agroalimentare. [10] Il mercato dell’auto cresce, e si orienta verso i modelli di lusso, superando le medie nazionali. [11] Rimini è ai primi posti in Italia anche per l’acquisto di titoli pubblici. Alle banche si affiancano le finanziarie, che non sempre conoscono momenti felici. [12] Sulle cifre del condono edilizio per i riminesi, sono in contrasto Ministero dei Lavori pubblici (44.265 domande) e Comune (28.632); anche per Riccione c’è un forte salto dal dato romano a quello locale: da 28.621 a 8.000 casi circa. [13]

L’evasione fiscale dei riminesi finisce in Parlamento, per le dichiarazioni del capo dell’Ufficio distrettuale delle imposte dirette della città, Domenico De Marco: il nostro turismo, fondato su di una concorrenza spietata, deve praticare prezzi bassi, per cui "il margine di utile è ridotto", e non si pagano le tasse dovute. Succede così dappertutto, ammette l’on. Sanese. I deputati socialisti Franco Piro e Renato Capacci s’indignano. Capacci sostiene che per il Pci riminese "l’evasione è stata una merce di scambio" politico. Anche Sanese aveva parlato di "un patto non scritto fra operatori ed enti locali", aggiungendo però che esso aveva in compenso fatto sviluppare la nostra zona. [14]

I comunisti, secondo Capacci, sono storicamente responsabili di un indirizzo economico che ha privilegiato l’intervento pubblico ed il primato del turismo nello sviluppo della nostra economia. Ma noi comunisti, gli risponde Lorenzo Cagnoni, abbiamo governato la città assieme a voi socialisti. [15] Capacci tocca anche un altro tasto: "sull’onda delle polemiche nazionali a riguardo delle responsabilità di Togliatti nell’età delle purghe sovietiche", accusa "i comunisti riminesi di aver avuto anche loro degli Stalin che sarebbe ora di denunciare apertamente". Il Pci afferma di aver più volte "analizzato la ‘storia’ di questa città senza nascondere limiti e difetti".

Armando Foschi accusa "i metodi decisamente clientelari che riguardano il sistema degli appalti degli Enti Pubblici". È una "pratica talmente radicata da non fare più notizia e che mette in difficoltà anche tante imprese costruttrici private". [16] Il Ponte ritorna sull’argomento con una breve nota in prima pagina, intitolata Bustarelle: "La redazione chiede, a chi abbia qualcosa da dire, di esprimere la propria opinione in merito. Invita soprattutto i semplici cittadini, la gente comune, ad esprimersi e a portare le proprie esperienze", promettendo attenzione ed impegno del giornale verso il problema. [17]

Una buona notizia viene da Roma. Nel nuovo governo De Mita, c’è il riminese Nicola Sanese come sottosegretario all’Industria: "Mi preme sottolineare che la mia esperienza politica vive quotidianamente del riferimento alla realtà locale, del contatto con la gente e con i problemi, i bisogni che emergono". [18]

Per la serie "grandi progetti", mentre finalmente viene aperto il prolungamento di via Roma, gli ambientalisti cominciano a parlare di una Circonvallazione sopraelevata. Il Comune ha detto no al progetto dell’ANAS per la nuova statale 16 Adriatica da affiancare (ma non troppo) all’A14, esprimendosi in maniera contraria rispetto a Riccione e Cattolica. Poi dice sì all’autostrada a quattro corsie: la variante alla statale 16 sarà complanare all’autostrada del mare e correrà a fianco della terza corsia che sta scendendo da Nord. L’assessore Cappellini ne dà l’annuncio ad un convegno sul traffico della CGIL, precisando che ancora una volta i bastoni fra le ruote vengono da Bologna. [19]

 

Il Garofano bianco

Alle giornate riminesi del Meeting per l’amicizia fra i popoli, "momento unico nel panorama della cultura italiana", si parla di "cercatori d’infinito, costruttori di storia", con l’obiettivo "di aiutare a riprendere coscienza dell’essenza religiosa dell’uomo". Ma l’interesse dei mass-media sposta l’attenzione dal tema spirituale a quello politico, suscitando "una serie interminabile di polemiche". [20]

Le presenze di Gianni De Michelis, Claudio Martelli e Gennaro Acquaviva (consigliere di Bettino Craxi), fanno scrivere ad Avvenire che "si parte alla ricerca dell’infinito e ci si riduce a incontrare un fiore, un garofano" [21]. Sul Sabato, appare un’intervista a Craxi, tutta giocata in chiave antidemocristiana. "A questo punto il problema si sposta dal piano teologico a quello storico-pastorale. Oggi, in Italia, è saggio far esplodere la Democrazia Cristiana, disperdendola in mille rivoli ed appartenenze diverse?", si chiede il direttore del Ponte in un fondo intitolato Dove cresce il garofano bianco, rimandando alla lunga nota dell’Ufficio Stampa della CEI (pubblicata nello stesso numero), nella quale si legge tra l’altro: "Siamo sul piano della politica come gioco di alleanze per il potere, un piano che alla Chiesa non interessa". [22]

L’argomento tiene banco per parecchie settimane. "Ma perché -qualcuno si è domandato- Il Ponte si preoccupa tanto dei destini della Dc? In fondo la storia del Ponte non è all’insegna del dialogo e del pluralismo?", scrive Terenzi all’inizio di un lungo articolo che si chiude con il ricordo della "tradizione storica dei cattolici democratici riminesi", alla quale appartengono Igino Righetti, Rino Molari, Gino e Giuseppe Babbi ed Alberto Marvelli, oltre a don Girolamo Mauri. "Rimini sta diventando una ‘città difficile’", osserva Terenzi nello stesso pezzo: "Anche recenti fatti di cronaca dimostrano come vi sia un imbarbarimento della vita locale, una crescita della delinquenza, della tossicodipendenza". [23]

 

 

Una città "difficile"

L’anno si è aperto con la tentata rapina alla Coop delle Celle a Rimini, la sera di sabato 31 gennaio: due portavalori sono assaliti da altrettanti malviventi mascherati che sparano tra la folla, con fucili a canne mozze. Una guardia privata (Giampiero Picello, 41 anni, di Ravenna), è uccisa, un suo collega ferito gravemente, altre cinque persone colpite, tra cui una bimba di nove anni raggiunta da pallini alla testa. [24]

È una "nuova malavita senza volto" quella che si affaccia in città, scrive Il Ponte, sottolineando un particolare che sfugge alla cronache dei quotidiani, e che verrà confermato dalla indagini sulla banda riminese della "Uno bianca": "Il piano della fuga era stato predisposto con attenzione, utilizzando scappatoie che solo gente molto pratica della zona" poteva conoscere. [25] All’allarme che si diffonde in città, il questore di Forlì Francesco D’Onofrio risponde che sulla Riviera la malavita non è un’epidemia come a Palermo, anche se, ammette, la nostra è una zona "estremamente ricettiva ad accogliere una criminalità stanziale". [26] Il vice-questore di Rimini Alessandro Fersini parla di "criminalità che viene da fuori e si muove disposta a portare a termine a qualsiasi prezzo un’impresa". [27]

La sera del 9 maggio a Sant’Andrea in Besanigo, sono uccise due coppie di anziani coniugi, nell’abitazione di una di loro, Luigi Pagliarani e Patricia Schofield, di 60 e 58 anni. Sergio Galassi (66) e Silvana De Vita (59), che abitavano a Montecatini, erano loro ospiti. Cesare Tosi (34 anni, Verucchio, con precedenti per droga), è ucciso a Villagrande di Montecopiolo; Fabrizio Gatta (35, Vercelli), in un canneto a Santa Giustina; Bernardo Vassali (63, Vigevano), a Marina Centro di notte sulla spiaggia, mentre si svolge la festa nazionale dei pensionati UIL per la quale era giunto a Rimini. [28] Negli ultimi quattro anni, le vittime di morte violenta sono state diciannove.

Sui "marciapiedi" del lungomare si affaccia il racket di Salisburgo. Per la morte in carcere di un imprenditore di 27 anni, consumatore di eroina, Il Ponte riprende le dichiarazioni di un ex tossico, che aveva detto: ai Casetti "la droga circola liberamente". Aumenta la microcriminalità: gli scippi sono sempre più violenti, provocando conseguenze talora gravi nelle vittime, soprattutto donne. Carrozzieri, meccanici, autosaloni e mediatori sarebbero coinvolti in un giro di auto rubate. [29]

"Ogni giorno un’overdose al pronto soccorso", scrive La Gazzetta che parla di tremila eroinomani nel Riminese. Il profilo del consumatore di droga sta cambiando: "Sempre più numerosi sono i giovani che, pur conducendo una vita ‘normale’, il sabato sera si danno all’eroina". La serata di ferragosto, un farmacista di turno a Rimini ha venduto 1.500 siringhe. [30] Dall’Olanda via Venezia giunge in Riviera un "micidiale cocktail di amfetamine, detto ‘estasi’". Appare per la prima volta il nome di un prodotto che invaderà il mercato clandestino. Vengono arrestati due giovani riccionesi che fungevano da corrieri. [31]

"Tanta è la droga, tanti sono i tossicodipendenti, poca è l’attenzione sociale al fenomeno", scrive Marziani, commentando i dati regionali, tra i quali manca quello sulla "discrepanza tra quantità di stupefacenti sequestrati dalle forze dell’ordine e quella che realmente circola sui mercati della morte". [32] Dal 1979 al 1988, i morti per droga nel Riminese sono quaranta, di cui dieci nell’ultimo anno. "A questo elenco, andrebbe forse affiancato quello dei ragazzi tossici morti per AIDS. Complessivamente sono cinque, tutti nel 1988, su sette decessi per AIDS dello stesso anno e su undici degli ultimi due, da quando cioè il fenomeno si è manifestato". [33] Un dossier del Pci denuncia: i tremila tossici del Circondario riminese consumano eroina per almeno 240 milioni al giorno. Il giro dei quasi trecento spacciatori è in mano a cinque-sei cosche. [34]

Droga e sesso è, secondo Panorama, il binomio che governa le discoteche, contro i cui orari si muovono le "mamme-antirock". Discoteca, scrive Panorama, vuol dire un giro di due miliardi a sera, ed "i padroni di queste nuove ‘chiese’ sono potenti come una lobby in Parlamento. Capaci di condizionare le scelte politiche". [35]

 

 

Nuovo razzismo?

Un sindacalista che "sollecitava una pratica di residenza per un lavoratore di colore, si è sentito rispondere all’anagrafe di Rimini: "Non rompete le scatole. Tanto lo sapete che non si vogliono favorire ingressi di extracomunitari"", riporta Giovanni Tonelli in un commento all’indagine sul comportamento degli italiani circa l’immigrazione di colore, svolta dalla Comunità romana di Sant’Egidio. Davvero siamo razzisti? Un’altra ricerca a livello nazionale, di Amnesty International, "non fa affiorare la cattiva disposizione verso gli stranieri, quanto la paura del diverso e la disinformazione". [36]

E sulla nostra Riviera? Politici e commercianti sollecitano quello che il questore D’Onofrio chiama il "rispetto della legalità". Per il sindaco di Riccione Pierani, gli abusivi, senegalesi o no, disturbano la vita in spiaggia: "per il turista non c’è pace". Insomma, soltanto i vuccumprà fanno paura. Ci si dimentica, osserva Il Ponte che "oggi gli africani vivono e provano quello che, in altri Paesi d’Europa e d’Oltreoceano, sperimentarono i nostri connazionali. Storia e memoria di ciò, possono aiutarci a ragionare", davanti a tanti isterismi collettivi. Le dichiarazioni di Pierani, per il suo collega Conti, sono "considerazioni in libertà" di chi non vuole affrontare nel proprio territorio i problemi delle diversità, scaricandoli su quello del vicino. Campo nomadi, saccopelisti? Ci pensi Rimini. La quale, sostiene Conti, appare agli occhi di Pierani "come una specie di discarica circondariale di questi fenomeni". Ma c’è anche chi si muove controcorrente, a favore dei terzomondiali, organizzando in piazza Cavour un incontro fra la loro e la nostra cultura, mentre nasce un coordinamento per i lavoratori africani, del quale fanno parte associazioni laiche e cattoliche. [37]

 

Barbera condannato

Il comandante dei Vigili Carlo Barbera viene condannato a Firenze a dieci mesi (sospesi) per falso ideologico e soppressione di atti d’ufficio (l’accusa era di aver fatto rifare la bozza di un verbale), in riferimento alla contravvenzione elevata da due Vigili ad un pizzaiolo di Miramare. Al pizzaiolo, per calunnia, viene inflitta la pena di quindici mesi: aveva vantato protezioni da parte dello stesso Barbera. La sentenza, commenta il Pci riminese, smentisce l’ipotesi di un complotto contro il Comandante dei Vigili, da parte dei comunisti locali. [38]

 

 

Cade un altro F104

La mattina del 5 settembre un F104 di stanza a Miramare precipita a poche centinaia di metri dalle case della Grotta Rossa, a ridosso del greto del torrente Ausa. Il pilota, capitano Dario Aloisi (28 anni, Pescara), si salva con il paracadute. Gli F104 sono tristemente noti nell’ambiente aeronautico come "fabbrica vedove". Dei ventidue piloti operanti a Rimini nel 1970, ben quindici sono morti in disgrazie accadute finora in varie parti d’Italia, mentre erano al comando di questo tipo di aereo. Il 18 marzo 1986 ne era caduto uno a Misano, uccidendo tre persone. Dal 1969 al 1988, gli incidenti di volo nella basi militari romagnole sono stati nove, con otto piloti deceduti. [39] Dal 1964 al ’77, in tutt’Italia sono andati distrutti in incidenti 59 aerei F104 nella versione"G", con 32 piloti morti. Della successiva versione "S", tra ’70 e ’77 se ne sono persi 26 esemplari, sempre a causa di incidenti, con 14 aviatori deceduti. Nel periodo 1978-82, altri 20 esemplari perduti, con 11 morti. Dal 1983, la media è di due aerei persi ed un pilota morto all’anno. [40]

 

 

L’uccisione di Ruffilli

Il 16 aprile a Forlì le Brigate rosse uccidono il senatore Roberto Ruffilli (Dc), stretto collaboratore del presidente del Consiglio De Mita e responsabile per il suo partito dei problemi dello Stato. Sul Ponte, Piergiorgio Grassi ne traccia un lungo ed analitico profilo; Giorgo Tonelli lo ricorda nell’ultimo dibattito pubblico a Bologna; ed il sen. Armando Foschi sottolinea i legami ideali tra Moro e Ruffilli, uniti anche nella stessa tragica fine. [41]

Le indagini di polizia setacciano gli ambienti dell’Università di Bologna, ed hanno clamorosi sviluppi nel Riminese: vengono perquisite la case di due studenti di Scienze politiche, Vanna Villa (22 anni, segretaria della locale Federazione giovanile comunista), e Giuseppe Semprini (suo coetaneo). "Episodio spiacevole e inquietante", lo definisce l’on. Pietro Folena, segretario nazionale della FGC. [42]

A Rimini nel 1980, secondo il Carlino, si era svolto un "vertice terroristico". Per Repubblica, la Romagna "ha sempre funzionato come retrovia del terrorismo con rifugi e covi sicuri". Anni fa dal Comune di Cesena sparirono numerose carte d’identità, poi in parte rinvenute in un covo delle Br a Milano. [43]

 

 

Salute e Sanità

Parte un nuovo, grande progetto sanitario: "Riminicuore". Il reparto di Cardiologia dell’Ospedale Infermi (di cui è responsabile il dott. Ferdinando Rossi), lo articola in tre momenti: prevenzione, cura e riabilitazione. Le idee ci sono, si è alla ricerca dei mezzi. [44]

Il bilancio dell’USL 40 registra un buco di 59 miliardi per le spese correnti (tardano i ripiani statali di bilancio), mentre ci sono fondi stanziati che si fa fatica a spendere. [45]

Sempre alla ribalta sul Ponte, sono i problemi degli anziani e degli handicappati. Da Novafeltria si riferisce di una "dura denuncia del parroco e del dott. Ireneo Lucchetti ex responsabile dell’Ufficio d’Igiene", riguardante la Casa per anziani. [46]

A Rimini dopo che Democrazia proletaria si era rivolta al Difensore Civico dell’Emilia-Romagna, l’USL controlla Villa Salus rilevando una serie di inadempienze. Dp chiede che si dimetta il presidente dell’USL, Alfredo Arcangeli, per non aver fatto applicare la convenzione tra USL e Villa Salus che prevede accertamenti e verifiche sulle prestazioni erogate. Il caso finisce in Consiglio comunale, con un’interrogazione di Diego De Podestà (indipendente di Sinistra). Anna Maria Damerini (Dc) chiede che la Regione indichi precise linee sulla vigilanza, e che vengano rispettati i diritti sociali dei ricoverati. Si muove pure il Coordinamento dei volontari, facendo sapere che già nel 1985 aveva denunciato le carenze esistenti nella gestione di Villa Salus. Da allora poco è cambiato. Il Consiglio comunale infine approva all’unanimità un ordine del giorno che sollecita la Regione ad emanare le direttive previste dalla Legge regionale 2/85.

Nel documento consiliare si legge che a Villa Salus, in seguito ai controlli dell’USL, vi sono stati degli "interventi non irrelevanti sulle carenze igieniche, sulla specializzazione del personale, che comunque risulta ancora insufficiente, sulle condizioni di ricovero improprio per quattro stanze utilizzate a scopo di degenza nel seminterrato". Tuttavia, non vi è stato alcun "adeguamento ai parametri regionali, riguardanti gli spazi di socializzazione e il numero, oggi eccessivo, di posti letto per stanza in Casa Protetta". [47]

 

[1] Cfr. La Settimana, n. 31, 7/8/88.; e Tama, La disfida di Burletta, n. 32, 28/8/88. Una sintesi dei principali fatti di cronaca del 1988 è nelle pagine speciali della Settimana, intitolate L’88 è andato anche così, ed apparse sul n. 48, Natale 1988.

[2] Cfr F. Semprini, I nostri amministratori pensano in piccolo, n. 22, 29/5/88. È un’intervista a Gabriele Casadei.

[3] Cfr. La Settimana, n. 33, 4/9/88. (Ad una metropolitana costiera pensa anche la CMC di Ravenna: cfr. L. Mari, Quel supertreno per Rimini, n. 1, 1/1/88; Id., Il futuro si chiama rotaia?, n. 43, 20/11/88). Cfr. La Settimana, n. 3, 17/1/88; A. M., Rimini, la bella addormentata che aspetta il principe azzurro, n. 33, 4/9/88; La Settimana, n. 2, 10/1/88, e n. 34, 11/9/88.

[4] Cfr. Go!, Un turismo da leoni, n. 9, 28/2/88; M. Urbani, L’immobilismo dell’APT, n. 12, 20/3/88, ove si richiama un precedente articolo di Giorgio Tonelli, Ci vorrebbe una lotteria, n. 9, 28/2/88; e G. Zanotti, Il Comune non ama il turista?, n. 15, 3/4/88.

[5] Cfr. L. Sedioli, "Gli albergatori aspettano il piano regolatore", n. 31, 7/8/88.

[6] Cfr. F. Semprini, Turismo domani: mercato e nuove idee, n. 8, 21/2/88.

[7] Cfr. F. Semprini, Il modello fuori moda, n. 21, 22/5/88.

[8] Cfr. R. S., Turismo 2000, alla ricerca di un identikit, n. 40, 30/10/88.

[9] Cfr. l’intervento del prof. Vincenzo Denicolò, intitolato Cambia l’economia, turismo ridimensionato, n. 41, 6/11/88.

[10] Cfr. R. Nitti, Tutti i conti della Riviera, n. 26, 26/6/88.

[11] Cfr. F. Semprini, Due auto per ogni patente, n. 4, 24/1/88.

[12] Cfr. A. Cecchini, Dopo Wall Street, come sempre, Rimini ama i Bot, n. 3, 17/1/88.

[13] Cfr. La Settimana, n. 5, 31/1/88. Cfr. pure L. Mari, Rimini terra di turismo e di condoni, n. 4, 24/1/88.

[14] Cfr. La Settimana, n. 43, 20/11/88.

[15] Cfr. La Settimana, n. 11, 13/3/88.

[16] Cfr. F. Semprini, La carica delle 102 cooperative bianche, n. 9, 6/3/88.

[17] Cfr. Bustarelle, n. 11, 13/3/88.

[18] Cfr. P. Terenzi, Un riminese al governo, n. 17, 24/4/88.

[19] Cfr. L. Mari, "Sopraeleviamo la Circonvallazione"; Id., Anche l’autostrada cambierà sede, n. 8, 21/2/88; e A. Montanari, L’autostrada a quattro corsie, n. 11, 13/3/88. Cfr. pure L. Mari, Nuova "16": Riccione teme i ritardi di Rimini, n. 39, 23/10/88.

[20] Cfr. Giov. Tonelli, Voglia d’Infinito fra storia e storie, n. 32, 28/8/88; Id. Meeting dai tanti volti, n. 33, 4/9/88.

[21] Cfr. La colomba e il garofano, pagina speciale, n. 33, 4/9/88.

[22] Cfr. nel n. 34, 11/4/49.

[23] Cfr. Questa Dc tanto ‘anomala’, n. 36, 2/10/88. Gli interventi sull’argomento occupano tre pagine speciali apparse nei nn. 36 (2/10), 37 (9/10) e 38 (16/10). Cfr. pure P. Terenzi, Ortalli: quali scelte per la città, n. 40, 30/10/88; è un’intervista al segretario provinciale della Dc.

[24] Cfr. A. M., La mala spara, la città in ginocchio, n. 6, 7/2/88.

[25] Cfr. L. Mari, Nuova malavita senza volto, n. 7, 14/2/88.

[26] Cfr. L. Mari, E il questore dice: "Rimini non è Palermo", n. 7, 14/2/88.

[27] Cfr. A. Montanari, Il giallo si addice alla costa, ultima puntata dell’inchiesta "Rimini come, viaggio dentro la città", n. 34, 11/9/88.

[28] Cfr. L. Mari, Nostra Riviera dei misteri, n. 21, 22/5/88; La Settimana, n. 29, 24/7/88, e n. 35, 25/9/88.

[29] Cfr. L. Mari, Sul lungomare, racket di Salisburgo; M. M. L’ombra della droga sui Casetti; M. Angelini, Scippi sempre più violenti, n. 13, 27/3/88; M. Marziani, Grosso giro di auto rubate a Rimini e a Riccione, n. 36, 2/10/88.

[30] Cfr. La Settimana, n. 45, 4/12/88.

[31] Cfr. La Settimana, n. 9, 28/2/88.

[32] Cfr. M. M. Dall’emergenza all’indifferenza, n. 10, 6/3/88. Nello stesso n. 10, un altro servizio dello stesso Marziani sull’argomento, è intitolato: Brillanti operazioni nella repressione al traffico, ma contro lo spaccio non c’è coordinamento.

[33] Cfr. La Settimana, n. 44, 27/11/88. Sui dati regionali per l’AIDS, cfr. La Settimana, n. 21, 22/5/88, e n. 45, 11/12/88. Su quelli locali, cfr. M. Marziani, "Overdose" o taglio? No, si muore per droga, n. 38, 16/10/1988; e Id., 1988: mai tanti morti per droga, n. 2, 15/1/89.

[34] Cfr. M. Marziani, Tutti gli uomini della piovra, n. 43, 20/11/88.

[35] Cfr. La Settimana, n. 43, 20/11/88. L’argomento è ripreso in M. Marziani, Discoteche tra business e disagio, n. 45, 4/12/88.

[36] Cfr. Giov. Tonelli, Non passa lo straniero…, n. 23, 12/6/88.

[37] Cfr. A. Montanari, Solo i vuccumprà fanno paura?, n. 26, 26/6/88; Id., Tutta colpa dei vuccumprà, n. 27, 3/7/88; L. M.-M. M., "Bentornati vuccumprà", n. 30, 31/7/88. Sul problema dei tunisini, cfr. l’inchiesta di M. Marziani, Tunisini: chi pesca nel mare, chi pesca nel torbido, n. 7, 14/2/88; e G. Cappiello, "Non tutti i tunisini sono delinquenti o spacciatori", n. 47, 18/12/1988.

[38] Cfr. La Settimana, n. 16, 17/4/88. Su Barbera, cfr. Dieci anni, p. 296 e p. 378.

[39] Cfr. M. Marziani, Poteva essere un’altra Ramstein, n. 34, 11/9/88; Lunga catena di incidenti e La Settimana, n.13, 30/3/86. Il 28 agosto 1988, nella base aerea americana di Ramstein in Germania, tre MB-339 delle Frecce Tricolori (pattuglia acrobatica militare), si scontrarono in volo e caddero tra la folla: cinquantuno furono i morti (tra cui i tre piloti), ed oltre quattrocento i feriti. Cfr. pure in "Società" 1989.

[40] Cfr. La Settimana, n. 17, 13/5/90.

[41] Cfr. i servizi a cura di Giov. Tonelli nel n. 17, 24/4/88. Cfr. anche A. Baffoni, Ruffilli: la via delle riforme per attuare la Costituzione, n. 18, 1/5/88.

[42] Cfr. La Settimana, e M. Marziani, Vanna Villa, terrorista immaginaria, n. 19, 8/5/88.

[43] Cfr. La Settimana, n. 18, 1/5/88. Si veda l’episodio di Calogero Diana, citato a proposito di Giuseppe Di Cecco nel cap. "Società" 1987.

[44] Cfr. A. Cecchini, "Riminicuore": i progetti ci sono, ora occorrono i mezzi, n. 13, 27/3/88.

[45] Cfr. M. Marziani, Un buco di 59 miliardi nel bilancio dell’USL 40, n. 41, 6/11/88.

[46] Cfr. M. Bartolini, Novafeltria: la Casa per anziani è un "piccolo lager"?, n. 28, 10/7/88.

[47] Cfr. M. Marziani, Istituti: il grande ricatto, n. 5, 31/1/88; Id., Chi controlla gli istituti?, n. 6, 7/2/88; Id., Villa Salus nel silenzio, n. 9, 28/2/88; M. Angelini, Istituti: le denunce dimenticate, n. 17, 24/4/88; Id., Consiglio comunale unanime su Villa Salus, n. 18, 1/5/88.

 

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