Riministoria© Antonio Montanari

Storia de "Il Ponte" 1987-1996 di Antonio Montanari

All'indice della Storia de "Il Ponte" 1987-1996

1982.1.Vita della Chiesa

Mons. Locatelli a Vigevano

"Sono stato vostro Vescovo dall’aprile del ’77. Ora vi lascio e passo al servizio di un’altra Chiesa: Vigevano". Mons. Giovanni Locatelli annuncia il 12 novembre al Consiglio Presbiteriale la sua partenza da Rimini. "Commozione e stupore", dice un sottotitolo del Ponte, mentre il direttore scrive: "Ci fa piacere ricordare che, come Vescovo, mons. Locatelli è nato a Rimini. Gli avremo fatto trovare anche dei problemi, ma tutto considerato a Rimini si sarà fatto anche una esperienza che gli risulterà utile in futuro". [1]

La Diocesi saluta e ringrazia mons. Locatelli domenica 4 dicembre, con una grande ed affollata concelebrazione in Duomo. ""Quando siamo intorno all’altare c’è posto solo per la gioia, per l’alleluia. C’è sempre festa, anche quando esistono motivi di sofferenza". A braccio il Vescovo inizia la sua omelia di saluto, quasi un testamento per la Chiesa riminese". [2]

"Secondo la preziosa indicazione di Papa Giovanni, fissiamo i nostri occhi sul tanto che ci accomuna e per cui abbiamo lavorato in questi anni", dice mons. Locatelli in uno dei passi centrali dell’omelia, aggiungendo: "Su alcune cose che hanno potuto cagionare frizioni, difficoltà, su cose che, a volte, sono sembrate incomprensibili e dure, riponiamo ormai "il mantello dell’amore di Dio, che tutto avviluppa, trasforma": così dicevano i Padri del deserto per le occasioni in cui, anche con la migliore delle buone volontà, non si riusciva a capire". [3]

Mons. Ersilio Tonini, Vescovo di Ravenna e Cervia, il 10 dicembre viene nominato Amministratore Apostolico delle Diocesi di Rimini e San Marino-Montefeltro. [4] Nel suo primo messaggio mons. Tonini scrive: "So bene che alcuni compiti particolari mi attendono, in corrispondenza delle attese che avverto vivissime. So che questa comunità, già così ricca di vitalità apostolica e di attività sociale in tutti i settori, alcune cose si aspetta da me: incoraggiamento a risentirsi pacificata, a gustare il privilegio nel sentirsi unita nella profondità e sincerità degli animi, per vivere in serena pienezza ognuno la propria unità con il suo Signore e così testimoniare tutti insieme una Chiesa segno e sacramento di Dio Amore. Ci aiuteremo insieme per essere sempre meglio quel che il Signore vuole che siamo". [5]

 

 

Una missione anche per Rimini

Nell’ultimo incontro con le autorità di Rimini per la festa del patrono San Gaudenzio, il 14 ottobre [6], mons. Locatelli mette al centro del suo discorso il tema delle "nuove grosse emergenze": "Lo scenario del mondo ci dimostra che se facciamo finta di non vederle e… ne rimandiamo le soluzioni, o tentativi di soluzione, diventano bombe che scoppiano repentinamente". "C’è collera", aggiunge, "c’è voglia di violenza, a volte con delle ragioni, a volte allo stato selvaggio; saranno anche pilotate a distanza? Per finalità molto misteriose?". La nostra Chiesa "invita tutti, specie i suoi figli, a porgere l’orecchio attento al clamore di questi bisogni", aprendo "i suoi granai" anche se "non sono certo fondi grandiosi".

Soffermandosi infine sul "futuro immediato di Rimini", il Vescovo osserva: "Ci sentiamo, vicino alle spalle, il fiatone di grossi cambiamenti che bussano ad ogni livello". Ed elenca "alcune convinzioni", delle quali è necessario dare testimonianza: non ridurre tutto a "danaro e sempre danaro", non scaricare sugli altri i nostri doveri, ognuno "viva sino in fondo il suo ‘dare’, mai accarezzando con proposte che non hanno futuro, che non hanno più senso, ora come ora". Anche Rimini, "per i suoi molti incontri, per il suo convenire di tante persone", può darsi che "abbia una missione": "La Chiesa possa cogliere la sua", conclude mons. Locatelli, "al suo livello che è poi subito un tuffo nella storia e mai un agire al riparo dei grandi venti".

Pochi giorni prima, il Vescovo "ha incontrato i terzomondiali presenti a Rimini", riuniti dalla Caritas e da don Oreste Benzi, la cui Comunità Papa Giovanni XXIII è stata investita da mons. Locatelli "del compito di occuparsi di due realtà marginali emergenti: i terzomondiali e gli zingari". [7]

Il Vescovo a fine ottobre si reca in visita alla Comunità di San Martino de Porres a La Guaira (Venezuela), "parrocchia riminese" nell’America Latina, la cui storia viene ripercorsa dall’inviato speciale del Ponte Renzo Gradara [8], e da don Aldo Fonti, responsabile di quella Missione diocesana [9].

 

 

Le "nuove emergenze"

L’attenzione del Ponte alle "nuove emergenze" è costante. Nel commentare l’enciclica papale Sollecitudo rei socialis, il direttore scrive: "Le strutture politiche ed economiche hanno fatto sì che il divario fra Paesi ricchi e Paesi poveri, fra Nord e Sud del pianeta, si allargasse anziché diminuire". Analfabetismo, sfruttamento ed oppressione economica, discriminazioni soprattutto razziali, sono altri indici negativi delle zone di sottosviluppo. Nelle aree dei Paesi ricchi i segni di crisi si chiamano mancanza degli alloggi, sottoccupazione e disoccupazione. [10]

"Nel capitolo quinto" dell’enciclica, spiega Terenzi, "il Papa offre una lettura teologica dei problemi moderni e propone alcune categorie di giudizio morale di grande importanza, come quella delle "strutture di peccato"". Nel "campo dello sviluppo", conclude il direttore, l’esigenza di conversione deve tradursi in un "concetto specifico: la solidarietà". [11]

Di solidarietà come "impegno sociale e politico" si è discusso a Roma, al convegno organizzato dalla Conferenza Episcopale Italiana per studiare i mutamenti provocati dalla nuove tecnologie industriali, sotto la guida di mons. Fernando Charrier, presidente della commissione CEI per i problemi sociali e del lavoro. Don Luigi Tiberti, responsabile diocesano del Centro pastorale "Mondo del lavoro", ne riferisce in una lunga intervista. [12]

Per la Giornata della Solidarietà con il mondo del lavoro, il 28 febbraio il Vescovo ha inviato alla Diocesi un messaggio in cui si legge tra l’altro: "Solidarietà è l’apice della carità", è cambiare "il ritmo di vita", non pensare soltanto in termini personali, è soprattutto ricordarsi di disoccupati e poveri esistenti non solamente in Italia ed in Europa, ma anche nel resto del mondo. [13]

Un’"Opinione" di Renzo Gradara torna sull’enciclica Sollecitudo rei socialis, per sottolineare un diffuso "disinteresse verso forme di impegno pastorale ed apostolico che abbiano a che fare con il sociale". [14]

Il leader polacco di Solidarnosc, Lech Walesa, dichiara in esclusiva al Ponte: "Il sistema occidentale è il solo che funzioni dal punto di vista economico. Però ha anche i suoi lati negativi: lo sfruttamento dell’uomo, ad esempio, la disoccupazione… Si tratta per noi di scegliere gli aspetti positivi e lasciare quelli negativi". [15]

Il Vescovo di ’Ndola (Zambia), mons. Denis De Jong, presidente della Commissione Episcopale dell’Africa Orientale, in visita a Rimini, traccia un quadro del dramma del suo Paese: "I giovani non hanno nessuna possibilità di occupazione, le industrie chiudono, l’esportazione non esiste. Non ci sono più i soldi per importare nulla". [16] A ’Ndola è presente l’Associazione Papa Giovanni con alcune importanti strutture, tra cui una casa-famiglia per bambini handicappati psichici.

Don Carlo Carlevaris, assistente nazionale di "Cristiani nel mondo operaio", in occasione del secondo convegno del suo movimento (Rimini, 9-10 aprile), illustra il tema della giustizia in riferimento alle istanze etiche del Vangelo, per difendere i più deboli. [17]

Mons. Antonio Riboldi, Vescovo di Acerra, ospite del Circolo culturale "Il Cipresso" di Villa Verucchio, parla della richiesta di vera giustizia che sale dal cuore della gente del Sud, e sofferma la sua attenzione anche sul nostro territorio, "tanto tormentato dal benessere", fatto di consumo sfrenato e di costumi lassi. [18]

 

Il Papa in Emilia

"Con lo sguardo a Mosca [dove il 29 maggio si sono incontrati Reagan e Gorbaciov, rilanciando un "dialogo realistico" tra USA ed URSS, n.d.r.] ed il cuore in America Latina", come titola Il Ponte, Giovanni Paolo II compie a giugno una visita di cinque giorni in Emilia, una regione che ricorda al Pontefice "la parabola evangelica dell’uomo ricco che è tentato di confidare esclusivamente sui beni che è riuscito a mettersi da parte".

Il Papa lancia da Parma un appello a far divenire la solidarietà "sempre più il criterio fondamentale delle scelte politiche e delle programmazioni economiche". A Bologna ricorda la presenza degli studenti provenienti dal Terzo Mondo e dall’America Latina: "Loro come noi, figli del vecchio continente, abbiamo bisogno di una nuova cultura che metta al centro del suo sapere l’uomo". [19]

 

 

L’Anno Mariano

Con un solenne atto di affidamento della città e della Diocesi alla Madonna, domenica 14 agosto il Vescovo conclude ufficialmente l’Anno Mariano. Il Ponte, da maggio a giugno, ha pubblicato sette supplementi speciali dedicati ai santuari mariani del territorio riminese, curati da Giulio Cesare Mengozzi: Beata Vergine delle Grazie (Covignano), Maria Madre della Misericordia (Santa Chiara di Rimini), La Visitazione (Casale di San Vito), La Madonna di Bonora (Montefiore Conca), Beata Vergine delle Grazie (Trebbio di Montegridolfo), Santa Maria delle Grazie (Fiumicino di Savignano) e Beata Vergine della Scala (Rimini). L’ultima puntata contiene anche un’intervista a mons. Loris Capovilla, già segretario di Papa Giovanni XXIII, che parla della "sollecitudine sociale" di Maria. [20]

Un’altra serie di pagine speciali inizia sul Ponte: sono servizi di Amedeo Montemaggi che, sotto il titolo "La Chiesa per la pace", raccontano storie del periodo del passaggio del fronte durante la seconda guerra mondiale. Montemaggi segnala l’opera dei sacerdoti romagnoli, "ieri di conforto e di aiuto" alla popolazione, oggi "di riconciliazione e pace". [21]

A proposito di storia della Chiesa riminese, segnaliamo un ricordo di don Ugo Maccolini [22], una cronaca relativa alla mostra dell’Archivio di Stato su Santa Maria Maddalena delle Celle [23], ed una nota per Madre Elisabetta Renzi dichiarata Venerabile. [24]

 

 

La scomparsa di mons. Polverelli

Scompare ad 84 anni mons. Amedeo Polverelli. Come ricorda il Vescovo nella omelia funebre, "ha sempre avuto a cuore ed approfondito il ruolo di Maria nel cammino di santificazione cristiana". Ordinato sacerdote nel 1927, fu responsabile degli Ordini religiosi femminili in Diocesi, e Preposto del Capitolo dei canonici della cattedrale. "Scrisse diversi libri, alcuni dei quali di teologia mariana, altri di ricordi autobiografici e storici". La memoria della "personalità umana e cristiana" di mons. Polverelli, scrive il direttore, "continuerà a portare frutti nella nostra Chiesa". [25]

 

I nuovi sacerdoti

L’8 maggio il Vescovo ordina in Cattedrale quattro sacerdoti (Probo Vaccarini, Angelo Rubaconti, Giuseppe Arcangeli, Roberto Costantini), ed un diacono permanente, Bruno Maggiori. [26] È una cerimonia fuori dall’ordinario, che fa notizia sulla stampa nazionale per la presenza di don Probo Vaccarini che a Rimini "è già un personaggio": vedovo da diciotto anni, padre di sette figli (dei quali tre sacerdoti), ha anche pubblicato due libri di ricordi riminesi, tra storia ed autobiografia.

 

[1] Cfr. P. Terenzi, Un doveroso grazie, n. 43, 20/11/88. Nello stesso n. 43, Giov. Tonelli esamina i "quasi dodici anni vissuti insieme" a mons. Locatelli. Nel n. 45, 4/12/88, una pagina speciale, curata da F. Succi, ripercorre "il magistero del Vescovo attraverso le sue lettere pastorali".

[2] Cfr. Giov. Tonelli, Con gratitudine e tristezza, n. 46, 11/12/88.

[3] Cfr. Mons. G. Locatelli, Il saluto alla Diocesi di Rimini, n. 46, 11/12/88.

[4] Cfr. Giov. Tonelli, "Il Papa in persona mi ha dato questo incarico", Subito tra noi, n. 47, 18/12/88.

[5] Cfr. Mons. E. Tonini, Vi aiuterò con questo spirito, n. 47, 18/12/88.

[6] Cfr. Mons. G. Locatelli, Rimini, città di incontri, ha una sua missione, n. 39, 23/10/88.

[7] Cfr. Il Vescovo incontra la Rimini nera, n. 37, 9/10/88.

[8] Cfr. le due pagine di Speciale Missione Diocesana, a cura di R. Gradara, n. 29, 24/7/88.

[9] Cfr. don A. Fonti, La Guaira: le tappe del nostro cammino, n. 35, 25/9/88. Sulla Comunità di La Guaira, cfr. pure i servizi pubblicati da E. Brigliadori nel 1989, nn. 38, 22/10; 39, 29/10; 42, 19/11; e 43, 19/11.

[10] Cfr. P. Terenzi, Est e Ovest schiacciano il Sud del mondo, n. 10, 6/3/88.

[11] Cfr. P. Terenzi, Solidarietà contro profitto e potere, n. 11, 13/3/88.

[12] Cfr. C. Olivieri, Scelte di Chiesa, una solidarietà con le gambe lunghe, n. 3, 17/1/88.

[13] Cfr. mons. G. Locatelli, Il lavoro come diritto e valore primario, n. 9, 28/2/88.

[14] Cfr. R. Gradara, Anche la solidarietà è un miracolo, n. 20, 15/5/88. Sui temi sociali del momento, cfr. Id., Le Timberland e l’immortalità dell’anima, n. 3, 17/1/88.

[15] Cfr. D. Corgnali, Lech Walesa, fra fede e coraggio, n. 2, 10/1/88.

[16] Cfr. M. Marziani, La mia Africa fra miseria e speranza, n. 5, 31/1/88.

[17] Cfr. F. Semprini, Etica, politica, economia: cercare e praticare la giustizia, n. 12, 20/3/88.

[18] Cfr. R. Ghidotti, La speranza di chi chiede giustizia, n. 9, 28/2/88.,

[19] Cfr. Giorgio Tonelli, Il Papa in Emilia, con lo sguardo a Mosca ed il cuore in America Latina, n. 25, 19/6/88.

[20] Cfr. i nn. 19-24 (1/5-12/6/88). Si veda anche dello stesso autore, La Madonna del Giglio e la Mater Salvatoris, n. 30, 31/7/88.

[21] Cfr. la nota introduttiva alla seconda puntata (n. 26, 26/6/88). Le dieci puntate del 1988, sono apparse nei nn. 24, 12/6; 26, 26/6; 28, 10/7; 30, 31/7; 32, 7/8; 34, 11/9; 37, 9/10; 39, 23/10; 42, 13/11; e 46, 11/12. Le altre dodici che completano la serie, sono apparse nel 1989, nei nn. 1, 8/1; 7, 19/2; 10, 12/3; 13, 9/4; 18, 14/5; 21, 4/6; 25, 2/7; 32, 3/9; 37, 15/10; 40, 5/11; 42, 19/11; e 47, Natale 1989.

[22] Cfr. M. Masini, Tutti contro i Salesiani, n. 28, 10/7/88.

[23] Cfr. A. Montanari, Una chiesa vecchia nove secoli e mezzo, n. 2, 10/1/88.

[24] Cfr. Suor M. Gabellini, Madre Elisabetta Renzi Venerabile, n. 8, 21/2/88.

[25] Cfr. P. Terenzi, Dopo il "Canto di Attesa" viene il Signore, n. 25, 19/6/88.

[25] Cfr. AA. VV., Quattro nuovi preti e un diacono, n. 19, 8/5/88. Cfr. pure E. Brigliadori, Don Probo: sull’altare con i suoi figli, n. 20, 15/5/88.

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