Riministoria© Antonio Montanari

Storia de "Il Ponte" 1987-1996 di Antonio Montanari

All'indice della Storia de "Il Ponte" 1987-1996

 

1987.2.Societa’

 

La città-capoluogo

Rimini si candida a città-capoluogo di una zona turistica a dimensione europea. Palazzo Garampi delinea la "traccia" del nuovo assetto urbanistico, ispirato a quello regionale. Saremo un nodo della costa adriatica e della via Emilia, ed un centro di servizi e di attività a livello nazionale. [1] Mentre a Roma dopo lo scioglimento anticipato delle Camere i partiti si affrontano duramente, a Rimini si compie senza scossoni il primo passo verso la realizzazione del piano regolatore: votano a favore Pci, Psi, Pli e Pri; astenuti Dc, Psdi, Msi e Sinistra indipendente. [2]

La "strategia territoriale" del piano prevede la riqualificazione dell’area costiera, lo sviluppo dei servizi legati alla produzione e al turismo nella direttrice per San Marino, un polo commerciale a San Vito, e lo sviluppo residenziale lungo la via Marecchiese. [3]

Il piano del traffico, partito alla fine del 1986, mette d’accordo, per la prima volta in quarant’anni anni, Carlino e Unità: "Non c’è male", intitola il quotidiano bolognese. "Un buon avvio", scrive il foglio del Pci. [4] È in rivolta invece il borgo San Giuliano: non gradisce il senso unico sul ponte di Tiberio. Per liberare dal traffico il monumento romano, l’arch. Stefano Piccioli progetta un tunnel sotterraneo [5]. Il Quartiere n. 4 propende per una struttura di superficie, ideata dall’arch. Nedo Pivi. L’assessore Cappellini promette una decisione entro sei mesi. [6] Nasce ufficialmente la "San Giuliano spa". Costruirà la nuova darsena di Rimini alla Sinistra del porto, con 1.200 posti barca. [7]

 

La ‘nuova’ economia

È il momento di "mattone forestiero" [8]. Un progetto per il recupero di palazzo Lettimi, tuttora in macerie dopo la distruzione bellica, è stato presentato dal Gruppo Valdadige di Verona [9]. A Riccione, la signora Olga Salciccia, da Tagliacozzo (L’Aquila), ha acquistato tre grandi alberghi per circa nove miliardi di lire.

Secondo Mario Gentilini, nel Riminese "quasi tutte le imprese private del settore edilizio sono fallite o stanno fallendo": si sono impegnate troppo nella speculazione, "nella ricerca dell’appalto facile, anziché far crescere la propria capacità d’impresa". Questa caduta di professionalità è uno degli aspetti nuovi della situazione economica locale, caratterizzata da altri fenomeni. Traffico di droga, prostituzione, bische, racket, contrabbando ("in particolare con San Marino", secondo la Confcommercio), e riciclaggio di denaro sporco, hanno consegnato il "25% del reddito della nostra città" alla criminalità organizzata. Altro dato: "Ci sono appalti dove per telefono si chiede una tangente". Per gli imprenditori, "il problema è perdere l’appalto o pagare". [10]

L’aumento della disoccupazione pone i giovani "in una situazione di marginalità sociale". [11] Sono loro la metà degli iscritti alle liste di collocamento. I posti di lavoro diminuiscono, mentre peggiorano le condizioni degli operai tra accelerazione dei ritmi produttivi, soprusi e discriminazioni. [12] In tre fabbriche del gruppo SCM, a Rimini e Villa Verucchio, si avviano le procedure di licenziamento per 179 dipendenti (pari al 18% degli occupati), finora in Cassa integrazione. [13]

Nel corso del 1986, l’Ispettorato del Lavoro ha scoperto che non erano in regola 190 lavoratori dei 400 controllati in 107 aziende turistiche. Delle diecimila persone attive nel settore alberghiero, 2.000 provenivano da Rimini, 4.200 dal Circondario; la parte restante da fuori regione (2.400) e dall’estero (1.400). [14]

Ogni ospite della Riviera spende in media 45 mila lire. È più brillante lo straniero dell’italiano, 60 mila lire contro 43 mila. Nel 1986, le presenze sulla costa emiliano-romagnola sono state 33 milioni. Nel Circondario di Rimini, il turista è più danaroso rispetto a quello che soggiorna a Cesenatico o Cervia. [15]

A San Marino il ministro degli Interni Alvaro Selva richiede "grandi progetti" per far decollare l’economia del Titano e garantire lo sviluppo delle regioni vicine. Nell’elenco inserisce "la struttura del casinò", ritenuta capace di attirare un turismo qualificato. A Selva, osserva Il Ponte, sfugge che "nessuno è mai riuscito a tutelare adeguatamente l’ordine pubblico", in presenza di una casa da gioco. Il problema è ancor più delicato sulla costa romagnola, "dove la criminalità organizzata sembra interessata a piantare bandiera". [16] Il socialista sammarinese Antonio Volpinari invita a non "tirare in ballo una presunta questione morale: vengono fatte tante cose immorali…". Una più, una meno. [17]

L’idea del casinò affascina anche il sindaco di Riccione Terzo Pierani che, invitando i politici (nazionali e locali) ad uscire allo scoperto sull’argomento, in dicembre scende a Roma con la sua richiesta. [18] Con Pierani concorda Luigi Montanari, presidente degli albergatori riccionesi: il casinò sarebbe una specie di volano nell’economia turistica. [19] Il Ponte commenta: "Non è questione di barriere contro l’immoralità del gioco d’azzardo, è questione di capire perché la Riviera romagnola dovrebbe giocare alla roulette russa per aprire i suoi tavoli verdi ai faccendieri di tutt’Italia". [20]

 

Gli extracomunitari

Gli extracomunitari "possono finalmente regolarizzare la loro posizione lavorativa. Anzi sono obbligati a farlo", con la nuova normativa. La Caritas riminese apre un ufficio per i problemi dei terzomondiali. [21]

Al problema dell’immigrazione, Il Ponte dedica numerosi servizi. Si riprende il discorso avviato due anni prima [22], quando il fenomeno era iniziato: "L’inverno dal quale stiamo uscendo ha visto la Riviera invasa da questi personaggi che sembrano mantenersi esclusivamente attraverso la vendita di cianfrusaglie". Un giovane del Senegal rivela che in molti scappano dal suo Paese per mancanza di lavoro: "Avete fatto una legge sul collocamento per gli stranieri, ma non ci avete dato lavoro". Un altro ragazzo racconta il suo progetto: racimolare un milione di lire, e tornare a casa, costruirsi una capanna, e "vivere di rendita per tutta la vita". [23]

Il fenomeno è europeo. "Questi africani ci rassomiglieranno sempre più. Le difficoltà che essi incontrano oggi, sono le stesse che dovettero affrontare in tempi più o meno lontani i nostri connazionali, nell’emigrazione interna od estera". Una lite fra marocchini ottiene un titolo su cinque colonne nel Carlino locale. A Riccione, un vuccumprà scacciato per le sue insistenze dal bagnino che gli butta via tutta la sua merce, reagisce con un pianto dimesso che non fa notizia. [24]

Esiste un racket dei senegalesi? Gli interessati smentiscono. Secondo alcuni operatori sociali, il grosso del commercio clandestino, sarebbe "in mano agli italiani che non vengono mai disturbati", mentre le Forze dell’ordine sequestrano le merci agli extracomunitari. I quali offrono magliette Lacoste a tremila lire, accendini, tagliaunghie, radioline. I commercianti protestano per la concorrenza che azzererebbe i loro incassi. [25]

Un commerciante riminese, Roberto Maglione, difende i vuccumprà in una lettera al Carlino: loro finiscono "in una cella con i delinquenti solo per aver cercato di vendere qualcosa per mangiare. Ed intanto chi li rifornisce s’ingrassa. Lo sappiamo tutti che rispettabili commercianti di San Marino, Villa Verucchio e Rimini li sfruttano come bestie". [26] Ahmud, un ambulante negro laureando a Perugia, conferma a il manifesto: le centrali clandestine, i magazzini con le scorte, sono nel Centro commerciale di Rimini, a San Marino, e in altre città romagnole. [27]

A Santarcangelo, in luglio durante il festival teatrale, alcuni saccopelisti vengono bastonati da un gruppo di giovani. "Dietro tutto questo c’è una questione di soldi", cioè la paura "che i conti anche quest’anno si chiudano in rosso", scrive l’Unità. [28]

Alla fine di maggio, dopo la morte per droga di un giovane di 36 anni, sono arrestati sei tunisini, dall’età compresa tra i 22 e 30 anni, che gli avrebbero venduta la ‘roba’ risultata fatale. [29] Altri arresti in ottobre, ad Ancona: riguardano due marinai tunisini di Rimini. [30]

Nel 1985 qualche nordafricano si era trovato coinvolto in scippi o in piccoli spacci di stupefacenti minori, ma i ‘vecchi’ pescatori di Tunisi avevano "cercato di mettere subito le cose a posto perché la paura di non poter più lavorare in Italia era molto forte, come lo è adesso che [i tunisini] sono nuovamente nell’occhio del ciclone". [31] Il Ponte scrive che tra droga e tunisini esiste un legame che non è casuale, anche se "le statistiche smentiscono finora il passaggio del mercato" dalla criminalità locale a quella d’importazione. [32]

Il traffico di cocaina avrebbe a Bellaria un centro di smistamento: "È un giro chiuso, ma non impenetrabile. È facile arrivare al piccolo consumatore spacciatore", mentre sfuggono personaggi chiacchierati per il loro tenore di vita. [33]

 

Ombre dal Golfo Persico

Per traffico di armi dirette ad Iran ed Irak, Roberto Sapio sostituto procuratore della Repubblica di Rimini, emette sei ordini di cattura e quattordici comunicazioni giudiziarie. Cinque gli arresti eseguiti. Uno riguarda Hussein Abdul Abbas, 40 anni, ingegnere. L’inchiesta sarebbe partita dalle indagini sulle attività commerciali di un riminese, Daniele Moschini (37 anni), originario di Pistoia, ex legionario e mercenario, ed incarcerato a Parigi vent’anni prima per il rapimento di un industriale francese. [34] A Parigi era vissuto anche Maurizio Vallicelli, riminese ucciso a Bologna nell’aprile 1986, industriale con conti in rosso presso le banche. Proprio a Parigi, Vallicelli aveva conosciuto il principe Mishal Bin Saud Abdul Aziz, nipote del sovrano saudita, e vicepresidente del Centro Pio Manzù. [35]

Un altro appuntamento politico nazionale, è quello dell’8 novembre con i "cinque referendum troppo ‘facili’" [57]: i quesiti riguardano la responsabilità civile del giudice, la Commissione inquirente, ed il nucleare (tre schede). Vincono i "sì" a larga maggioranza, a Rimini come nel resto d’Italia. L’astensionismo è alto. La percentuale dei votanti nel nostro Circondario è superiore alla media nazionale, però un riminese su quattro ha disertato le urne. [58] Commenta Il Ponte: "L’orientamento degli elettori è stato chiaro, ma i problemi restano tutti da risolvere sul piano politico e legislativo. Problemi che i partiti della maggioranza avrebbero potuto affrontare e risolvere senza bisogno di referendum". [59]

Vita ad ostacoli

Per la prima volta in Italia, alcuni pubblici amministratori sono denunciati per omissioni di atti d’ufficio, in relazione all’obbligo di abbattere le "barriere architettoniche". Otto comunicazioni giudiziarie sono inviate dal pretore di Rimini Renato Ferraro, a vecchi e nuovi assessori della città, ed al sindaco in carica Massimo Conti, dopo un esposto presentato dal Gruppo d’intervento sull’handicap che si costituisce parte civile. [60]

Il 3 agosto sei handicappati torinesi che avevano prenotato (con caparra) all’Hotel K2 di Igea Marina, vengono rifiutati dal gestore, Tullio Giorgetti: tre di loro tornano a casa, gli altri sono accolti in una colonia dell’Aniep (Associazione poliomielitici), dopo che altri alberghi hanno risposto picche, come dichiara Manuela Colombo, accompagnatrice del piccolo gruppo. La Riviera protesta. "Lungomare intasato dagli handicappati", titola la locandina del Carlino del 22 agosto. Il sindaco di Bellaria emette un’ordinanza di chiusura temporanea del K2 per sette giorni, innescando un lungo iter giudiziario. [61]

 

"Rischio aids" in Riviera

L’Usl 40 chiede alla Regione di considerare la Riviera "zona ad alto rischio per l’aids", soprattutto in relazione al flusso turistico. Gli albergatori di Riccione non gradiscono: "Non è il modo migliore per parlare di noi. Non facciamo altro che rovinarci la stagione". Il Presidente dell’Usl 41 (Riccione) Paolo Tempera ironizza: "L’aids sta diventando il palcoscenico per chi vuole esercitarsi ad inventare pubblicità". [62]

Stando ai dati ufficiali, il rischio aids sulla nostra costa sarebbe "all’acqua di rose": "A Rimini siamo fra i meno colpiti in regione; se si considerano poi solo le maggiori città, siamo proprio gli ultimi". "Unico neo della faccenda", scrive Marziani, "è che qualcuno sostiene che non sia vero": "è possibile che per salvare il turismo anche i dati diffusi dai nostri sanitari tirino al ribasso". [63] Il primario della divisione Malattie infettive dell’Ospedale civile di Rimini, prof. Renzo Ciammarughi, smentirà tale ipotesi: abbiamo sempre fornito "un’informazione corretta, esente da scandalismi o da terrorismi". [64] L’USL 40, attraverso 16 mila analisi, a settembre registra sei casi di aids (quattro sono i decessi accertati), e 141 di persone sieropositive. A dicembre, le statistiche danno altri quattro casi, con cinque decessi complessivi. [65]

 

Giustizia

Dopo quattro anni di polemiche e carte bollate [66], a febbraio sembra chiudersi il caso del procuratore della Repubblica di Rimini, Arturo Di Crecchio. "Giocando d’anticipo è riuscito ad evitare il trasferimento d’ufficio" per incompatibilità ambientale, proposto nel marzo 1984 dal Ministro Martinazzoli al Consiglio Superiore della Magistratura: Di Crecchio ha chiesto di essere inviato a Bologna come consigliere di Corte d’Appello. [67] Ma in luglio, arriva la sorpresa: il procuratore rinuncia al trasferimento da lui richiesto, e ricorre contro il concorso indetto per il suo posto a Rimini, ottenendone il blocco dal Tribunale Amministrativo Regionale. [68]

Il 12 ottobre il Consiglio superiore sospende Di Crecchio dalle sue funzioni, mentre il 30 si riapre a Firenze il processo in appello, dopo la condanna a dieci mesi da lui subìta il 22 maggio per interesse privato: era stato imputato di aver favorito Paola Magnani nella causa di divorzio della signora da Piero Amati, noto imprenditore riminese. Il 29 dicembre, è pronunciata la sentenza di assoluzione. Ma il 27 aprile 1989 Di Crecchio sarà condannato a nove mesi, con i benefici di legge. All’inizio del 1988 Di Crecchio sarà trasferito ad altra sede. [69]

A febbraio Gino Righi, presidente della sezione penale del Tribunale riminese, chiede al Consiglio Superiore della Magistratura "non rinvii o dilazioni, ma la sollecita definizione delle indagini" a suo carico [70], da lui stesso richieste nel 1986, per accertare la fondatezza delle accuse di partigianeria contro il Comandante dei Vigili Urbani di Rimini, Carlo Barbera. [71] Il 25 febbraio arriva l’assoluzione del Consiglio Superiore: "L’ipotesi di collegamento con ambienti politici locali", dice la sentenza, "è smentita dalla stessa giurisprudenza del Tribunale penale, tutt’altro che politicamente monocorde". [72]

Un altro caso che ha suscitato clamore riguarda Enzo Pacifico, capo degli ufficiali giudiziari, arrestato nel 1986 per omissione ed interesse privato in atti d’ufficio: non avrebbe trasmesso nel tempo dovuto una notifica al magistrato Roberto Sapio. [73] Il Tribunale di Firenze l’11 giugno lo assolve.

"Tra applausi, lacrime, abbracci e baci" si conclude con l’assoluzione in appello a Bologna [74], la vicenda di Vincenzo Muccioli che il 16 febbraio 1985 era stato condannato dal Tribunale di Rimini a diciotto mesi con la condizionale, per sedici sequestri di persona e sette episodi di maltrattamento. [75] Indro Montanelli dopo la prima sentenza sfavorevole a Muccioli, aveva scritto un articolo intitolato "Giustizia è sfatta", contro il quale si erano querelati i giudici riminesi. Il Tribunale di Milano ora condanna l’illustre giornalista a cinque milioni di multa, per diffamazione aggravata. [76]

 

Cronaca

La banda del racket che aveva preso di mira l’autosalone riminese di Savino Grossi, viene intercettata dalla polizia il 3 ottobre, mentre sta ritirando a Cesena sull’autostrada una valigetta piena di soldi. I banditi sparano contro la vettura di Grossi e l’auto-civetta del Commissariato di Rimini, colpendo tre agenti: Antonio Mosca (39 anni), Luigi Cenci (25), Addolorata Di Campi (22). Il Ponte si domanda: "dietro tutta la vicenda, c’è solo una richiesta di trenta milioni?". [77] Le cronache future registreranno a proposito di questo episodio la firma della banda della "Uno bianca". Antonio Mosca morirà nel 1989 in seguito a quelle ferite. [78]

Un brigatista rosso, Giuseppe Di Cecco (31 anni), evaso dall’ospedale di Novara e scoperto nel dicembre ’86 in un casolare di Ginestreto di Sogliano, viene condannato a sedici mesi per false generalità. Era stato fermato con altre dieci persone, considerate attive nel traffico romagnolo di eroina, tra cui i fratelli Giulio (24 anni) e Pietro Moro (28 anni), figli di Sebastiano Moro che fu condannato a 14 anni per il rapimento del dott. Rossini a San Marino nel 1973. [79] Di Cecco, che ha da scontare una pena di 24 anni per azioni terroristiche, il 16 dicembre ’87 evade nuovamente: questa volta da Fossombrone, assieme a Felice Maniero [80], considerato un capo della malavita veneta. Maniero farà parlare molto di sé negli anni seguenti.

[1] Cfr. La Settimana, n. 1, 11/1/87.

[2] Cfr. La Settimana, n. 18, 10/5/87.

[3] Cfr. A. Montanari, I sogni di una supercittà, n. 3, 25/1/87.

[4] Cfr. La Settimana, n. 2, 18/1/87. Cfr. pure A. Montanari, Sulle strade, verso il duemila, n. 1, 11/1/87.

[5] Cfr. F. Gori, Sotto sotto per salvare Tiberio, n. 13, 5/4/87; La Settimana, n. 20, 24/5/87; e Tama, A "cattivo" assessor…, n. 21, 31/5/87.

[6] Cfr. La Settimana, n. 19, 17/5/87. Cfr. pure i servizi di E. Gorini, Progetti al bivio: tunnel o ponte?, n. 21, 31/5/85; Un gemello da sei miliardi, n. 27, 12/7; e Tiberio in attesa di giudizio, n. 28, 26/7. Vedi anche L. Mari, Come ti sistemo il traffico, n. 3, 17/1/88.

[7] Cfr. La Settimana, n. 3, 25/1/87; e F. Semprini, Salpa la darsena, n. 5, 8/2/87.

[8] Cfr. F. Semprini, Mattone forestiero, n. 4, 1/2/87.

[9] Risponde nel n. 5, 8/2/87, l’ing. Luciano Gorini: "Per la verità, tale proposta [per il Lettimi] è stata avanzata tre anni fa dal sottoscritto, imprenditore edile riminese, e da un’altra impresa anch’essa riminese. Successivamente, al posto di quest’ultima impresa, ritiratasi, è subentrato l’ing. Antonio Benzi, quale presidente ed azionista di maggioranza della "Valdadige Costruzioni Spa" che ha sede a Verona, ma uffici anche in Romagna. L’ing. Antonio Benzi è di Rimini, quindi il capitale che si impiegherebbe per la ricostruzione del Lettimi è per più del 75% riminese e le maestranze sarebbero esclusivamente locali". La Valdadige progetta anche il recupero della colonia Murri: cfr. F. Semprini, La Murri prossima ventura, n. 29, 2/8/87. Si veda infine D. Fagnani, Finanziaria! Basta la parola?, n. 42, 22/11/87.

[10] Cfr. M. Marziani, In mano alla malavita un quarto del reddito della città, n. 45, 13/12/87.

[11] Cfr. l’intervista al prof. Pierpaolo Parma, n. 3, 25/1/87, "I ragazzi dell’87? Disoccupati dalle mille identità". Sulla disoccupazione, cfr. pure: R. Gradara, La crisi stabile del "sistema", n. 2, 18/1/87; e D. Fagnani, Disoccupati al microscopio, n. 13, 5/4/87.

[12] Cfr. R. Gradara, Primo maggio: festa difficile, n. 17, 3/5/87.

[13] Il problema è ampiamente discusso sul Ponte: cfr. gli articoli di R. Gradara (nn. 35, 4/10/87; e 39, 1/11); il documento della GIOC e di Cristiani nel mondo operaio (n. 36, 11/10); e le proposte del sindacato FLM (n. 38, 25/10).

[14] Cfr. V. Putruele, Sfruttamento nel divertimentificio, n. 29, 2/8/87.

[15] Cfr. L. Sedioli, Come e quanto spende il turista, n. 23, 14/6/87.

[16] Cfr. F. Semprini, San Marino: il futuro giocato alla roulette, n. 27, 12/7/87.

[17] Cfr. La Settimana, n. 1, 1/1/88. Contro il progetto del casinò, prende posizione il Consiglio presbiteriale della Diocesi di San Marino-Montefeltro: cfr. F. S., No, a chi azzarda il Casinò, n. 7, 14/2/88.

[18] Cfr. La Settimana, n. 1, 1/1/88.

[19] Cfr. La Settimana, n. 4, 24/1/88.

[20] Cfr. A qualcuno piace ancora il casinò, n. 1, 1/1/88.

[21] Cfr. M. Marziani, Non è più nero il lavoro ai neri, n. 4, 1/2/87.

[22] Cfr. Dieci anni, pp. 360-361.

[23] Cfr. M. Marziani-A. Zignani, Come vive la Rimini nera, n. 12, 29/3/87.

[24] Cfr. La Settimana, n. 28, 26/7/87.

[25] M. Marziani, Senegalesi, questione di pelle e di soldi, n. 29, 2/8/87.

[26] Cfr. La Settimana, n. 29, 2/8/87.

[27] Cfr. La Settimana, n. 30, 23/8/87.

[28] Ibidem.

[29] Cfr. La Settimana, n. 22, 7/6/87. Cfr. pure Giov. Tonelli, Potevamo ‘costringerlo’ a salvarsi?, n. 22, 7/6/87; e don O. Benzi, Con la ‘scimmia’ la forza non serve, n. 23, 14/6/87. Sulla condanna di sei tunisini, cfr. La Settimana, n. 41, 15/11/87.

[30] Cfr. Ultim’ora, n. 37, 18/10/87.

[31] Cfr. M. Marziani, Ahmed nel paese dei balocchi, n. 23, 14/6/87. Cfr. pure la nota Tra solitudine, sfruttamento e miti del benessere, n. 37, 18/10/87.

[32] Cfr. M. Marziani, Nuovi racket nel mercato dell’eroina a Rimini?, n. 36, 11/10/87. Sullo stesso n. 36, cfr. Id., I padroni della droga, intervista ad uno spacciatore di hashish.

[33] Cfr. M. Marziani, Cocaina: Riviera Connection, n. 40, 8/11/87; Id., Cocaina, la piovra bianca su Bellaria, n. 46, Natale 1987. Cfr. pure Bellaria, centrale della cocaina. La gente s’interroga sui perché, n. 1, 1/1/88.

[34] Cfr. A. Montanari, Quel ‘riminese’ di Pistoia venuto da Parigi, n. 38, 25/10/87.

[35] Cfr. M. Marziani, Rimini: i percorsi delle armi dai soldi di Gelli agli omicidi oscuri, n. 38, 25/10/87. Cfr. anche Id., Traffico d’armi: legami con la piovra?, n. 42, 22/11/87.

[36] Cfr. L. Sedioli, "Le risorse ci sono, spesso mancano le idee", n. 8, 1/3/87.

[37] Cfr. La Settimana, n. 13, 5/4/87.

[38] Cfr. La Settimana, n 9, 8/3/87. Cfr. anche F. Semprini, La politica turistica? Un gioco da albergatori, Intervista "fuori dai denti" con Mario Petrucci, n. 19, 17/5/87.

[39] Cfr. F. Semprini, Sorpresa! Il turismo logora chi ce l’ha, n. 43, 29/11/87.

[40] Cfr. Dice il Pci a Conti: "Merito comune", n. 3, 25/1/87.

[41] Cfr. l’intervista a Giuseppe Gemmani, intitolata Imprenditoria e cultura, i nuovi obiettivi della "Cassa", n. 2, 18/1/87. Gemmani lascia la presidenza degli Industriali. Gli succede Serafino Succi: cfr. La Settimana, n. 37, 18/10/87; e F. Semprini, Anche il turismo è industria, n. 1, 1/1/88.

[42] Cfr. La Settimana, n. 4, 1/2/87, e n. 5, 8/2. Nel 1990, l'on. Filippini si dimetterà dalla carica di parlamentare. Cfr. "Società" 1990.

[43] Cfr. La Settimana, n. 6, 15/2/87.

[44] Ibidem.

[45] Cfr. S. M., Foschi: perché non c’ero, n. 6, 15/2/87. Cfr. pure Autunno caldo in casa Dc? (intervista ad A. Foschi), n. 36, 11/10/87.

[46] Cfr. in Dieci anni, pp. 387-390, "La ribellione dei genitori di Neuropsichiatria Infantile". Ci si opponeva al trasferimento del servizio dall’Ospedalino di Via Ducale al reparto di Pediatria presso l’Ospedale Infermi. Cfr. pure M. Tassinari, NPI, una storia a lieto fine, n. 47, 18/12/88.

[47] Cfr. M. Marziani, La spina della Neuro-Infantile nel garofano di Bettino, n. 14, 12/4/87; NPI: si gioca al buio, Interpellanza Dc all’Assemblea dell’USL, n. 13, 5/4/87; e la lettera al Ponte dei genitori della NPI, n. 18, 10/5/87: Il Psi difende la NPI. Parola di Pinocchio.

[48] Cfr. F. Semprini, Anche Rimini riformista?, n. 14, 12/4/87.

[49] Cfr. M. Marziani, "Meriti e bisogni" fra i gelati e le bandiere, n. 13, 5/4/87; e Id., Avanti! c’è posto: ma poi, tutto esaurito, n. 14, 12/4/87.

[50] Cfr. P. Terenzi, Votare "per" e non "contro", n. 23, 14/6/87. Nello stesso n. 23, appare la Nota della Presidenza della CEI: Un voto contro la crisi della politica. Il 31/5, nel n. 21, D. Fagnani aveva intervistato P. Grassi: Ma queste elezioni sono una cosa seria. Dello stesso P. Grassi, si veda la nota intitolata Elezioni e dintorni, n. 25, 28/6/87.

[51] Cfr. P. Terenzi, Per Rimini, dalle urne nuove prospettive?, n. 24, 21/6/87.

[52] Cfr. F. Semprini, Il Pci verde… di rabbia, n. 24, 21/6/87.

[53] Cfr. La Settimana, n. 25, 28/6/87.

[54] Cfr. F. Semprini, Il Pci verde… di rabbia, cit.

[55] Cfr. La Settimana, n. 25, 28/6/87.

[56] Cfr. A. Montanari, Una vigilia di fuoco, n. 24, 21/6/87.

[57] È il titolo dell’articolo pubblicato nel n. 38, 25/10/87.

[58] Cfr. R. Sangiorgi, Un voto quasi scontato; e Tante vittorie, pochi entusiasmi, n. 41, 15/11/87.

[59] L’articolo, nello stesso n. 41, è senza firma.

[60] Cfr. F. Semprini, La Giunta inciampa sull’ostacolo, n. 25, 28/6/87. Cfr. pure M. Marziani, I gradini della discordia, n. 29, 2/8/87.

[61] Cfr. La Settimana, n. 30, 23/8/87. Nello stesso n. 30, cfr. lo "speciale emarginazione" con scritti di don O. Benzi, E. Brigliadori e M. Marziani. Cfr. poi La Settimana, n. 31, 30/8/87; e n. 32, 6/9/87.

[62] Cfr. La Settimana, n. 3, 25/1/87; e n. 7, 22/2/87.

[63] Cfr. M. Marziani, Aids: all’Usl qualcuno ci ama, n. 8, 1/3/87. Cfr. pure dello stesso Marziani, Aids, che caos (n. 4, 1/2/87), Un’epidemia di chiacchiere (n. 5, 8/2/87); e l’intervista a don Luigi Ciotti ("Il pericolo di una nuova apartheid", n. 6, 15/2/87).

[64] Cfr. R. Ciammarughi, Aids in Riviera: i rischi e i dati, n. 4, 24/1/88.

[65] Cfr. A. Montanari, Tutti i numeri dell’aids, n. 34, 27/9/87; e M. Tassinari, Tutti i numeri dell’aids a Rimini, n. 46, Natale 1987. L’articolo di Tassinari, contenente un’intervista al prof. Ciammarughi, era accompagnato da una nota di M. Marziani, intitolata Possiamo non crederci? Il prof. Ciammarughi nel cit. Aids in Riviera: i rischi e i dati, cit., puntualizza su "diverse omissioni ed inesattezze" che avrebbero alterato "il significato complessivo" dell’intervista da lui concessa al Ponte, aggiungendo: "Anche il commento della Redazione, in parte condizionato da tali carenze, merita alcune considerazioni", poi esposte nel suo intervento.

[66] Cfr. Dieci anni, p. 380.

[67] Cfr. Giov. Tonelli, Di Crecchio scende a Bologna dall’accelerato Rimini-Roma, n. 7, 22/2/87.

[68] Cfr. La Settimana, n. 29, 2/8/87.

[69] Cfr. La Settimana, n. 21, 31/5/87; n. 40, 8/11/87; n. 2, 10/1/88; n. 6, 7/2/88; e n. 17, 7/5/89.

[70] Cfr. Giov. Tonelli, Di Crecchio scende…, cit.

[71] Cfr. Dieci anni, p. 380.

[72] Cfr. Giov. Tonelli, Quel sospetto non è più legittimo, n. 9, 8/3/87.

[73] Cfr. Dieci anni, p. 380.

[74] Cfr. D. Predieri e P. Fedriga, Muccioli assolto: quelle "catene" erano terapeutiche, n. 44, 6/12/87.

[75] Ibidem, pp. 353-354.

[76] Cfr. M. Marziani, La nota stonata del ‘megafono dei benpensanti’, n. 44, 6/12/87.

[77] Cfr. La Settimana, n. 36, 11/10/87; n. 37, 18/10; e n. 42, 22/11. Su Addolorata Di Campi, cfr. F. Carvelli, Donne e poliziotte, n. 47, Natale 1989.

[78] Cfr. La Settimana, n. 20, 28/5/95. L’articolo di M. Forcellini è anche in AA. VV., Rimini 1995, Cronache e opinioni di una città sotto i riflettori, Edizioni di solidarietà, Rimini 1995, pp. 9-13: Alla sbarra la "Uno bianca". Una sintesi dei principali fatti di cronaca del 1987 è nella pagina speciale della Settimana, intitolata L’87 è andato anche così, ed apparsa sul n. 1, 1/1/88.

[79] Cfr. La Settimana, n. 1, 11/1/87; n. 2, 18/1; n. 9, 8/3; e n. 30, 23/8. Di Cecco nella fuga da Novara ebbe come compagno Calogero Diana, uno dei tredici brigatisti rossi per i quali si chiese la liberazione in cambio di Moro con il "comunicato n. 8". Diana, quando venne catturato nuovamente, aveva in tasca biglietti d’autobus della linea Ferrara-Marina di Ravenna".

[80] Cfr. La Settimana, n. 1, 1/1/88.

[81] Cfr. La Settimana, n. 11, 22/3/87, n. 25, 28/6; n. 15, 19/4; n. 36, 11/10, n. 37, 18/10. Cfr. pure La Settimana 1991, n. 1, 5/1/92.

[82] Cfr. La Settimana, n. 40, 8/11/87.

[83] Cfr. A. Montanari, Sempre più croci sulle nostre strade, n. 34, 27/9/87; e Id., Troppi giovani muoiono sulle strade, n. 2, 10/1/88. Nel 1988 i morti per incidenti stradali saranno 74, contro i 72 del 1987; la fascia giovanile (17-25 anni) passerà da 24 vittime (1987) a 28 (1988): cfr. A. Montanari, Sempre più giovani muoiono sulle strade, n. 2, 15/1/89. Per altri dati, cfr. La Settimana, n. 45, Natale 1990.

 

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