Riministoria© Antonio Montanari

Marina Centro

Il turismo riminese (1930-1959)

e mio padre Valfredo Montanari

di Antonio Montanari

 


1930

Risultati di una stagione balneare

 

"La caratteristica saliente della nostra stazione di cura" è "il progresso graduale, sicuro e costante".

Il bilancio della stagione si presenta positivo, nonostante il maltempo e la "crisi mondiale": "Noi crediamo… che la spiaggia di Rimini sia fra le pochissime d'Italia, che non lamentarono diminuzione di ospiti".

Anche se i soggiorni sono stati più brevi, "il movimento generale degli ospiti si aggirò su circa 50.000 persone".

La nostra industria turistica "possiede aspetti così ampi e così profondi che impongono sforzi, fatiche e sacrifici, alfine di vincere la resistenza costituita dai classici e rituali "quarantacinque giorni" di recente memoria".

Nel 1929 l'industria alberghiera "ricevette nuovo incremento con la costruzione di due alberghi modernissimi, il centro balneare fu sistemato con la visione più perfetta del bello; i servizi pubblici toccarono un grado di miglioramento notevole, l'ampliamento della strada panoramica del litorale ne accrebbe le comodità, l'estetica e il decoro; nell'abbellimento dei viali e della aiuole che adornano la zona della marina, fu posta la massima cura; i nuovi impianti di illuminazione elettrica costituiscono un altro titolo di merito".

 

[Riproduzione parziale da "Ariminum" 1930, III, 5, p. 31]

 

 

 

Turismo di Romagna

 

 

"Dal cuore della Riviera, la marina di Rimini emerge con l'antico splendore e con la forza del suo progresso.

Un certo ordine di classificazione attribuisce alla nostra spiaggia il terzo posto, per importanza turistica e balneare, rispetto alle maggiori stazioni di cura marine italiane. […]

Si è creata, ormai, intorno alla Riviera riminese una meravigliosa armonia di consensi, che non v'è proprio motivo di dubitare sullo sviluppo avvenire".

 

[Riproduzione parziale da "Ariminum" 1930, III, 6, p. 20]

 

 

Nel 1930, il movimento ospiti fa registrare queste cifre: giugno, italiani 5.372, stranieri 770; luglio, italiani 23.123, stranieri 498; agosto, italiani 17.817, stranieri 199; settembre, italiani 492, stranieri 94. Totale 48.315 "forastieri". [Da "Ariminum" 1930, III, 6, p. 22].

Nel 1934, il totale sarà di 66.231 ospiti, di cui 3.402 stranieri, e 62.829 italiani. La divisione per mesi dà queste cifre: giugno, italiani 3.519, stranieri 620; luglio, italiani 29.281, stranieri 864; agosto, italiani 26.105, stranieri 1.364; settembre, italiani 3.924, stranieri 554.

 

[Da "Rimini" 1934, III, 9-10, pp. 23].

 

 

 

"Il Turismo"

 

 

"La stampa nazionale dedicò, recentemente, ampie appassionate trattazioni ai problemi turistici. Autorevoli scrittori, esperti del superbo movimento turistico ne scrutarono i meriti e i difetti, ne analizzarono aspetti e funzioni, invocandone una maggiore ascesa. La più evidente affermazione che l'Italia è un Paese turistico con risorse di alto prestigio, non ebbe soltanto conferma solenne. […] Il turismo abbisogna […] di uomini e di organi preparati. Non è possibile immaginare sviluppi e progressi, se mancano gli animatori. Il principio è inequivocabile: l'industria turistica muove da un piano preordinato di idee e di realtà pratiche, le quali hanno valore di forza cosciente, ricca di elementi che producono nuova vitalità economica e sociale. […] In questo periodo di discreta fortuna per molte stazioni di cura e soggiorno, forse abbiamo vissuto momenti di aspirazioni infinite. […] La Riviera di Rimini si predispone agli avvenimenti con lieto pensiero. Nella sua storia, antica e recente, è scolpito un carattere eminente di sicurezza e di garanzia personale. […] La valorizzazione industriale della Riviera Riminese non è impresa di facile compimento. L'organizzazione soltanto, nei rispetti puramente turistici e industriali, è vastissima: essa abbraccia i servizi pubblici e balneari, si estende agli alberghi e alle pensioni, grandi e piccole, riguarda le ville, non è estranea ai ritrovi degli ospiti, ai festeggiamenti, ai trattenimenti, si approfondisce nell'azione di propaganda, ha necessità di attrarre nel suo ambito i refrattari, i dannosi, concerne -in definitiva- una somma di compiti generali ed elevati. […] Il turismo richiede mentalità suscettibili. Dopo le questioni tecniche, ha peculiare rilievo l'arte dell'ospitalità (così come è chiamata oggi), nel senso più lato dell'espressione, l'assistenza agli ospiti, la loro sistemazione più gradita, l'impegno di offrir loro il soggiorno preferito, che non abbia deficienze o lamentele nei confronti economici, degli agi, delle comodità, dei ritrovi, dei divertimenti e dei trattenimenti mondani. […] La propaganda alberghiera va studiata con molto buon gusto, e deve accrescere intensamente e deve promuovere fermamente l'anticipazione e il prolungamento della stagione. L'affluenza degli ospiti nelle ville va ragguagliata a un'organizzazione che la contemperi e l'agevoli opportunamente. Gli ospiti delle ville sono a Rimini in numero superiore; è pericoloso quindi ogni atto che diminuisca i risultati finora ottenuti. […] La Riviera di Rimini potrà superare le altre di maggior grido o porsi al loro fianco con notevole orgoglio, se del turismo nazionale comprenderà lo spirito e la saggezza".

 

["Corriere del Mare", Numero unico, Ferragosto 1930, p. 12]

 

 

 

"Esordio dei "Bagni Marittimi" di Rimini"

 

 

"Alle marine italiche si accompagnava felicemente il primo inno di gioia elevato alla natura, presso le rive dolcissime. Le marine della Riviera di Romagna raccontano a vicenda il loro esordio fiorito, vicino o lontano nel tempo, scaturito pure da gentili leggende o da amorevoli passioni. […] I nostri "bagni marittimi", come volle chiamarli lo storico riminese, il Tonini, attrassero, dopo l'anno 1843, una gente nobile che dedicò i riposi estivi alla serena tranquilla vita sulle arene. […] Lo storico Tonini possedeva un senso di rispetto e di esaltazione per i nostri "bagni marittimi". Egli scriveva e trattava la storia di Rimini, in un'epoca, appunto, in cui il progresso turistico e balneare era facile astrazione, sebbene i buoni reggitori dei comuni marittimi tendessero al mare come ad un dominio intangibile. Ciò che divenne faticoso sfruttamento economico dei lidi, in quei tempi fu inizio di una funzione generosa, soprattutto. Ed era orgoglio legittimo, ambizione giustissima e misurata, bandire l'efficacia del soggiorno in riva al mare. Bastava, perciò, una casetta e una modesta trattoria, bastava una striscia di arena asciutta e fine, che la gente godeva, tuttavia, la villeggiatura beata. Più tardi l'intelletto profetico avrebbe compiuto le opere del miglioramento, della trasformazione, o meglio della redenzione. Le ville signorili, gli alberghi e le pensioni sarebbero stati eretti con la percezione esatta degli sviluppi immediati e futuri.

Il principio dei "bagni marittimi" fu considerato dal Tonini all'istessa stregua di un fatto storico […]."

 

["Corriere del Mare", Numero unico, 7 settembre 1930, p. 2]


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Indice dell'opera

Premessa

La figura e l'opera

Biografia

Attestati

Perle

"Sino al 25 luglio 1943…"

A San Marino

Alcuni incarichi

In romanzo

Canzoni al Kursaal, 1936-37

"Sdraie e poltrone"

Feste reggimentali

Scritti ed articoli

1930, "La città turistica e balneare"

1931, "La propaganda…"

Anni Cinquanta

1956, Statistiche della stagione

1958

1959

Anni Sessanta

1967-68

Giornalista

 


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