Riministoria© Antonio Montanari
Giovanni Cristofano Amaduzzi, il filosofo delle riforme

Il filosofo delle riforme. Non per dare una lettura della storia passata in funzione di quella contemporanea, ma Giovanni Cristofano Amaduzzi si presenta ai nostri occhi come uno sostenitore del mutamento, e non dell'immobilismo, in quel secolo dei Lumi che vede l'aspro scontro tra nuovo e vecchio, quale anche oggi riscontriamo nelle vicende politiche, non solo del nostro Paese.
Nato nel 1740 a Santa Maria di Fiumicino, in Comune di Savignano, e morto a Roma nel 1792, Amaduzzi rappresenta l'immagine del pensatore attento ai cambiamenti della realtà, ed aperto alle istanze che di giorno in giorno nascono nella società.
Le edizioni «Il Ponte» propongono ora la ristampa anastatica di un suo celebre «discorso filosofico-politico», intitolato «La Filosofia alleata della Religione», apparso nel 1778. È il secondo di tre saggi, il primo dei quali è «Sul fine ed utilità dell'Accademie» (1776), e l'ultimo «Dell'indole della verità e delle opinioni» (1786).
Ad Amaduzzi, il nostro giornale ha dedicato una pagina speciale (apparsa il 2 agosto 1992), divenuta poi un capitolo del volumetto «Lumi di Romagna».
L'interesse suscitato dai «Lumi» (confermato dal fatto che, dopo una prima tiratura di mille copie, ne è stata subito fatta una ristampa), ci ha mossi a progettare questa edizione anastatica. Alle 51 pagine del testo originale, abbiamo fatto seguire un'Appendice (a cura di Antonio Montanari), sulla figura e il pensiero di Amaduzzi, e sull'Accademia dei Filopatridi di Savignano, nella cui illustre Biblioteca sono conservate le opere lasciate da Amaduzzi.
La sua prima formazione, Amaduzzi la ricevette a Rimini: al Seminario e (quando ha 15 anni) alla scuola privata di Iano Planco, dove studia Greco e Filosofia. Quelli sono i tempi in cui chi si avvicinava alla Filosofia doveva (come scrive lo stesso Amaduzzi), «cozzare con gli ultimi avanzi dell'Aristotelico rancidume».
Siamo alla metà del '700: lo scontro tra la scienza di stampo galileiano e la concezione aristotelica del mondo, non riguarda soltanto questioni che, nel linguaggio comune e ben poco filosofico, si potrebbero chiamare “astratte”.
La grande scoperta del pensiero moderno, è che ogni cosa di cui si parla ci riguarda da vicino, tocca la vita di ognuno di noi, come singoli e come società.
Ne abbiamo una riprova molto chiara, negli scritti di Amaduzzi. Questa «Filosofia alleata della Religione», contiene un passaggio molto importante [pp. 10-11], dove si legge una definizione tutta illuministica della Filosofia «fatta arbitra de' costumi, delle leggi, e della politica».
Il pensiero dell'uomo non teorizza cose lontane dalla realtà quotidiana in cui siamo immersi, ma studia come rendere migliore l'esistenza. La Filosofia, scrive Amaduzzi, «rinforzò il patto sociale, abolì i dritti feudali, estinse la disonorante servitù…» [p. 11].
Questa Filosofia che ispira la Politica, e cerca di modificare le istituzioni, riformandole dall'interno e non rivoluzionandole con la violenza, è assunta da Amaduzzi come strumento operativo (nella società) e formativo (della coscienza umana).
Le idee che Amaduzzi esprime sono moderate. Ma possiamo ben immaginarci come potessero apparire sovversive ai “parrucconi” contemporanei. Di tutto ciò si parla nell'Appendice al «discorso». Nella quale si ricostruisce l'esperienza trentennale di Amaduzzi a Roma, dal 1762 all'anno della morte.
All'ombra del Cupolone, egli conobbe amicizie, trionfi e amarezze. Queste ultime gli furono causate appunto dalla modernità del suo pensiero che, volendo conciliare Religione e Filosofia, tenta un'operazione culturale molto importante. Nell'ultimo dei suoi tre «discorsi», Amaduzzi riprende il pensiero di Locke, un autore proibito dall'Indice.
Ciò non deve farci concludere che c'è scarsa originalità di pensiero in Amaduzzi: il nostro abate ricerca la strada per arrivare alla verità, con spirito di armonia tra fede e ragione, tra scienza e fede, tra natura e Dio, onde evitare che, in nome di quella verità, si commettano ingiustizie. In ciò sta la novità di Amaduzzi, e anche un altro aspetto della sua attualità.


Antonio Montanari

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