Riministoria © Antonio Montanari

Rimini Medievale: due libri

Rimini medievale appare dopo una gestazione di 12 anni, e racconta la storia della città attraverso i suoi resti: «Gli storici dividono le fonti in volontarie e avanzi. Questi ultimi», spiega il prof. Turchini (docente di Storia moderna alla Cattolica di Milano ed autore di numerose importanti pubblicazioni specialistiche), «sono di varia natura, non destinati al ricordo, ma per il solo fatto di essersi conservati ed esistere, valgono come fonte storica. Fra queste opere dell'uomo, si possono comprendere le mura, il loro perimetro, la forma urbis, gli edifici pubblici e privati, e così via». Tutti elementi che ritroviamo nell'ampia ricerca a cui hanno collaborato numerosi specialisti: Maria Grazia Maioli, Maria Luisa Stoppioni, Maurizio Biordi (dei Musei riminesi), Giuliana Gardelli e Cristina Giovagnetti.
I saggi, arricchiti da una folta documentazione iconografica, analizzano la città medievale, con particolare riferimento all'edilizia e all'urbanistica tardoantica e bizantina. Un particolare risalto è dato al tesoretto di piazza Cavour (oggetti d'argento e bronzo, venuti alla luce nel '61 durante i lavori per la costruzione della Banca dell'Agricoltura, e restaurati di recente), alla cattedrale di Santa Colomba in piazza Malatesta, alla chiesa di Sant'Innocenza (nei pressi dell'attuale piazza Tre Martiri), ed al palazzo dell'Arengo.
Per la città medievale fuori della mura urbane, si parla di varie chiese, tra cui quella di San Gaudenzio (con annessa necropoli nell'area dell'attuale palazzetto dello sport), e quella di San Giuliano. Il medioevo riminese è completato da studi tematici sul materiale fittile (lanterne e lucerne), lapideo, epigrafico e numismatico.
Lasciamo spiegare a Turchini il significato dell'opera: «È un punto di arrivo degli studi, e di partenza per nuovi approfondimenti. Ora la nostra età di mezzo appare un po' meno oscura, proprio grazie a questi frammenti di storia conservata, e ora ritrovata. Con questo libro non si offrono solo alcuni risultati alla città, si restituisce anche parte del senso di una strategia dei Musei comunali, una presenza che vediamo crescere con il tempo, a partire dalla lungimirante proposta '80», nel cui ambito rientra pure il progetto di questo testo.
La preparazione del volume, secondo Turchini, ha attivato «competenze e professionalità che si alimentano nel dialogo con l'alta cultura, nella critica costante propria dei luoghi della ricerca, nell'esperienza sul campo», per superare ogni «localismo provinciale che rifugge dai confronti».
Alla presentazione del libro, il 10 aprile, sono intervenuti Silvia Lusuardi Siena (dell'università di Udine), Anna Maria Moretti Sgubini (soprintendente archeologo dell'Emilia Romagna), e Giancarlo Susini (dell'ateneo felsineo).



Nel Repertorio della cronachistica emiliano romagnola (secc. IX-XV), Augusto Vasina ha schedato vari autori legati alla realtà riminese. Marco Battagli è nato nella contrada di Sant'Agnese nei primi del '300. Suo zio paterno era Gozio, futuro cardinale e professore di Diritto a Coimbra, dove da giovane Marco studiò, prima di trasferirsi assieme allo zio, nella sede papale di Avignone. Tornato a Rimini, svolse attività politica e scrisse, con l'atteggiamento del lodatore del tempo passato, la «Marcha», dalle origini del mondo fino ai suoi giorni. L'opera ci è giunta in copie successive e lacunose.
Tobia Del Borgo appartiene al XV secolo e alla corte di Sigismondo Pandolfo. Scrisse cronache malatestiane, come pure Baldo Branchi e Gaspare Broglio. Di Branchi si sa poco, di Broglio che fu capitano di ventura.Vasina ricorda, inoltre, altre due opere di autori non identificati.

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