Riministoria © Antonio Montanari

Glauco Cosmi

Giulia Vannoni ha scritto Glauco, la sagra e dintorni, un nuovo volume della collana «Novecento riminese» edita da Guaraldi. Appassionata di musica e di teatro, Giulia Vannoni ne scrive sulle colonne del Ponte. La capacità di cogliere i molteplici aspetti dell'attività artistica, e la perspicacia nel raccontare le situazioni umane, l'hanno portata a compendiare in un'ottantina di pagine un tema importante: «La grande musica tra ricordi, aneddoti e riminesità». La figura di Cosmi ed il suo amore verso la Sagra malatestiana sono descritti con un tocco delicato, che nasce da una lunga frequentazione di lavoro, inevitabilmente trasformatasi in un rapporto di amicizia.
Del libro, di Cosmi, di musica e della cultura a Rimini si è parlato nella presentazione del lavoro di Giulia Vannoni nella conferenza-stampa svoltasi venerdì 18 nella residenza municipale, con l'intervento dell'assessore alla Cultura del nostro Comune prof. Massimiliano Filippini, di Giampiero Piscaglia (responsabile dell'assessorato alla Cultura per la Sagra malatestiana), dell'autrice e delle due signore che hanno vissuto accanto a Cosmi, la sorella Rosanna e Minnie Torsani.
È stato un incontro punteggiato da una sincera e visibile commozione in tutti gli intervenuti quando si sono messi a fuoco il valore umano, la capacità culturale, la serietà professionale di Cosmi in una città come Rimini, «per tanti aspetti più provinciale delle altre», ha detto Filippini.
L'autrice ha sottolineato al proposito come, a Rimini, sia più affidata alla volontà dei singoli che alle istituzioni, l'opera di recupero di un passato da raccontare attraverso microstorie che costituiscono il tessuto connettivo delle vicende collettive.
Piscaglia ha parlato dell'amore di Cosmi per la città, non quale moralistico richiamo ad un felice passato, ma per un'istanza progressiva e preveggente. Cosmi rifiutava infatti ogni idillico amarcord, a cui preferiva rievocazioni con vena grottesca ed amara, al punto di rifiutare l'etichetta di ultimo erede dell'epopea felliniana, della quale coglieva la splendida inutilità con quei personaggi incapaci di comunicare valori.
Restano valide ancor oggi le parole di Arturo Benedetti Michelangeli che definì Cosmi «il più generoso e disinteressato fra quanti ho conosciuto nel mondo della musica». A Giulia Vanoni ed all'editore Guardaldi va il merito di aver riproposto, attraverso questo libro, non solo una «memoria» cittadina, ma lo spunto per una ridiscussione del presente e soprattutto per la progettazione di un futuro, su cui grava l'ombra di quel sogno che Cosmì non poté veder realizzato, la ricostruzione del «teatro» di piazza Cavour.
Trent'anni fa Cosmi ci parlò di certe sue pagine di ritratti riminesi, restate finora inedite. La sorella ne ha promesso un'edizione. L'opera dimostrerà quale fine scrittore egli fosse.

Antonio Montanari

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