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Mercatino Conca

Storia non è soltanto quella (apparentemente) distante e solenne dei libri scolastici, ma la vita di tutti, anche di un piccolo paese, a cui guardano con attenzione ed amore persone curiose di notizie, e desiderose di scoprire le origini di un luogo, o le trame di vicende attraverso le quali la gente è passata, in tempi lontani o vicini.
Un piccolo paese, appunto, Mercatino Conca: osserviamolo dopo l'unità d'Italia, 1861. «L'alimentazione è povera ed insufficiente, la totale mancanza di servizi igienici di primaria necessità, la miseria dilagante, la carenza di buona acqua potabile e l'inadeguata assistenza medica, erano solo alcune delle cause che concorsero a rendere precario il sistema di vita di quel tempo. Ciò fu alla base del proliferare e del diffondersi delle malattie infettive (tifo, febbri malariche, colera) e della pellagra, un mal della miseria curato col manicomio, dovuta all'esagerato consumo di granoturco o alterato da certe muffe…».
Così Luciano Alberelli descrive il paese natìo nel volume «Mercatino Conca - note di storia locale», edito dal «Ponte» per quel Comune. L'autore ha raccolto un ricco materiale documentario che ha poi saputo legare in un testo ben scritto e pieno di attenzione ai vari aspetti della realtà storica e sociale di Mercatino.
Il nome di quest'antico borgo di Monte Grimano, rivela la propria origine nelle fiere che si svolgevano tre volte all'anno, e nei mercati settimanali del venerdì, attestati anticamente da un decreto urbinate del 1508.
All'inizio del 1600, già circa 60 persone abitavano la località. In quel secolo, si svolgono anche le fiere agostane, di domenica. Gli affari vanno bene, soprattutto per il gestore dell'«Hostaria» che paga un appalto di dieci scudi l'anno, nel 1620.
Ai primi del 1700, Mercatino «raggiunge una popolarità che si estendeva anche oltre la valle omonima». Nel 1719, la piazza diventa proprietà comunale come «luogo pubblico per fiere e mercati». Dopo il 1865, nel paese giungono nuove famiglie, richiamate dalle possibilità commerciali offerte dalle fiere del bestiame e dai mercati settimanali. Si costruiscono case verso il fiume, che ogni tanto ha piene paurose. La gente richiede un intervento dello Stato che arriva nel 1869, con un argine in muratura. Ciò favorisce nuovi insediamenti. Nel 1872, arriva l'ufficio postale, collocato nella cucina dell'abitazione di Antonio Ricci.
L'anno prima si è costituito un consorzio per la costruzione della strada che da Mercatino raggiungerà la consolare sammarinese, collegando Marche e Romagna. Nel 1884, arrivano due lampioni a petrolio per l'illuminazione notturna, e la farmacia del dott. Gervasio Bernardini. Gli abitanti sono circa 400. Nel 1899, si delibera la costruzione del cimitero. Nel '96, era stata inaugurata la pesa pubblica.
Le piene del Conca non fanno dormire sonni tranquilli né agli abitanti né agli amministratori. Alberelli ricostruisce vari episodi, tra cui quello del 1910, quando l'inondazione fece «piombare nella miseria dodici famiglie di operai».
Ma il fiume favoriva anche le attività imprenditoriali, tintorie, stamperie di stoffe con i mangani, mulini, fornace di calce idraulica.
Nel 1911, nasce la linea automobilistica Rimini-Montegrimano (tratta percorsa in due ore) della ditta Baschetti, a cui succede nel '20 la Bonelli. Nel '26, Mercatino si stacca da Montegrimano e si aggrega a Piandicastello. Nel '29, la sede del Comune di Piandicastello viene fissata nella… frazione di Mercatino. Per ovviare all'inevitabile confusione tra i due luoghi, il 29 aprile 1940 il Comune di Piandicastello cambia nome e diventa quello di Mercatino Conca.
Passata la guerra, Mercatino resta priva del territorio di Sassofeltrio (accorpato nel '29 a Piandicastello). E il municipio passa nell'ex Casa del fascio.

Antonio Montanari

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