Riministoria© Antonio Montanari
Nevio Matteini (1992)

Nevio Matteini, storico di Rimini e della Romagna, è deceduto a 77 anni. Era stato insegnante di storia e filosofia nel liceo scientifico Serpieri. Con lui scompare un appassionato cultore delle vicende recenti e remote delle nostre terre e della Repubblica di San Marino. Giornalista pubblicista dal 1951, ha collaborato a diverse testate, narrando figure e curiosità del mondo che ci circonda, e che lui esplorava con l'attenzione del cronista giustamente pignolo e l'analisi accurata dell'intellettuale consapevole che cultura è anche parlare di fatti umili e quotidiani. C'è al proposito un suo brano in un'opera del 1963, «Romagna», edita da Cappelli di Bologna, con le stupende foto di Davide Minghini: «I luoghi comuni vogliono una Romagna violenta, sanguinaria, intollerante, sbracata, scettica in religione, eroica per costituzione, classista in politica, vociante, pantagruelica. Una terra insomma singolare più per i difetti, che per le virtù… Ma la verità è un'altra. Il romagnolo è per natura contrario alla spacconeria, buono e ingenuo, rude e sincero, discreto e generoso, tollerante e timido, indipendente e solitario, incredulo più per protesta che per atteggiamento critico». Sono parole che illuminano un mondo, e che spiegano un metodo di lavoro. In quel libro, Matteini ha compiuto un viaggio nella vita d'ogni giorno e tra gli umori della gente comune, alla quale si sentiva legato per estrazione, prima di descrivere i vari itinerari storico-geografici: la scelta delle stesse foto che illustrano il testo documenta questo interesse umano nella descrizione dei luoghi.
Quel libro riproponeva un titolo del '54, sempre uscito da Cappelli, sotto cui erano contenute biografie che spaziavano da Caterina Sforza a Ida Pascoli, da Luigi Orsini al Passatore. Una sostanziosa documentazione sorreggeva il “medaglione” critico, alimentava i ritratti che si allineavano come in una immaginaria galleria, ove artisti e avventurieri trovavano posto e dignità nel ricordo, accanto agli uomini d'arme ed ai poeti.
Nel '52 era apparsa la sua opera prima presso Fiorenzo Mazzini, su Alfredo Oriani, un altro romagnolo illustre e controverso. Le guide turistiche e culturali di Rimini, San Marino e San Leo avevano accompagnato altri volumi, su Francesca da Rimini, il Conte di Cagliostro, i giornali romagnoli e il «Rimino», una delle prime gazzette d'Italia ed un saggio specialistico, sul più antico oppositore politico di Dante, Guido Vernani da Rimini. Sul finire dell'88, uscì «La Repubblica di San Marino nella storia e nell'arte», un volume di 500 pagine, ricco di documenti e di bibliografie che riassume e conclude tutte le precedenti ricerche legate all'«antica terra della libertà».
Nel '77, per i tipi di Maggioli apparve «Rimini negli ultimi due secoli», opera ricca di notizie e di curiose annotazioni, attraverso le quali Matteini ha ricostruito episodi e figure di una città, nella sua evoluzione economica e sociale. Di particolare pregio, la descrizione dei giorni dell'ultima guerra. Sui bombardamenti dal 1° novembre '43 al 21 settembre '44, c'è un passaggio fulminante che fa apprezzare il suo stile narrativo, rivolto all'essenzialità: «Dieci mesi di straziante agonia. Miseria. Fame. Sequestri. Saccheggi. Vessazioni. Rastrellamenti. Vendette. Eccidi».
Matteini, nelle sue fatiche, ha sempre unito all'informazione storica una dignità artistica, da “bella pagina” che si esprimeva con quella sicurezza a cui, noi ragazzi degli anni '60, guardavamo con ammirazione e con invidia. Un'appendice a questi due tomi, contiene la storia del cimitero di Rimini, dove riposa dal 1970 un figlio di Matteini, Ennio, scomparso non ancora ventenne in seguito ad un incidente stradale. A lui, il padre volle dedicare nel '71 un volumetto che raccoglieva lavori scolastici, prose, poesie e disegni del povero ragazzo, introdotti da Carlo Alberto Balducci. Nevio Matteini rivolse al figlio alcune tese e commosse pagine di un dialogo in cui, tra lo strazio, sembra aprirsi la speranza di un conforto: «Nei tuoi occhi tristi, che pur brillavano per sottile vena di dolcezza, era riflesso il tuo destino?… Ennio, aiutaci. Allora stretti a te, sarà bello sentire l'odore del mare e il cinguettio dei passeri sui rami del cipresso». Adesso, sotto quel cipresso padre e figlio riposano assieme.
Antonio Montanari

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