Riministoria© Antonio Montanari

Il male di vivere nel '44, Rodolfo Francesconi

Riccionese, ma milanese d'adozione per lavoro (come consulente di Gestione aziendale), 62 anni, Rodolfo Francesconi, ha trasformato i suoi ricordi sul passaggio del fronte nel 1944, in pagine sostenute da una vena letteraria genuina. Il volume, tirato in mille esemplari, fuori commercio, è intitolato "Quello che butta il mare".

La spinta l'ha ricevuta "dalla sorpresa, dall'incredulità e anche dal disagio dei miei più giovani parenti e amici alla narrazione di quegli accadimenti".

La tensione narrativa che percorre queste pagine fa sì che esse non siano cronache sbiadite o convenzionali. Ogni capitolo ha una sua fetta di vita da presentare, con precisione ed efficacia tecnica nel racconto, senza però che l'autore si faccia prendere dal gusto della favola sul tempo passato. C'è un dosaggio sapiente degli effetti e degli affetti, con quel distacco che non significa indifferenza, ma è frutto di maturità di giudizio.

Le cose vengono guardate di lontano, rivissute nel pensiero, ma proiettate anche nelle fasi successive della vita.

La gita a Gemmano, ad esempio, con la incuriosita esplorazione d'un carro armato inglese, rivela improvvisamente un soldato "morto bruciato vivo mentre cercava di uscire", "in attesa che un vivo, uno qualsiasi, magari della sua età, lo vedesse e capisse non solo la sua sofferenza ma la sua voglia di vivere ancora…". "Solo alcuni anni dopo R. [l'autore-protagonista del libro, n.d.r.], leggendo una poesia di Montale, capì cosa gli era successo. "Spesso il male di vivere ho incontrato…"".

Paola, a 16 anni, nel giorno dell'onomastico va alla chiesa del Convento, a Misano, per la messa delle 7. Al suo ritorno verso casa, a bassa quota, arrivano tre caccia: virano verso Gabicce, poi ripassano sul viale: "Paola non si era distesa per non sporcare il vestito nuovo… Una scheggia… la colpì in pieno…; morì, dissanguata, poche ore dopo".

"Il ventinove giugno di quell'anno alle ore otto e dieci terminò la storia di Paola, ma terminò anche la fanciullezza di R. …".

Il titolo del libro ("Quello che porta il mare"), rimanda ad un capitolo in cui si narra di cibi che, per l'affondamento di una nave tedesca, approdano alla riva, e poi vengono requisiti dai repubblichini, i quali rivendono illegalmente alla popolazione, quella merce .

E' un titolo che quasi simboleggia le stranezze della vita e della Storia, e che forse rappresenta gli avvenimenti, i quali, imprevisti come un'onda appunto inattesa, arrivano e travolgono tutto, lasciando un segno a cui l'autore dedica uno scavo nella memoria, per capire e farci capire.

Antonio Montanari

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