Riministoria© Antonio Montanari

Dal primo volume dell' "Indice-Dizionario (A-G)", penultimo della "Letteratura Italiana" edita da Einaudi, ricaviamo alcune notizie locali.

Partiamo da quelle di età malatestiana, riguardanti Leon Battista Alberti (1404-72), Basinio Parmense (1425-1457) e Giusto de' Conti (1390-1449).

L'Alberti è "riminese" in quanto autore del progetto del Tempio voluto da Sigismondo Pandolfo. Di lui, va però anche ricordata l'importante attività di scrittore, che ne fa uno degli esponenti principali della cultura umanistica italiana.

Di Sigismondo fu consigliere e giudice Giusto de' Conti. In precedenza, era stato tesoriere pontificio nelle Marche. "La sua opera di mediazione tra Pandolfo Malatesta e Federico da Montefeltro gli consentì di entrare in contatto con il signore di Rimini, che lo volle alla sua corte", ove rimase sino alla morte. E' sepolto all'esterno del Tempio, nel secondo sarcofago.

La sua opera più famosa è "La bella mano", un canzoniere petrarchesco che ebbe, non solo presso i contemporanei, una buona 'fortuna', tant'è che lo si ritrova ancor oggi in qualche buon testo scolastico: "O bella e bianca mano, o man suave,/ che, armata, contro me sei volta a torto…". Basinio si trasferì a Rimini nel 1449: ebbe un insegnamento nella scuola pubblica, e fu attivo poeta di corte presso Sigismondo. (Anch'egli è sepolto all'esterno del Tempio, nel primo sarcofago.)

Basinio scrisse il "Liber Isottaeus" (raffinato romanzo amoroso in trenta elegie, in onore di Isotta, la donna di Sigismondo), ed altre opere pubblicate a Rimini nel 1794, a cura di vari studiosi, tra cui figura anche Francesco Gaetano Battaglini (1753-1810), che è degno di esser ricordato per le "Memorie istoriche di Rimino" del 1789.

Suo fratello Angelo Battaglini (1759-1842), fu invece sacerdote ed erudito, custode e primo conservatore della Biblioteca Vaticana. Dopo un giovanile amore per la poesia, si dedicò soltanto alle ricerche storiche.

Altro scrittore del '700, anch'egli sacerdote, è Giovanni Antonio Battarra (1714-1789), autore della "Fungorum agri Ariminensis historia" e della "Pratica agraria". Battarra (di cui abbiamo parlato, a proposito di una ristampa della "Fungorum… historia" nella pagina dei "Libri", l'11.11.90), è stato allievo di Giovanni Bianchi che fu maestro anche di altri due autori citati nell'"Indice-Dizionario": Gioseff'Antonio Aldini (mezzo forlivese e mezzo cesenate, 1729-1798, 'celebre' come sostenitore del latino), ed il savignanese Giovanni Cristofano Amaduzzi (1740-1792, frate minore, insegnante di lingua greca aderente al Giansenismo, nonché all'Arcadia).

Il fatto curioso è che di Giovanni Bianchi non c'è qui nessuna scheda.

E' invece citato Antonio Bianchi, nato a Savignano nel 1784: fu direttore della Biblioteca Gambalunga di Rimini, città dove scomparve nel 1840.

Originari di Savignano furono anche Pasquale Amati (1726-96) bibliografo in patria e docente di Pandette a Ferrara; e Bartolomeo Borghesi (1781-1860), epigrafista e numismatico che, implicato nei moti carbonari del 1821, trovò rifugio a San Marino, dove ebbe la carica di Segretario di Stato agli Esteri.

Il poeta Aurelio de' Giorgi Bertola (1753-98), monaco più per debolezza di salute che per vocazione, dal 1783 fu a Vienna con il concittadino Giuseppe Garampi (1725-92), nunzio apostolico alla corte imperiale, che lo raccomandò per la cattedra di Storia a Pavia. Ammalatosi, nel '93 Bertola tornò a Rimini, dove parteggiò per i rivoluzionari. Del '95 è l'edizione dell'opera forse più ricordata di Bertola, il "Viaggio sul Reno e dintorni".

Altro poeta, ma contemporaneo, è Raffaello Baldini, proveniente assieme a Tonino Guerra (p. 968) da quella terra baciata dalle Muse (come in altri tempi avrebbero detto) che è Santarcangelo. Baldini è stato Premio Viareggio nel 1988 con "Furistír".

A Viareggio ebbe laurea poetica (qualche anno fa), anche Rosita Copioli, riccionese d'origine, riminese d'adozione, insegnante e critico letterario che proviene dalla scuola di un illustre Maestro bolognese di Estetica, Luciano Anceschi.

Per restare tra i contemporanei, troviamo citato anche Federico Fellini: egli è ricordato altresì nel vol. IX, dedicato nella sezione "Storia e geografia" all'età contemporanea, per un'opera, "La mia Rimini" di cui fu autore pure l'indimenticabile Davide Minghini, nominato nella nota 6 a p. 1216 dello stesso vol. IX.

Un'ampia scheda è dedicata al prof. Augusto Campana, nato a Santarcangelo, ma vissuto quasi sempre a Roma, dove tra 1935 e 1959 ha lavorato alla Biblioteca Vaticana, prima di dedicarsi all'insegnamento universitario.

Ultime citazioni. Fu a Rimini nella seconda metà del 1400, come pedagogo, Ottavio Cleofilo, marchigiano, autore di varie opere poetiche.

Trovò ospitalità per sette anni a San Marino Melchiorre Delfico (1744-1835), dopo la caduta della Repubblica napoletana del 1799: durante il suo soggiorno lavorò alle "Memorie storiche della Repubblica di San Marino", che apparvero nel 1804.

Un Fausto da Longiano (XVI sec.) è passato alla storia per la sua corrispondenza con Pietro Aretino. Scrisse varie cose, tra cui alcuni trattati: "Il gentil'huomo", "De lo istituire un figlio d'un principe" e "Il duello regolato".

Giuseppe Malatesta Garuffi (1655-1710), riminese di origine, fu bibliotecario della Gambalunga, dove sono conservati alcuni suoi inediti.

Infine, troviamo Gregorio da Rimini (morto a Vienna nel 1358), un agostiniano che insegnò teologia a Parigi e fu anche priore dell'Ordine. Scrisse un trattato sull'usura.

Antonio Montanari

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