Al di là della gemellarità: problemi adolescenziali raccontati da un'adolescente.
La testimoninaza di Elisabetta
Ciao
a tutti, mi chiamo Elisabetta ed ho 12 anni. Su richiesta di Mariarita ho deciso
di lasciare sul sito la mia testimonianza sull'adolescenza. Premetto che sono
italo-indiana (madre italiana e padre indiano), ma che non conosco mio padre
perché se ne è andato prima che nascessi (non è morto, almeno credo). La mia
esperienza è basata soprattutto sull'ingresso alla scuola media. Alle
elementari facevo parte di una classe molto unita e, alcune persone, le conoscevo
dai tempi dell'asilo nido. Detto questo, come è facile immaginare, non volevo
lasciare i miei amici, cosa che sarebbe accaduta alle medie, perché avrei
frequentato un'altra scuola praticamente da sola. Già il primo giorno nella mia
nuova scuola non ero molto convinta che mi piacesse (niente da eccepire sulle
classi, il materiale, la presidenza, i professori...). La maggior parte dei miei
compagni si conosceva dalle elementari, e formava dei gruppetti. Da sole,
eravamo in tre e formavamo un nostro gruppetto. Ma io non riuscivo ad
ambientarmi e a creare un feeling con i miei compagni. C'erano due compagne che
mi sembravano più simpatiche delle altre, ma
stavano sempre da sole e, a causa della mia timidezza, non osavo avvicinarmi.
Entrai a far parte di un gruppo, ma non mi trovavo molto bene. Nel frattempo mi
assentavo molto spesso. Poi, a Natale, il problema è esploso. Ho avuto un
blocco psicologico che mi impediva di andare a scuola, non mi trovavo bene, mi
mancavano i miei vecchi compagni, la mia vecchia scuola e i miei vecchi
insegnanti. Dopo una visita della preside della scuola a casa mia, sono tornata
a scuola, e da allora tutto è andato molto meglio. Finalmente ho avuto il
coraggio di fare amicizia con quelle due compagne e adesso, a metà della
seconda media, siamo praticamente inseparabili. Però i problemi in classe
persistono, si sa che le prese in giro ci sono
ovunque, ma nella mia classe sono centuplicate (il colore della pelle, la
bravura, l'accento, l'aspetto fisico, sono solo alcuni dei motivi per cui
prendono in giro), siamo divisi in gruppetti, e tra ogni gruppo c'è una specie
di abisso, sopratutto tra maschi e femmine, ma in tre questi problemi si
superano molto meglio. Questa è la mia esperienza, che so potrà scoraggiare
qualche mamma, ma credo che se avessi avuto un/a gemello/a, le cose sarebbero
andate diversamente, perché non mi sarei sentita così sola. Nel caso fossimo
stati in classi diverse, credo che mi sarei fatta spostare, cosa che invece non
ho fatto per paura che i miei amici si fossero ambientati bene e sarei comunque
stata sola. Infine volevo dire che secondo me la scelta di due gemelli/e di
stare in classe insieme o meno, spetta solamente a loro.
Adesso
passo la parola a mia madre, che per quel che mi riguarda è la migliore ed ha
saputo aiutarmi molto per risolvere i miei problemi.
Ciao, mi chiamo Daniela, sono felice che la vita mi
abbia donato Elisabetta.
Per quanto riguarda la sua esperienza dell'anno passato, posso soltanto dire che
è stata dolorosa, non sapendo cosa fare per poterla aiutare. Comunque ho
imparato che per poter aiutare qualcuno bisogna dargli il tempo di vivere
l'esperienza ed attendere con fiducia che tutto venga assorbito. Quindi un mio
piccolo suggerimento è quello di dare tempo e fiducia ai propri figli con
serenità, e questo vale per ogni aspetto dell'adolescenza e della vita in
generale. Per ora auguro a tutti voi un sereno rapporto con i vostri figli (buon
lavoro).
Elisabetta e Daniela
Scritto il 14-02-2002
Riportiamo - di seguito - un monologo totalmente inventato da Elisabetta, che esaspera ed esagera una situazione adolescenziale, ma che "mette insieme", più o meno, tutti i problemi adolescenziali rispetto al rapporto madre-figlia... ovviamente dalla parte della figlia! Ringraziamo Elisabetta per l'aiuto fornito a noi genitori nel riflettere.
Mariarita Barisione (coautrice del sito)
"SBAM! Un'altra porta sbattuta dopo un'altra litigata con mia madre. Questa volta per colpa delle uscite serali: non mi permette mai di uscire con le mie amiche e con il mio ragazzo, loro, per fortuna, sono comprensivi e capiscono che non lo faccio apposta a non andare al cinema o in discoteca con loro, ma questa cosa mi da molto fastidio lo stesso. Io e mia madre non andiamo d'accordo: litigo sempre con lei, per qualsiasi motivo, perché lei mi impedisce di vivere serenamente l'adolescenza. Ultimamente voleva venire con me a comprare i miei vestiti, per controllare cosa compravo. Non mi sembra giusto, non mi vesto in modo poi così strano... ma come la maggior parte degli adolescenti, ma mia madre non sembra capire che ormai ho 14 anni. Inoltre - uscendo da sola o con le mie amiche come vorrei fare - non posso fare grandi acquisti, perché la mia paghetta settimanale è bassa; ho provato a chiederle un aumento, ma non me l'ha concesso. Altro motivo di discussione, in questi giorni, è la scuola: lei vuole che mi applichi di più e che prenda voti migliori. L'ultimo motivo per cui litighiamo è l'ordine: lei mi reputa disordinata e pretende che sia sempre tutto in perfetto ordine, compresa la mia camera, dove io vorrei poter fare ciò che voglio e sentirmi libera. Quando ho il permesso di uscire, le mie amiche parlano sempre del passato dei loro genitori, mentre io devo per forza ascoltare o parlare di quello di mio padre. Con lui ogni tanto parlo, ma i rapporti sono duri ugualmente perché è sempre d'accordo con mia madre. Comincio a pensare che ci sia qualcosa nel suo passato che mi voglia tenere nascosto, o che non abbia vissuto serenamente la sua adolescenza. Con lei non parlo mai, il nostro modo di comunicare è urlando. Non mi ha mai raccontato degli episodi della sua giovinezza, di cui di solito si parla con i figli, non so neanche come andava a scuola. Forse la nonna la trattava così, ma allora non capisco perché, sapendo ciò che si prova, non cambi comportamento nei miei confronti. Non so più cosa pensare. Può sembrare una cosa sciocca o già detta, ma io se avrò dei figli non mi comporterò così con loro, perché so che cosa si prova."
Elisabetta
27-04-2002