COSA FARE QUANDO UN GEMELLO E' MALATO E L'ALTRO NO?

Lorella: "Una delle mie gemelle di due anni ha la varicella, e non potrà tornare al nido prima di una decina di giorni (nel migliore dei casi). L'altra, per il momento (ma non mi illudo), sta bene. Oggi le ho lasciate tutte e due a casa con la tata, perché mi sembra che lasciare Linda a casa da sola tutto il giorno con la tata sia per lei una punizione. Invece se rimane anche Anna almeno giocano insieme e la giornata passa più in fretta. D'altro canto, mi sembra una punizione per Anna il fatto di tenerla a casa quando invece potrebbe andare all'asilo (che adora). Fino ad ora non le ho mai divise (es. una a casa e una all'asilo) e non so proprio come potrebbero reagire. Non so cosa farò la prossima settimana, avete dei consigli?"

Mariarita: "I miei tremendini frequentano il nido praticamente da tre anni e di malattie (a cicli) ne hanno passate diverse. Io ho sempre tenuto a casa il/la malato/a e mandato al nido il/la sano/a, spiegando che uno poteva andare dai bimbi perché stava bene, mentre l'altro doveva stare a casa perché malato. La cosa è sempre stata ben accettata da entrambi, però bisogna dire che chi stava a casa stava con i nonni che abitano sotto di noi e questo può sicuramente facilitare..."

Michela: "Ai miei gemelli ormai di 7 anni monozigoti, ho sempre detto che quando uno è malato rimane a casa e che l'altro deve andare a scuola. Fin dall'asilo materno la regola è stata questa, anche perché, secondo me, questo li aiuta a capire che sono due persone distinte e che devono seguire la propria vita e non quella dell'altro. All'inizio è stata un po' dura per farglielo capire, ma secondo me li ha aiutati anche ad affrontare il mondo esterno finalmente come una persona e non sempre con il possibile aiuto dell'altro. Adesso in II elementare è normale, anzi quello sano che va a scuola si sente investito di una certa responsabilità, "Vado perché devo avvertire le maestre che mio fratello è malato, gli devo portare i compiti e spiegargli quello che abbiamo fatto."

Paola B.: "Io posso ancora stare a casa quando uno dei gemelli è malato, e quando uno è malato, mando l'altro al nido per poter coccolare di più il malato. Naturalmente le maestre sono avvisate, ma mi hanno sempre detto che quello che era all'asilo non cercava il fratello e comunque non dimostrava segni di solitudine o altro."


Una mamma scrive: "Ho due gemelline di tre anni: una delle due è stata ricoverata per una settimana in ospedale. Ora è tornata a casa, ma non posso mandarla all'asilo. La sorella, ovviamente, non ne vuole sapere di andare a scuola (hanno iniziato quest'anno la scuola materna e frequentano due classi differenti). Io ritengo che non sia giusto instaurare la regola che, se una bimba è malata, anche l'altra debba ritenersi tale, anche per non alimentare quell'aspetto simbiotico che, spesso, noi genitori tendiamo ad accentuare nei fratelli gemelli, che già, per loro natura, ne hanno di loro. Ora, però, sono confusa: mia figlia si dispera, vuole andare anche lei dal nonno (io e mio marito lavoriamo entrambi). Il primo giorno l'ho mandata lo stesso a scuola, il secondo ho ceduto ai suoi strilli, il terzo ho provato a dirle di uscire prima di casa con me perché così andavamo insieme a fare la colazione io e lei, ma all'inizio non c'è stato verso di farla alzare e poi, quando ormai ero alla porta con la sorella per accompagnarla "dal dottore" (il nonno), lei si è buttata a terra urlando come una matta... non so che fare... qualunque strada intraprenda sembra sbagliata e mi sembra di non trovare la soluzione. Cosa sarebbe giusto fare?"

Risponde la Dottoressa Annalisa Zabonati, psicologa e psicoterapeuta:

"Le coppie gemellari presentano un attaccamento reciproco spesso molto forte, più che nelle coppie di fratelli/sorelle non gemelli. Ciò significa che l'attenzione reciproca ed il desiderio, a volte il bisogno, di rimanere in contatto é molto sentito, così come qualsiasi vicenda capiti ad uno dei membri della coppia ricade nell'altro. Tale può essere il motivo per cui la gemellina che non è stata ricoverata esprime il desiderio, molto forte, di rimanere accanto alla sorellina, per non perderla di vista, per assicurarsi del suo benessere, per poter stare con lei. In tal senso, i comportamenti di apparente capriccio sono un modo di manifestare il disagio provato per il ricovero della sorella. A questa età, seppure sia già possibile verbalizzare con le bimbe, é ancora piuttosto difficile trasmettere loro l'essenza dei discorsi e così, mantenendo comunque il dialogo, é comunque importante rassicurare l'una e l'altra che l'ospedalizzazione non ci sarà più (se del caso) o ci sarà (se del caso) ancora, ma che non comporterà particolari disagi. Aiutare le coppie gemellari a distinguere i due sé é complesso, ma a volte é bene assecondare le istanze di complementarietà che spesso caratterizzano questo particolare tipo di coppia fraterna."

Aggiornato il 22-11-2002

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