GEMELLE E PERCORSO SCOLASTICO
L'esperienza
di una mamma - Alessandra R.
Quando, per le mie gemelline, si pose il problema “a scuola: insieme o divise?”, nonostante avessi letto un po’ da tutte le parti che è meglio dividere i gemelli perché la separazione favorisce lo sviluppo dell’individualità, io ero contraria a farlo. Perché? Perché le mie bambine, nonostante si somigliassero molto, avevano due caratterini ben distinti e non erano (almeno mi pareva) affatto dipendenti l’una dall’altra. Dividerle mi sembrava una cattiveria inutile perché, come tutti i bambini che iniziano la scuola, dovevano già subire il trauma della separazione dalla mamma e separarle tra di loro mi sembrava solo farle soffrire inutilmente ancora di più. L’inserimento alla scuola materna filò via liscio come l’olio: Sara e Silvia – forse anche perché avevano frequentato il nido – non avevano nessun problema, erano tranquille e serene, mentre vedevo un’altra gemellina che era stata separata dalla sorella piangere disperata e calmarsi solo quando le veniva “concessa” una visitina da parte della co-gemella. Questo, naturalmente, non faceva che rafforzare le mie convinzioni.
Così
Sara e Silvia iniziarono insieme la loro avventura scolastica, senza particolari
problemi. Mi ricordo che, quando avevano all’incirca 5 anni, durante il loro
ultimo anno di materna (ma forse ora si chiama “scuola dell’infanzia”),
iniziò proprio su questo sito [o forse sulla mailing list?] una discussione
proprio su questo argomento, ed io difendevo strenuamente e fermamente il mio
punto di vista.
Poi
le bimbe arrivarono alla scuola elementare, e qui il problema non si pose
proprio, perché la scuola che frequentano è piccola e c’è
una sola sezione a tempo pieno. Lavorando tutto il giorno, non avevo
scelta: avrebbero continuato a stare insieme.
Ora
hanno sette anni, frequentano la seconda elementare e, se potessi tornare
indietro, le separerei senza pensarci due volte. Sì, ho cambiato idea e ora
sono convinta che la separazione a scuola è veramente la soluzione migliore per
due gemelli.
Sara
e Silvia, come ho già detto, si somigliano molto, ma solo fisicamente. A
scuola, naturalmente sono conosciute da tutti come “le gemelline”, e le
maestre faticano a distinguerle. Siccome, invece, di carattere non si somigliano
affatto, ce n’è una più estroversa (Silvia) e una più introversa (Sara).
Sara ha un mondo interiore molto ricco, è molto fantasiosa e anche abbastanza
problematica (molto più ribelle della sorella, molto meno “malleabile” e
docile…), molto sensibile e suscettibile. Silvia è una vera
“conquistatrice”: giocherellona, chiacchierina, tutta sorrisi e abbastanza
“furbetta”.
Stando
in classe insieme, i confronti tra le due sono inevitabili, e chi ha il
carattere un po’ più chiuso ci rimette “in immagine”. Così Sara, più
che introspettiva, appare “musona”. Se fosse in classe per conto suo questa
differenza non si noterebbe (anzi, non esisterebbe proprio la differenza), perché
mancherebbe il termine di paragone e sarebbe valorizzata per quello che è (ha
un’intelligenza molto vivida…) e non per il risultato di un confronto.
Voglio dire che è tutto molto falsato, perché per i gemelli è impossibile
essere valutati come i bambini singoli, ameno che – appunto – non li si
divida.
Oltretutto,
questo confronto viene fatto anche da loro stesse: ad esempio, Sara si lamenta
del fatto che Silvia ha molte più amichette di lei e questo la fa molto
soffrire.
Per
fortuna, tutte e due vanno molto bene a scuola, perché non oso pensare a cosa
succederebbe se una fosse più brava dell’altra in modo molto evidente…
Alessandra R.
Scritto il 04-11-2001