Gelosia tra gemelli e gemelli ingestibili
(alle richieste di tre genitori, risponde la Dottoressa Annalisa Zabonati, psicologa e psicoterapeuta)
Una mamma ci scrive: "Gentilissima Dottoressa Zabonati, i miei gemelli hanno 3 anni e mezzo, sono eterozigoti e non si assomigliano né fisicamente, né caratterialmente. Paolo è introverso, riflessivo, tranquillo, timido e caparbio, ma anche indipendente; ama giocare da solo e sembra dotato di grande fantasia. Mirco, invece, é socievolissimo, irruento, estroverso, un po' "violento" nelle sue manifestazioni sia di gioia che di rabbia. E' indipendente nelle attività che lo fanno sentire "grande": lavarsi, mangiare, usare il water, ma non é capace di giocare da solo e deve interferire nei giochi e nelle attività del fratello. Inoltre, ama primeggiare, vuole essere al centro dell'attenzione ed é facile al capriccio. Non accetta di sentirsi dire "no". Mirco, su consiglio del pediatra, ha frequentato l'ultimo anno di asilo nido (mezza giornata), mentre Paolo è rimasto con me per quel periodo, per permettergli di stare con la mamma senza la presenza - spesso prevaricante - del fratello. Nel periodo in cui Mirco ha frequentato l'asilo nido, Paolo - che fino a quel momento si rifiutava di parlare e sembrava schiacciato dal fratello - ha cominciato a esprimersi correntemente ed a giocare tranquillo, senza temere le aggressioni - anche fisiche (graffi e morsi) - del fratello. Da settembre di quest'anno, frequentano - sempre per mezza giornata- la scuola materna nella stessa sezione ( anche perché adesso vanno molto d'accordo). Entrambi si trovano bene e sono contenti, ma mentre Paolo adora il fratello e si rapporta molto a lui, Mirco ha ricominciato a graffiarlo e picchiarlo (solo a casa, alla scuola materna lo difende) e per ogni cosa che faccio a Paolo (un bacio, una carezza) pretende lo stesso per sé, come se io non facessi altrettanto con lui. Inoltre mi chiede continuamente se sono contenta di lui e ad ogni mia risposta (affermativa o negativa) mi chiede sempre se é lo stesso con Paolo... Mi sembra un po' ossessionato. A casa non facciamo differenze ma é ovvio che non é possibile essere perfettamente imparziali, visti anche i caratteri diversi dei bambini e, quindi, le diverse necessità. Non so come affrontare la situazione e non vorrei, sbagliando atteggiamento, provocare dei danni all'autostima di Mirco (che già mi sembra piuttosto insicuro) e, nello stesso tempo, vorrei che il bimbo avesse un rapporto migliore con il fratello verso il quale mi sembra di intuire una grande gelosia. Proprio in questo Le chiedo aiuto, per affrontare al meglio la situazione. La ringrazio anticipatamente per la Sua disponibilità."
Risponde la Dottoressa Annalisa Zabonati, psicologa e psicoterapeuta:
"Il problema della gelosia tra gemelli é piuttosto frequente. Mi pare che la Vostra scelta di far frequentare a Mirco l'asilo nido e di tenere Luca a casa non abbia sciolto le preoccupazioni dei due gemelli. Infatti, averli separati, ha prodotto una forte preoccupazione in Mirco, già prevaricatore ed insicuro, che di colpo si é trovato "estromesso" dalla co-presenza con la madre, oggetto di amore e desiderio per lui e per Paolo. E' ora naturale che egli tenti di far scontare al fratello la sua presenza continuata con la mamma, soprattutto perché - in alcuni momenti (probabilmente avvertiti come molto lunghi per lui) - questa presenza é stata esclusiva. Atteggiamenti e comportamenti differenti in pubblico (scuola materna) ed in privato (famiglia) sono comprensibili alla luce di quanto accaduto. Mirco e Paolo sono diversi ed ora la loro distinzione comincia ad essere più marcata, ma sono anche fratelli e perciò si vogliono bene. Anche se questo affetto è spesso infarcito di invidia e gelosia. Cosa devono fare i genitori in questo caso? Non si possono evitare i momenti di frustrazione, né si devono solo presentare situazioni di piacere e soddisfazione dei desideri. I bimbi imparano, un po' alla volta con l'aiuto dei genitori, che tutto ciò che si vuole non sempre lo si può realizzare. Procrastinare i desideri è un apprendimento lungo e tortuoso. I due differenti bambini hanno caratteri distinti che devono essere riconosciuti, si devono perciò adeguare risposte genitoriali che devono essere equamente distribuite, ma con la consapevolezza che non ci si può dividere in più parti e che - talora - rispondendo ad uno non si risponde all'altro. Contenere, insomma, la propria quota genitoriale di frustrazione aiuta a trovare una maggiore serenità nella distribuzione di affetto, amore e attenzione. Se la gelosia tra fratelli/sorelle è comune, lo è ancora di più tra gemelli/e. Questo, però, non diminuisce l'amore uno per l'altro. Evidentemente Mirco e Paolo stanno sperimentando il loro modo di esprimerselo, anche perché gli adulti, spesso, sono troppo preoccupati che le cose tra fratelli/sorelle vadano per il verso giusto, ma quale sia il verso giusto solo il tempo e la loro sperimentazione lo potrà rivelare."
Annalisa Zabonati - Psicologa Psicoterapeuta
Un papà ci scrive:
"Sono il papà di
due gemelli, ora che hanno quasi tre anni sono diventati ingestibili... non
fanno altro che litigare con una eterna competizione tra di loro, nonostante
che, sia da parte mia che di mia moglie non ci sia nessun privilegio, né per
l'uno né per l'altro.
Abbiamo chiesto al nostro pediatra dei consigli e ci ha risposto: "Sono di
carattere forte". Ci potrebbe dare, gentilmente, dei consigli su come
gestire questa situazione?"
Risponde la Dottoressa Annalisa Zabonati, psicologa e psicoterapeuta:
"La rivalità esiste
anche fra le coppie di gemelli, spesso appare anche prima che tra
fratelli/sorelle. Tra i due c'é chi é più forte, più robusto, più
leader già in
fase pre-natale. Così come, durante il parto e l'allattamento, si ravvedono i
segni della
loro forte differenza di temperamento.
Nel prosieguo della crescita le gelosie e le invidie indicano la loro
differenza,
situazione che consente loro di individuarsi come soggetti distinti uno/a
dall'altro/a.
Nonostante crescendo non amino la separazione tra loro, emerge anche l'ostilità
che
comporta la scoperta del sentimento di rigetto nei confronti dell'altro/a. E' a
questo
punto che imparano ad amarsi, anche perché in questo modo possono apprezzare la
condizione di solitudine, che talora sospende l'adesione e la complicità
speciali dei
gemelli.
Come nel caso, quindi, dei Suoi due gemelli "ingestibili" - che
probabilmente stanno
sperimentando il desiderio di individuarsi ognuno per sé - anche attraverso la
lite, per
determinare ognuno il proprio spazio vitale entro cui definirsi e proporsi.
Inoltre, dato il periodo cruciale che stanno vivendo, che coincide anche con una
maggiore
attenzione verso la socialità esterna e la definizione di ruoli nella loro
coppia e nei
confronti dei genitori, è probabile spingano le loro diversità in modo forte.
Un modo
per non rimanere uno legato all'altro per condizione, ma lentamente per libera
scelta."
Annalisa Zabonati - Psicologa Psicoterapeuta
Una mamma ci scrive: "Sono la mamma di due gemelli, Luigi e Miriam - che presto compiranno 7 anni e frequentano la prima elementare - e di un'altra bambina di quasi 5 anni. Miriam è una bambina molto tranquilla e matura, forse anche troppo responsabile... Matteo, invece, è tutto il contrario, con lui è una sfida continua, specialmente ora con la scuola... la situazione é diventata abbastanza problematica. Lui non accetta obblighi e vuole fare come gli pare, li porto in piscina ed è la stessa cosa. Mentre Miriam, fisicamente, é una bambina robusta, Luigi è molto piccolo, tanto che pensano che sia gemello della piccola. Io temo che lui soffra del confronto con la sorella, anche se non gli manca nulla per essere al suo pari... Anzi, anche nelle cose per cui è più portato, per esempio il nuoto o la musica, fa di tutto per fare male anche quelle."
Risponde la Dottoressa Annalisa Zabonati, psicologa e psicoterapeuta:
"I gemelli, oltre ad essere complici, vivono una situazione di ambivalenza dovuta proprio alla differenza di carattere, di aspettative e desideri, di caratteristiche fisiche. Tra i gemelli di sesso diverso le cose possono essere ancora più evidenti. Ma - in genere - i bambini da soli riescono a trovare la soluzione a questa situazione. In fondo, la rivalità può aiutare entrambi a differenziarsi ed individuare una propria soggettività. E' probabile che Luigi cerchi di compensare la sua differenza anche fisica da Miriam, con i modi che sente più appropriati. Talora potrà soffrire, talaltra potrà invece avvertire un senso di soddisfazione. Il confronto con la sorella lo porta ad avere atteggiamenti di contrasto anche per le attività che gli piacciono, ma è un comportamento dovuto al "conflitto" che lo vede protagonista di questa loro partita a due. Un po' alla volta, crescendo, dovrebbero riuscire a trovare una dimensione che li veda complici, ma distinti. I confronti non piacciono a nessuno e anche inconsapevolmente le persone li esprimono. Questo significa che, nonostante la Vostra attenzione per la loro libera e soggettiva espressione, le Vostre preoccupazioni traspaiono e catturano la sensibilità dei gemellini. Un po' di disinvoltura e la capacità di lasciare che si "arrangino" potrà consentire loro di limare gli spigoli.
Annalisa Zabonati - Psicologa Psicoterapeuta
Un papà ci scrive:
"Sono il papà
di Martina di 9 anni e Daniele e Mirco gemelli dizigoti di tre anni. Mia moglie
è casalinga e ha sempre seguito i figli senza l'aiuto di nessuno. Io svolgo
un'attività lavorativa che mi impegna dal mattino alla sera. Dalle ore 20 alle
ore 22 sto con i figli e sempre - interamente - il sabato e la domenica.
Daniele e Mirco hanno frequentato l'ultimo anno dell'asilo nido e, adesso, vanno
alla scuola materna. Sono due bambini con caratteri diversi : Mirco è testardo,
ma vive
serenamente e lega moltissimo con Martina, mentre Daniele è molto sensibile, più
irrequieto e sembra sempre alla ricerca di qualcosa. Passa dalla gioia alla disperazione
nel giro di pochi secondi, se c'è qualcosa che lo infastidisce. Credo che senta
moltissimo la presenza del fratello, perché senza di lui è molto meno
inquieto.
Ovviamente, Daniele e Mirco litigano abbastanza spesso e Mirco ha spesso la
meglio
perché più determinato, mentre Daniele cede prima, mettendosi a piangere.
Ultimamente, però, (nelle ultime 4/5 settimane) Daniele sta avendo
atteggiamenti più violenti nei confronti di Mirco, spesso morsicando. Noi
abbiamo sempre cercato di fargli usare le parole e non le mani, ma non è
bastato. In generale, comunque, Daniele non sembra ascoltare nessun nostro
insegnamento e si comporta da ribelle. Abbiamo usato qualche piccola punizione,
anche perché la pazienza ha superato i limiti, ma senza alcun risultato. Ora,
forse anche perché sono entrambi a casa con l'influenza da più di dieci
giorni, Daniele è tremendamente innervosito dalla sola presenza di Mirco... è
diventato intrattabile e ci sta facendo spesso arrabbiare. Siamo quindi un po'
disorientati nella scelta dell'atteggiamento da seguire, perché ci rendiamo
conto che i modi violenti non servono, ma la pazienza - soprattutto per mia
moglie che li segue costantemente - viene meno. Capiamo anche che Daniele ha
forse più bisogno di affetto."
Risponde la Dottoressa Annalisa Zabonati, psicologa e psicoterapeuta:
"Con i gemelli tutto si raddoppia e - non sempre - i gemelli vanno d'amore e d'accordo. Soprattutto se non hanno lo stesso carattere. Nei gemelli si presenta sempre la situazione della differenza dei ruoli, in cui uno é leader e l'altro é gregario, dove per leader talora si ha proprio quel gemello che sembra più fragile o vulnerabile, dato che magari quello più robusto o pacifico tollera e si contiene. Credo che nel Vostro caso Mirco e Daniele siano entrambi sensibili e bisognosi di affetto, ma che vivano emotivamente in modo diverso le loro esperienze. Ciò per dire che probabilmente Daniele é più influenzabile da ciò che gli accade rispetto a Mirco. Quando i bimbi litigano, pur vigilando, bisogna lasciare che facciano perché - difendendo troppo chi sembra non essere in grado di farlo o reprimendo chi invece é più irruento - talora non si consente di imparare la modularità delle proprie emozioni e delle proprie azioni. Certo i morsi fanno temere il peggio e la pazienza ha un limite... e Voi avete sicuramente avuto degli atteggiamenti consoni alle situazioni, ma ora dovete proprio cominciare a pensarli come due personcine diverse che - lentamente - stanno aprendosi alla vita e agli affetti ognuno con il proprio sentire e il proprio carattere. Qualche sculaccione non fa male a nessuno, anche se sicuramente una cultura non violenta e che tende a verbalizzare sentimenti ed emozioni é maggiormente efficace. Provate qualche volta a separarli, a far loro vivere situazioni ed esperienze diverse, in modo da potersi così costruire un sé indipendente. E quando litigano non parteggiate, ma lasciate anche fare; se poi la situazione dovesse degenerare cercate di dividerli e farvi spiegare cosa succede. Le ragioni dei piccoli a volte sono molto diverse da ciò che vedono i grandi."
Annalisa Zabonati - Psicologa Psicoterapeuta
Una mamma ci
scrive: "Sono
la mamma di due bambine gemelle, monozigote di 20 mesi. Negli ultimi tempi la
conflittualità che, a dire il vero, le ha sempre contraddistinte sembra essere
aumentata a dismisura. Ogni occasione è buona per accapigliarsi, scambiarsi
sguardi che non posso che definire feroci, contendersi con ogni mezzo le mie
attenzioni. Non le dico i morsi che si scambiano, sono costretta a una vigilanza
ininterrotta per paura che possano veramente farsi del male. Ho l'impressione
che la situazione mi stiasfuggendo di mano e le chiedo consiglio."
Risponde la Dottoressa Annalisa Zabonati, psicologa e psicoterapeuta:
"Intorno ai due anni si comincia a delineare la struttura di personalità che acquisisce sempre maggiore definizione del Sé. In questo senso - anche tra le coppie gemellari - si realizza una dimensione soggettiva, nonostante la persistenza di un legame, anche fortemente ambivalente, di coppia (sorella/sorella o fratello/fratello, o sorella/fratello, etc. a seconda del sesso dei due). Inoltre la differenziazione/distinzione dagli altri da sé investe anche gli altri rapporti significativi (quello con la madre, in primis, e con gli altri adulti, come il padre) e ciò comporta momenti anche di conflitto interiore che si può esprimere esternamente con atteggiamenti e comportamenti di distacco o attaccamento eccessivi. Tra le coppie gemellari questa situazione si può acuire proprio per la forte spinta verso un'autonomia dall'altro da sé/specchio di sé che diventa ingombrante nella crescita. Sicuramente coloro che vivono al di fuori di questa coppia percepiscono una situazione di pressante emotività che sfocia anche in scene di aggressività espressa, come nel caso delle Sue gemelline. Anche se la situazione può sembrare di difficile gestione, e lo é, é sicuramente controllabile anche attraverso il processo dell'osservazione partecipata, cioè con l'attenzione necessaria, ma anche con la salvifica capacità di rimanere esterni alle questioni strettamente di coppia. Del resto sono loro due che devono autoregolarsi, pur nella vigilanza della non esagerazione. Insomma, tanta pazienza e controllo degli impulsi genitoriali a voler sanare a tutti i costi le cose. La sensazione che la vicenda Le stia sfuggendo di mano, può essere uno degli effetti della solerte dedizione verso la convivenza pacifica, cercando di minimizzare il conflitto. Quando questo scaturisce va gestito, non negato e va trasformata l'energia che ne emerge verso mete accettabili, quali definizione di un sé distinto, grinta, etc. Se qualche volta anche si dovessero fare del male (sempre in misura ridotta) non é poi così terribile, chi avendo fratelli e sorelle non ha mai intrapreso una battaglia a morsi, tirate di capelli, graffi, etc..?"
Annalisa Zabonati - Psicologa Psicoterapeuta
... ANCORA SULLA GELOSIA TRA GEMELLI
(I bambini di cui si parla in questa discussione avvenuta sul forum hanno tutti un'età compresa tra i due ed i tre anni)
Paola A.: "Edoardo è incontenibile; ieri pioveva a dirotto = siamo stati tutto il pomeriggio in casa. Tentativi di occupazione dei "mostri":
In sintesi, mi scoccia molto riprendere in continuazione Edoardo, mi sembra di vessarlo troppo, d'altro canto devo anche difendere Violetta. Tento di ignorarlo, poi lo sgrido solo a parole e lì si innesca un meccanismo da parte sua di sfida, ridacchia e continua a fare quello che stava facendo o peggio fino a costringermi - ormai esasperata - al fatidico scapaccione, subito seguito da coccole di rassicurazione ed abbracci conditi con dei bei "lo so che sei un bravo bambino, ma la sorellina non la devi picchiare,etc. etc.". Considerate poi che questa cosa la fa precipuamente per una gelosia assurda che ha nei miei confronti: eppure non mi pare di dispensare più affetto su uno piuttosto che sull'altra e che questi fatti si sono acutizzati da quando vanno al nido. In pratica durante il fine settimana combattono per accaparrarsi le attenzioni mie e del padre, a tal punto che certe volte ho difficoltà ad andare in bagno un minuto perché mi seguono subito piangendo come se mi accingessi a partire per un viaggio di due mesi (che ogni volta minaccio di fare!!!!!!)."
Daniela:
"...Stessa
identica minaccia. Ma io aggiungo: "Biglietto per gli Usa... sola
andata!!!" Viviamo anche noi gli stessi identici problemi... e proprio da
quando vanno all'asilo. Credo sia un modo per farci pagare il fatto che li
lasciamo a scuola tutto il giorno. A noi capita da quando arriviamo a casa,
verso le 16.30, e poi durante tutto il fine settimana. Ed è sempre Pietro che
usa tutti i mezzi per farmi andare su tutte le furie. E' gelosissimo di sua
sorella che, invece, con lui è sempre molto dolce (a parte alcune volte che
proprio perde la pazienza e allora gli molla uno schiaffotto dove capita). Non
sono mai preoccupata quando li sento litigare senza che alzino le mani.
A volte, invece, bisogna proprio fare attenzione che Pietro non faccia male
seriamente a Costanza. E quando invece accade, lo mettiamo in castigo ("Vai
in cameretta e non uscire finché non te lo dico io"). I castighi (niente
giochi, niente cartoni, niente caramella), servono davvero a poco. Dopo 5 minuti
tutto torna come prima.
Cosa dobbiamo fare? Come posso fare capire a Pietro che il mio affetto è
incondizionato? Anche io accetto consigli"
Paola A.: "Siamo tutte sulla stessa barca!!!! Uno veramente non sa cosa fare: ignorarli, difendere il più debole, scapaccionarli e poi sentirsi subito un verme perché sono piccolini e ci restano malissimo. A me è anche venuto da pensare: in fondo Edoardo, che è un torello e sperimenta tutto fisicamente, in realtà non capisce fino in fondo che fa del male a Violetta (ci sono infatti situazioni in cui vuole fare la lotta con lei come se fosse un altro maschio); prova ne è che talvolta le restituisce il mal tolto senza che dobbiamo intervenire noi, con lei che attende quest'atto molto pazientemente guardandolo come se fosse il "figlio scemo"... E' come se avesse messo in conto che è meglio attendere che lo faccia lui che scontrarsi direttamente. Psicologicamente poi, Violetta sembra essere più forte del fratello: è più indipendente, protesta raramente (ma quando lo fa Dio ce ne scampi attacca delle nenie o se ne esce con dei "discorsi fiume" con un vocetta da "soprano""
Lara E.: "Inizio a pensare che siano proprio così i maschietti e proprio così le femminucce!!! Ve l'ho detto che Alessia mostra un bellissimo occhio nero regalatole dal fratello? Ma lei, imperterrita, è andata avanti a cullare le sue bambole. Quando si è convinta che le bambole facevano la "nanna" è andata in cucina, ha preso un cucchiaio di legno ed ha tentato (dico tentato perché l'ho fermata!) di restituire l'occhio nero al fratello."
Risponde l'esperto la Dottoressa Annalisa Zabonati -psicologa e psicoterapeuta:
"La prima cosa che
salta agli occhi in questi stralci di racconti é che i gemelli sono composti in
modo misto: bimbi e bimbe (Violetta e Edoardo, Costanza e Pietro, Laura -
Gabriele e Marco, Alessia e Fabrizio). Una probabile spiegazione rispetto a
questi episodi di aggressività e/o dissidio tra gemelli sta nell'età dei
protagonisti. Infatti durante il secondo/terzo anno di vita si comincia a
strutturare la propria identità e
il proprio senso di sé. Inoltre la differenza di sesso induce a difendere in
modo ancora più deciso la diversità. Del resto i gemelli sono spesso
considerati *uguali* e questo a scapito delle singole soggettività. Credo che
il compito più arduo lo debbano proprio compiere i genitori, attraverso
l'osservazione degli episodi, la capacità di prevenire in alcuni casi le
esplosioni di aggressività e rivalità, la dimostrazione del proprio affetto e
della propria disponibilità pur nella fermezza del contenimento delle
situazioni. Maschi e femmine non sono più forti o più deboli per il loro sesso
di appartenenza, ma per le implicazioni sociali e psicologiche che questo
comporta. Cioè pensare e credere che bimbi e bimbe hanno modi diversi
connaturati nel comportamento e negli atteggiamenti, dovuti al genere è un
equivoco che alla lunga comporta una rinuncia per le bimbe della propria parte
grintosa e forte e per i bimbi di quella sensibile e disponibile. Nei casi
descritti i gemellini sono in procinto di formarsi l'idea oltre che
della propria persona, anche dell'identità sessuale e sessuata, che
inconsapevolmente i genitori condizionano con le loro convinzioni. Se qualche
volta tra di loro fratelli e sorelle litigano significa anche che stanno
tentando di confrontarsi rispetto ai rapporti di potere, intendendo per potere
la capacità di influenzare l'altro/a, equilibri faticosi in ogni interazione
umana. Cominciare a pensare che anche le bimbe possono e devono esprimere la
propria forza non significa tollerare le aggressività litigiose (i/le
bimbi/e non sanno ancora quanta forza anche fisica possono avere, sta agli
adulti insegnarlo), ma non indulgere nel credere che solo i bimbi dimostrano la
loro personalità in questo modo. I litigi tra fratelli/sorelle disturbano molto
di più gli adulti per gli schiamazzi e le intemperanze, ma sono anche il modo (
che deve essere
modulato) di esprimere i propri sentimenti. Insomma, talora lasciare che se la
sbrighino da soli può essere di aiuto in queste situazioni, cercando di non
parteggiare, sapendo però di provare affetti diversi per l'uno/a e l'altro/a.
Figlie e figlie non sono tutti/e
uguali."
A
proposito di questi argomenti esistono i seguenti testi:
BERTO SCALARI, Essere fratelli. Scontri ed incontri. Quale posto occupano i genitori, Armando Editore, 1998
Aggiornato il 27-02-2002