LA MUSICA NEL RINASCIMENTO

Il Rinascimento musicale in effetti andrebbe chiamato "nascimento" perché nella musica non ci sono situazioni precedenti che "rinascono", ma solo c'è uno sviluppo, ora quasi in progressione geometrica, di conquiste artistiche e formali già iniziato nel Medio Evo. Dato ormai per scontato che il Medio Evo in realtà non è stato solo imbarbarimento di ogni cosa, ma anche periodo di cultura, possiamo dire che le arti e quindi anche la musica hanno risentito della mancanza di "investimenti finanziari" e della mancanza di comunicazione fra i vari artisti, per essere grandissime, ma comunque ci sono state ed hanno avuto la loro funzione. La mancanza della stampa musicale nel Medio Evo ha resa scarsissima la documentazione scritta e quindi della musica dei trovatori, trovieri, menestrelli, minnesanger ed anche dei primi polifonisti non sappiamo molto mentre ne sappiamo un po' di più della loro poetica e delle loro argomentazioni perché ce ne hanno riferito storici e letterati.
Nel '500 nasce la stampa musicale, vengono usate nuove tecnologie per la costruzione degli strumenti, arrivano migliori materiali, collanti, vernici provenienti da paesi stranieri e lontani e dunque ci sono tutte le condizioni purché la musica inizi quel "boom" che durerà per secoli. Due (come d'altra parte è sempre stato) sono i settori in cui si esprime la musica rinascimentale: musica vocale e musica strumentale. La musica vocale, a sua volta, va distinta in sacra e profana. I primi sintomi della "rinascita" della musica vocale sacra si hanno già con l'Ars nova (contrapposta all'Ars antiqua) cioè la musica (peraltro in prevalenza profana) che va dal '300 ai primi del '400 e che si sviluppa soprattutto in Francia con de Vitry e de Machaut e in Italia con Landino. Le forma più praticate sono: mottetta, madrigale, caccia, ballata. Più in avanti nel tempo (per tutto il '400) c'è il forte sviluppo della scuola fiamminga con i suoi componenti sparsi per tutta l'Europa nelle corti e nelle cattedrali. Le forme più praticate da questa scuola sono: messa, mottetta, chanson.
Questi primi sintomi di "rinascita" hanno già un considerevole valore artistico, ma risentono un po' del fatto che gli autori citati sono i primi a sperimentare le nuove forme e soprattutto le infinite difficoltà di una composizione contrappuntistica. Cose, queste, che scompaiono nel '500 quando l'arte contrappuntistica diventa morbida, fluida e sontuosa grazie anche alle nuove teorie fra le quali quelle di G. Zarlino che con un procedimento fortemente matematico introdusse i modi maggiore e minore che sono alla base della musica moderna. Da notare, in questo periodo, che quasi tutti i musicisti sono compositori sia di musica sacra che profana. Le scuole principali nel '500 sono: Fiamminga, Luterana, Romana, Veneziana.
Massimo rappresentante della scuola fiamminga è O. di Lasso, vero uomo rinascimentale, la cui produzione è di notevole vastità e raffinata qualità. Scrisse messe, mottetti, canzoni, madrigali; viaggia molto, si confronta con altri musicisti ed ebbe conoscenze anche in altri campi artistici e culturali.
Un discorso del tutto particolare va fatto per la scuola luterana. Lutero impone, nella funzione religiosa, l'uso di canti semplici ed orecchiabili con il testo in lingua tedesca e non in latino. Molti di questi canti li compose egli stesso, altri furono tratti da melodie popolari. Inoltre nel Corale protestante non sono i professionisti a cantare, ma è tutto il popolo (cosa molto importante perché si creò una cultura musicale di base che ancora permane nella società tedesca).
La scuola romana è viceversa ispirata dalla Controriforma. Il più importante rappresentante e G. P. S. da Palestrina che è un po' il simbolo della musica sacra di tutti i tempi a venire e il suo stile polifonico "a cappella" grandioso, ma comprensibile resterà praticamente immutato per secoli. Scrisse messe, mottetti, madrigali, lamentazioni inni.
La scuola veneziana è forse la più innovativa per almeno due caratteristiche: l'uso di due organi e due cori che potevano eseguire in modo contemporaneo o alterno (cori battenti) e l'uso degli strumenti uniti alle voci. Rappresentanti più importanti sono: A. Willaert, Andrea e Giovanni Gabrieli. Al di fuori della liturgia, con ispirazione e direzione popolare e di carattere pio si sviluppa inoltre la Landa polifonica soprattutto per merito di Animuccia e di G. F. Anerio.
Accanto a queste composizioni di carattere sacro nascono e si evolvono quelle profane con testi in volgare ed anche in dialetto. Le più importanti di queste forme sono i Canti Carnascialeschi, la Frottola, la Villanella, il Balletto, ma soprattutto la Chanson francese e il Madrigale. La Chanson, spesso a carattere descrittivo, ha una polifonia molto semplice dove domina l'anaritmia pur con qualche variazione di tipo imitativa o a canone. Nel corso del tempo le parti vocali, tranne una, saranno sostituite da parti strumentali e la Chanson diventerà in pratica quella che è ancora adesso. Il Madrigale si discosta in parte dalle altre forme in quanto più aristocratico, con testi molto poetici e più rivolto ad un pubblico colto. Non a caso fu detta "musica reservata".Il madrigale raggiungerà il massimo splendore nel '600 con C. Monteverdi.
Il Rinascimento, dunque, è un periodo di grandissime e radicali trasformazioni in campo musicale. Da una parte segna il massimo sviluppo della musica sacra e dall'altra segna anche l'allontanamento della musica dal monopolio ecclesiastico; arriva al massimo splendore vocale e contemporaneamente attribuisce importanza agli strumenti; porta ai massimi risultati le precedenti teorie e ne sviluppa umane. E' soprattutto da questo periodo che la storia della musica diventa importante ed interlocutoria con le altre manifestazioni artistiche.

L’EVOLUZIONE DEGLI STRUMENTI MUSICALI DURANTE IL RINASCIMENTO

GLI ARCHI

Viella: strumento ad arco a fondo piatto del periodo medievale, costruita in varie forme e dimensioni; il numero delle corde varia da tre a cinque. Molto usata dai trovatori per accompagnare il canto e la danza viola 
                                           

Gli archi "tradizionali"

Viola da gamba: Strumento ad arco che deriva il nome dalla posizione dello strumento rispetto al suonatore. Ne esistono esemplari di varie dimensioni: dal soprano al basso. Si sviluppa nel XV secolo, quando l'evoluzione musicale esige esemplari ad arco di più grandi dimensioni.

        
Viola da brazzo: si sviluppò dalla viella verso la fine del '400. da questo strumento si svilupperà in seguito tutta la famiglia degli strumenti ad arco dei nostri giorni: violino, viola, violoncello e contrabbasso.
                                                    


GLI STRUMENTI A TASTIERA

Gli strumenti a testiera del Rinascimento sono basati sui consueti principi di funzionamento, ovvero strumenti a corde pizzicate, a corde percosse o in cui una colonna d’aria prodotta da un mantice viene sospinta  nelle canne. La loro invenzione si può far risalire al Medio Evo, periodo durante il quale si possono rintracciare testimonianze dell’esistenza di tutti questi strumenti. Quelli costruiti prima del XVI sec erano di dimensioni ridotte e potevano essere trasportati. Il loro uso era, in ogni caso, piuttosto limitato, stando ai principi polifonici che caratterizzavano la musica di quel periodo, ma le cose cominciarono a cambiare durante il XV sec, epoca in cui cominciarono ad apparire i primi strumenti a tastiera di tre ottave.
Le corde che venivano utilizzate per gli strumenti a tastiera erano, nella gran parte dei casi, di metallo anche se non era esclusa la possibilità di strumenti dotati di corde di budello.
Tanto gli strumenti a corde pizzicate quanto quelli a corde percosse mantennero dimensioni relativamente ridotte e conseguentemente erano piuttosto leggeri. La loro forma poteva essere rettangolare o, in base alla lunghezza delle corde che montavano, la tipica forma triangolare che avrebbero in seguito avuto i clavicembali. Nessuno di questi strumenti possedeva dei supporti o delle gambe, caratteristiche che si ritrovano dal XVI secolo, insieme alle ricche decorazioni che siamo abituati a vedere sui clavicembali, ma venivano appoggiati su un tavolo. In seguito, con l'aggiunta delle gambe e delle decorazioni ornamentali, gli strumenti a tastiera divennero anche preziosi oggetti d'arredamento.
LA SPINETTA
A differenza del clavicembalo, nella spinetta, un piccolo strumento a tastiera dotato di corde, la tastiera è parallela ad esse. La cassa ha una forma rettangolare o trapezoidale; per il resto si tratta di un clavicembalo di piccole dimensioni che veniva utilizzato soprattutto ad uso domestico. Spesso la tastiera stessa era molto piccola, lasciando così supporre che si trattasse di strumenti destinati alle piccole mani dei bambini.
Mentre il clavicembalo si diffuse assai rapidamente, acquistando una posizione preminente in Italia e in Inghilterra, la spinetta godette di vasta popolarità in Francia

I LIUTI

In principio era l'UD (al-ùd= la tavola, nel senso di tavola armonica).
L'UD è ancora il più nobile fra gli strumenti tradizionali arabi e possiede sorprendenti analogie organologiche con i liuti, utilizzati in occidente per la musica  d'uso e la musica colta, sino al tardo XVIII, o , addirittura, secondo alcuni, sino agli inizi del XIX sec.
 Per tornare al papà del Liuto, l'UD è formato da una cassa ovale costruita in carpenteria, un piano armonico a forma di mandorla, un manico nettamente distinto dalla cassa, un cavigliere   quasi ortogonale al manico sul quale, sagittalmente, sono infitti i cavicchi che regolano la tensione e la accordatura delle corde. La forte inclinazione del cavigliere serve a scaricare in misura maggiore la tensione provocata dalle corde, impedendo vizi al corpo dello strumento.
 Nel Ud, come nel liuto,  a differenza delle chitarre, nessun osso solleva le corde legate al ponticello, che quindi trasmettono le vibrazioni direttamente al piano armonico: il risultato è una sonorità dalla durata più breve e più flebile di quella della chitarra, ma molto più ricca, per le armoniche generate.  Le corde sono nell'Ud in numero di cinque o sei coppie unisone. L'Ud non possiede tasti, cosa vantaggiosa nell'esecuzione dei modi arabi. La mancanza di tasti  permette agevolmente  all'esecutore di seguire, anticipare, imitare le movenze del canto ed i melismi proposti dal cantore. Passato attraverso la Spagna - che lo rifiuterà a favore della Viuhela , per non avere in
nessuna cosa contatti con l'odiato invasore - il Liuto si diffonde in tutto il resto d'Europa.

liuto