La Psicologia Umanistica

CENNI STORICI E TEORICI

Il termine "psicologia umanistica" fu adottato per la prima volta nel 1962 da un gruppo di psicologi riunitisi per fondare una nuova associazione di psicologia che si proponeva di studiare la dinamiche emozionali e le caratteristiche emozionali di un’esistenza umana piena e vitale.La psicologia umanistica deriva sicuramente dall’umanesimo.Si tratta però di una discendenza alquanto ideale,poichè sarebbe imposibile trovare una concreta ripondenza tra l’ideazione,l’elaborazione e la discussione che hanno caratterizzato lo sviluppo della psicologia umanistica,e la severità filologica con cui i primi umanisti,da Petrarca a Erasmo a Tommaso Moro perseguirono la riscoperta dei classici.Ma tuttavia lo spirito dei due movimenti ha una sua affinità,perchè scaturisce da uno stesso bisogno di rivalutare la persona umana di fronte all’invadenza di concezioni totalizzanti e obsolete.Il bisogno da parte degli psicologi di far rivivere l’umanesimo,nasce dalla tendenza nella loro disciplina ad ignorare l’uomo.Coloro che hanno cercato di far rivivere l’umanesimo hanno probabilmente indicato nella cultura della Grecia Classica un esempio di ciò che avrebbero voluto reinstaurare.Infatti a volte il neo umanesimo non è nient’altro che una forma di classicismo;ma l’umanesimo non è qualcosa che facciamo rivivere,far rivivere è lavoro per classicisti.L’umanesimo ha a che fare con il presente,il nuovo,il vivo.L’umanista si agita tra le incertezze del presente,continuamente rischia l’errore storico per arrivare a qualcosa di giusto.L’umanista è aggressivo e spera di giungere a qualcosa di migliore.Secondo gli psicologi Charlotte Buhler e James Bugenthal esisterebbero degli atteggiamenti comuni ai "seguaci" della psicologia umanistica: HOME PAGE SEGUE

- concentrazione dell’attenzione sulla persona,sull’esperienza quale strumento essenziale degli studi sull’uomo;

-particolare interesse per certe caratteristiche tipicamente umane come la scelta,la creatività e l’autorealizzazione;

-valorizzazione della dignità della persona e interesse allo sviluppo del potenziale in essa latente.

Questi nuovi atteggiamenti rivelano un nuovo modo di essere e di sentire che ha avuto profonde ripercussioni per lo psicologo umanista sul piano personale e professionale.Sul piano personale egli ha accettato e valorizzato la propria umanità,con i limiti e le potenzialità che essa comporta.In campo psicoterapeutico,grazie ad Abraham Maslow,Rollo May e Carl Rogers,si precisò un’impostazione umanistica del rapporto terapista-cliente.In questa impostazione lo psicoterapeuta riconosce nel cliente non solo un essere umano al quale rapportarsi con rispetto empatia e trasparenza ma anche una persona che può essere per se stessa,lo strumento migliore di esperienza e di crescita.Questo modo di esere assicura al cliente condizioni ottimali di cambiamento e di crescita nella direzione da lui desiderata.Sempre in campo professionale,alle scuole umanistiche i deve in larga misura la diffusione della dimensione collettiva nell’attività psicoterapeutica,diventata parte essenziale dell’approccio umanistico nel mondo aziendale,sportivo,professionale.

Comune a tutte queste applicazioni resta la convinzione che la persona umana può essere studiata nella sua interezza,enza preconcetti riduzionistici,e che la conoscenza e l’esperienza servono maggiormente dell’interpretazione concettuale.

Abraham Maslow scriveva infatti nel 1961,"per lo psicologo umanista la moneta essenziale nel campo del sapere è la conoscenza diretta,intima,esperienziale...Devo avvicinarmi a ogni persona come a una realtà assolutamente unica e irripetibile".