Legge n. 26 – Preservate pulite le vostre mani.

Sentenza:

Mostratevi come un modello di civiltà e di efficienza: le vostre mani non devono mai apparire macchiate da errori o impegnate in azioni riprovevoli. Occorre mantenere questa apparente superiorità utilizzando gli altri come inconsapevoli pedine e schermo per celare il proprio coinvolgimento personale.

Parte I Celate i vostri errori – disponete sempre di un capro espiatorio su cui scaricare le vostre colpe.

Il vostro buon nome e la vostra reputazione dipendono molto più da ciò che siete in grado di celare piuttosto che da ciò che mostrate. Tutti commettono degli errori, ma le persone veramente sagge si ingegnano per nasconderli e accettarsi che ci sia qualcun altro da biasimare. Occorre sempre poter disporre, per i momenti di necessità, di un buon capro espiatorio.
Gli errori occasionali sono inevitabili, in quanto il mondo riserva sempre molte sorprese: tuttavia i potenti non si lasciano travolgere dagli errori commessi ma trovano un modo per affrontarli al meglio.
Come un chirurgo asportano il tumore con decisione e rapidità.
Le spiegazioni e le scuse sono troppo inadeguate per un’operazione così delicata, e chi detiene il potere deve evitarle.
Porgere delle scuse significa dar adito a ogni sorta di dubbio sulle proprie competenze, sulle proprie intenzioni, sull’esistenza di altri possibili errori non confessati; gli errori non vengono cancellati dalle scuse, sono più profondi e laceranti, meglio tagliarli via subito, distrarre l’attenzione dalla propria persona e focalizzarla invece su un appropriato capro espiatorio, prima che la gente abbia modo di riflettere sulle vere responsabilità e competenze.

Può essere un uomo del tutto innocente, ma anche uno che innocente non è e su cui si sono addensati sentimenti di odio, e da cui è prudente prendere le distanze, lasciandolo andare dove lo spinge il vento o facendosi parte attiva nel ristabilire la giustizia; in questo caso chi gestisce il potere rimane libero da colpe e si mostra anzi come elemento di equilibrio che ha provveduto a sistemare le cose.
 
 

Le chiavi del potere

L’uso del capro espiatorio è vecchio quanto l’umanità: lo si trova in tutte le culture del mondo. Il principio che sorregge questa soluzione è trasferire la colpa ed il peccato su di una figura esterna: un oggetto, un animale, un persona che dev’essere bandita e distrutta.
È una caratteristica profondamente umana quella di non guardare dentro se stessi, dopo aver commesso un errore o un crimine, ma di cercare all’esterno qualcuno su cui appuntare la colpa.
Questo profondo bisogno di estraniare la propria colpa da sé ha un immenso potere, che le persone sagaci sanno come maneggiare.

Il sacrificio è un rituale antico, forse il più antico rituale che si conosca, il rituale stesso è fonte di potere.

Il sacrificio di sangue di una vittima simbolica sembra un relitto del passato, ma la pratica è tuttora presente anche se in maniera indiretta e simbolica, poiché il potere deriva dall’apparenza coloro che lo detengono non possono sbagliare e l’uso del capro è tuttora in auge: quale capo di stato si è mai assunto l’onere di uno sbaglio?
La funzione di capro espiatorio va oltre quella della semplice punizione al posto di altri, può servire anche da ammonimento, facendo capire ai cospiratori che non si hanno scrupoli a colpire gli innocenti pur di difendere il potere.
La scelta di un innocente a volte è molto oculata, può essere così estraneo ai fatti da non essere nemmeno in grado di contrastare l’accusa, o se si difende, sembrare così disperatamente eccessivo quasi come ammissione di colpevolezza.
Attenti però che non diventi un martire, l’importante è che agli occhi di tutti siate voi la vittima, il povero capo tradito dall’incompetenza di chi lo circonda.
Se l’accusato è troppo debole o la punizione troppo crudele finireste vittima del vostro gioco.

Il candidato ideale è uno potente, spesso a voi vicino, è la classica tattica della "caduta in disgrazia del favorito": i regnanti spesso mantengono a corte uomini a cui dispensano favori e attenzioni, spesso senza alcun merito, questi possono essere capri espiatori ideali al bisogno, nessuno avrebbe dubbi sulla loro colpevolezza, gli altri cortigiani sarebbero contenti di togliersi di mezzo un rivale e il re si libera di qualcuno che può diventare troppo ingombrante e arrogante.

Può comportare la perdita di un amico o di una spalla, ma a lungo termine è meglio nascondere i propri errori che salvare qualcuno che potrebbe pure diventare un nemico, e comunque si può sempre trovare un nuovo favorito.
 
 

Immagine: il capro espiatorio

Nel giorno dell’espiazione il sacerdote porta il capro nel tempio, gli impone le mani e confessa i peccati del popolo, trasferendone le colpe sul capro che viene poi abbandonato nella foresta, liberando il popolo dai peccati commessi. E dalle conseguenze nefaste.
 
 

Un parere autorevole

l’errore non consiste nel non commetterne, ma nell’incapacità di nasconderlo.
Tutti commettono errori, ma il saggio li maschera, mentre il pazzo li confessa: la reputazione dipende maggiormente da ciò che è nascosto, piuttosto che da quello che viene palesato, se non siete bravi siate almeno prudenti. (Baltasar Gracian)
 
 

Parte II Fatevi togliere le castagne dal fuoco.

Se è proprio necessario compiere qualche scelta impopolare o sgradevole, è molto rischioso farlo da sé. C’è bisogno di qualcuno che lo faccia per conto vostro, qualcuno che si assuma dei rischi e si sporchi le mani al posto vostro.

L’arma vincente è spesso la persuasione, una regina non deve abbassarsi a compiti sgradevoli ne un re presentarsi con le mani insanguinate.

Il potere tuttavia non può sopravvivere senza scontrarsi e schiacciare chi vi si oppone, c’è sempre un sacco di lavoro sporco che qualcuno deve svolgere intorno al trono, anche voi avrete bisogno di qualcuno che vi tolga le castagne dal fuoco.
Può essere qualcuno relativamente estraneo alla vostra diretta cerchia di amicizie, che non sia in grado di comprendere appieno di essere usato: uno sciocco così può essere trovato con una certa facilità, persone che godono a farvi un favore, specie se si aspettano una qualche forma di ricompensa.
Poiché svolgono compiti che risultano loro perfettamente leciti, o almeno completamente giustificabili, essi puliranno il campo per voi con efficacia, diffondendo le informazioni che fornirete loro, ostacolando inconsapevolmente i vostri rivali, perseguendo i vostri piani senza rendersene conto, sporcando le loro mani mentre voi resterete immacolati.

Se ci si trova in una temporanea situazione di debolezza e diviene necessario disporre di tempo per riprendersi, è bene utilizzare chi ci sta intorno sia per usarli come schermo per celare le proprie reali intenzioni, sia per spingerli a togliere le castagne bollenti operando a nostro favore.

È bene cercare una terza parte con cui condividere il nemico (anche per motivi diversi) e sfruttarne la forza, almeno finché si resta nella situazione di debolezza.

Si può persino arrivare a condurre le due parti a scontrarsi quasi senza farsi notare: in questo caso è bene trovare qualche sentimento di aggressività, perché ciò porterà le parti a combattersi duramente e basterà attendere con calma perché i risultati attesi arrivino da soli.

Non è mai semplice essere nelle condizioni di rendere un favore, se viene fatto in modo goffo e ovvio il ricevente si sente ulteriormente obbligato.
Ciò crea un certo senso di potere, ma è un potere suscettibile di autodistruzione, in quanto può portare risentimento e senso di indebitamento.
Un favore reso indirettamente e in maniera elegante è dieci volte più efficace.
Mai imporre un favore ai pari grado o a un amico, cercate di agire da cortigiano, eventualmente provando voi a cavare le castagne dal fuoco, liberando l’amico dal problema, ma senza che questi si senta perciò obbligato.
 
 

Le chiavi del potere

In linea di principio si può pensare che chi si applica con diligenza costante e lavora duramente detenga un certo grado di potere, ma in realtà significa debolezza.

Perché mai lavorare così intensamente? Forse perché siete incompetente e occorre uno sforzo maggiore per raggiungere certi risultati, forse perché non siete in grado di delegare e vi trovate sempre in mezzo alle cose.

Il vero potente non sembra mai avere molta fretta, ne essere mai molto pressato, mentre gli altri si affannano, egli spesso si distrae, trova il tempo per incontrare le persone giuste per compiere certi lavori, si risparmia le energie e fa sì che il cerino acceso non gli rimanga mai in mano.

C’è chi si illude che facendosi carico dei lavori impegnativi, coinvolgendosi in prima persona nell’operatività del quotidiano forse può imporre il proprio potere e instillare timore. In realtà chi fa così diviene fastidioso agli occhi degli altri e sembra voler imporre la propria posizione.

L’importante per una persona che voglia emergere, è avere le mani pulite: le sue realizzazioni sono solo cose buone e di successo.

A volte si deve intervenire in prima persona impiegando le proprie energie, ma è necessario che appaia chiaro che c’è sempre di mezzo qualcun altro: trovate sempre il pezzo degli scacchi da sacrificare nella partita che state giocando.

L’arte di trovare il pezzo giusto da sacrificare è, come ogni arte, frutto di applicazione: sviluppatela per essere sempre in grado di trovare e utilizzare al momento giusto la vostra pedina e liberarvene quando il suo ruolo si è esaurito.

Un elemento chiave di una stratega spesso è quello di nascondere il vero scopo di un’azione circondandola di mistero: quando i vostri nemici non comprendono le vostre mosse reagiscono in modo tale che poi gli si ritorce contro.

Celando all’avversario le vostre intenzioni renderete più semplice il condurlo su percorsi che vi agevoleranno nel risultato, questo richiede la capacità di muovere le pedine con una strategia di lungo periodo, quasi come le palle da biliardo che battono diverse sponde prima di arrivare in buca.

Ad esempio usare persone di loro fiducia è un modo per avvicinare persone di prestigio senza suscitare la loro apprensione, anzi la persona di fiducia coinvolta costituisce una garanzia di credibilità e maschera il fatto meno attraente dell’essere il questuante per il favore: la tecnica più diffusa è quella di "fabbricare" informazioni da elargire alla vittima prescelta, perché sia lei a portarle al vostro obiettivo finale; le informazioni inventate o distorte se portate da un ingenuo a cui tutti tendono a credere sono la base essenziale.

Un altro caso è quando ci si presenta spontaneamente come pedina sacrificale di un gioco, allo scopo di acquisire un altro tipo di potere, un’astuzia tipica del perfetto cortigiano; è un trucco che protegge un potente da un danno o un pericolo e che ci fa guadagnare un immenso rispetto, che prima o poi porterà i suoi frutti.

E più il contributo sarà elegante e sottile, piuttosto che vanaglorioso e grossolano, e maggiore potrà essere la ricompensa da parte di un potente soddisfatto.
 
 

Immagine: la zampa di un gatto

Ci vuole una zampa lunga per afferrare le cose. È un bene che sia soffice e munita di artigli. Afferrate il gatto e usate la sua zampa per cavare le castagne dal fuoco, per artigliare il vostro avversario. Per giocare con lui come il topo, prima di mangiarlo. Qualche volta il vostro gatto si scotterà la zampa, ma spesso non sentirà alcunché.
 

Un parere autorevole

Fate tutto ciò che possa piacere, lasciando ciò che non piace ad altri, facendo la prima cosa guadagnate favori, delegando la seconda ne deviate i problemi le cose importanti spesso comportano premi e punizioni: fate in modo che i primi vi onorino e le seconde colpiscano altri (Baltasar Gracian)
 
 

L'opposto

L’uso del capro espiatorio e la tecnica del farsi togliere le castagne dal fuoco richiedono molta cautela e delicatezza: hanno lo scopo di operare come schermi per proteggervi dal coinvolgimento in questioni poco dignitose agli occhi dell’opinione pubblica: se a un certo punto lo schermo cade, si rimane esposti e si viene scoperti come colui che sinora ha mosso i fili delle marionette e le cose precipitano: una volta venuta a galla la verità diviene impossibile governare gli eventi.

Gli artifici illustrati devono quindi essere usati con estrema cura o l’errore può trascinarsi con cause imprevedibili: è spesso saggio utilizzare certi trucchi per affari più innocenti, dove errori o sottovalutazioni non possono causare effetti così devastanti.

Inoltre ci sono momenti in cui non è vantaggioso rimanere nell’ombra, ma piuttosto assumersi qualche responsabilità.

Chi è realmente potente e ne ha la consapevolezza, può anche giocare la parte del penitente e riconoscersi colpevole di qualcosa: è bene in questo caso domandare agli altri, con un sorriso mesto, di considerare quanto si sia deboli e di dimenticare.

È la tecnica del re quando dimostra quanto si sia fino a quel momento sacrificato per i suoi sudditi e per il loro benessere.

Oppure a volte è opportuno anche mostrarsi capaci di punire direttamente in modo da instillare paura nei subordinati: invece del guanto di velluto in certi casi è meglio mostrare il pugno di ferro per ottenere rispetto, ma è una carta che va giocata con moderazione, perché causa risentimento e odio, e possono tornare a vostro danno, meglio usare le pinze per togliere le castagne dal fuoco: è più sicuro.