Legge n. 25 – Ricreate la vostra immagine.

Sentenza:

Non bisogna subire il ruolo che la società tende ad attribuire. Ricreare una nuova identità significa ricostruire se stessi, una persona capace di accentrare l’attenzione e che non annoia mai l’interlocutore. Siate padroni della vostra immagine piuttosto che siano altri a definire i vostri spazi. Questo richiede che nei gesti e nelle scelte pubbliche vengano adottati accorgimenti plateali: il potere personale ne trarrà enfasi e la vostra personalità si manifesterà nella sua interezza.
 
 

Il mondo cerca di inquadrare ognuno di noi in un ruolo e, una volta accettato, se ne diviene schiavi. Il proprio potere viene limitato dallo spazio esiguo consentito dal ruolo stesso, sia che esso venga scelto, sia che sia stato imposto.
Un attore invece può permettersi di impersonare differenti ruoli, può godere del potere di essere proteiforme, può far emergere un’identità, purché sia dentro di se, che diviene parte di se, che aiuta a travalicare gli angusti confini entro cui un mondo invidioso e pieno di risentimento vuole costringerci.
Questo è un atto di sfida: divenire responsabili della propria creazione. La nuova identità ci proteggerà dal mondo proprio perché non siamo "noi", ma è una maschera che indossiamo e che possiamo toglierci, che non deve coinvolgerci.
La nuova identità ci lascia tranquilli mentre svolge la sua recita. Chi sta dietro le quinte ci può conoscere e capire, chi sta davanti può solo meravigliarsi della nostra audacia.

Le chiavi del potere

Il carattere con cui siamo nati è frutto anche del contributo della famiglia, degli amici, dei compagni. Il compito prometeico del potente è quello di assumere il controllo del processo, di fermare l’azione degli altri nel limitare e modellarlo.
Occorre ricostruire se stessi creando un’immagine potente. Plasmare se stessi è un compito grande che ci rende artisti, un tempo solo i monarchi e i nobili potevano forgiare un’immagine pubblica e caratterizzare la propria identità, gli altri si limitavano a eseguire i ruoli che la società si attendeva.
Dopo l’aristocrazia, in tempi moderni sono infatti stati gli artisti, dandy e bohemien a creare una propria immagine pubblica.

Il primo passo nell’autocreazione è costituito dall’autocoscienza.
Come dice Diderot, un cattivo attore è chi è sempre sincero, persone noiose che creano imbarazzo, ed è difficile prenderli sul serio.
Nel mondo reale nessun leader, nessun capo può permettersi di provare tutte le emozioni che tende a mostrare.

Il secondo passo è la creazione di un personaggio memorabile, che richiama su di sé l’attenzione, che opera fuori dal palcoscenico dove stanno gli altri attori.
Un buon dramma richiede più di un’interessante rappresentazione o l’esaltazione di un singolo momento, deve essere costantemente presente in modo unitario.
Il tempo e il ritmo sono indispensabili, se ben dosati creano la necessaria suspense.
La lentezza esasperante crea attesa, l’azione invece deve arrivare accelerata e sorprendere.

È bene imparare a orchestrare gli eventi in modo simile, non svelando mai le carte tutte insieme, ma celandole per rendere ancora più incisiva l’azione seguente.

Anche il gesto plateale può essere utile: chi aspira al potere deve pianificare e organizzare in modo accurato i suoi ingressi e le sue uscite.
Bisogna stare attenti a non strafare mai, perché può essere controproducente e succede se si spendono troppi sforzi per attirare l’attenzione: Richard Burton ad esempio scoprì che stare fermo al centro della scena richiamava l’attenzione del pubblico su di lui, più che sugli altri attori.

Ciò che fate è meno importante di come lo fate, è meglio operare con grazia e leggerezza piuttosto che imporre la propria presenza

Infine occorre imparare a giocare vari ruoli per essere quello che vi occorre al momento giusto, essere proteiforme di fronte agli altri: Bismarck era liberale con i liberali, falco con i falchi e non lasciandosi intrappolare in nessun ruolo non poteva nemmeno essere usato.
 
 

Immagine: Proteo, il dio del mare.

Il suo potere deriva dalla capacità di cambiare forma a suo piacimento. Quando Menelao cercò di catturarlo Proteo si trasformò in leone, serpente, pantera, cinghiale, ruscello e albero.
 
 

L'opposto

Non ci sono controindicazioni a questa legge fondamentale: il cattivo teatro è cattivo, mentre per apparire naturali ci vuole capacità artistica, mai eccedere: recitare sempre senza strafare.