Sentenza:
Non bisogna subire il ruolo che la
società tende ad attribuire. Ricreare una nuova identità
significa ricostruire se stessi, una persona capace di accentrare l’attenzione
e che non annoia mai l’interlocutore. Siate padroni della vostra immagine
piuttosto che siano altri a definire i vostri spazi. Questo richiede che
nei gesti e nelle scelte pubbliche vengano adottati accorgimenti plateali:
il potere personale ne trarrà enfasi e la vostra personalità
si manifesterà nella sua interezza.
Il mondo cerca di inquadrare ognuno
di noi in un ruolo e, una volta accettato, se ne diviene schiavi. Il proprio
potere viene limitato dallo spazio esiguo consentito dal ruolo stesso,
sia che esso venga scelto, sia che sia stato imposto.
Un attore invece può permettersi
di impersonare differenti ruoli, può godere del potere di essere
proteiforme, può far emergere un’identità, purché
sia dentro di se, che diviene parte di se, che aiuta a travalicare gli
angusti confini entro cui un mondo invidioso e pieno di risentimento vuole
costringerci.
Questo è un atto di sfida:
divenire responsabili della propria creazione. La nuova identità
ci proteggerà dal mondo proprio perché non siamo "noi", ma
è una maschera che indossiamo e che possiamo toglierci, che non
deve coinvolgerci.
La nuova identità ci lascia
tranquilli mentre svolge la sua recita. Chi sta dietro le quinte ci può
conoscere e capire, chi sta davanti può solo meravigliarsi della
nostra audacia.
Le chiavi del potere
Il carattere con cui siamo nati è
frutto anche del contributo della famiglia, degli amici, dei compagni.
Il compito prometeico del potente è quello di assumere il controllo
del processo, di fermare l’azione degli altri nel limitare e modellarlo.
Occorre ricostruire se stessi creando
un’immagine potente. Plasmare se stessi è un compito grande che
ci rende artisti, un tempo solo i monarchi e i nobili potevano forgiare
un’immagine pubblica e caratterizzare la propria identità, gli altri
si limitavano a eseguire i ruoli che la società si attendeva.
Dopo l’aristocrazia, in tempi moderni
sono infatti stati gli artisti, dandy e bohemien a creare una propria immagine
pubblica.
Il primo passo nell’autocreazione
è costituito dall’autocoscienza.
Come dice Diderot, un cattivo attore
è chi è sempre sincero, persone noiose che creano imbarazzo,
ed è difficile prenderli sul serio.
Nel mondo reale nessun leader, nessun
capo può permettersi di provare tutte le emozioni che tende a mostrare.
Il secondo passo è la creazione
di un personaggio memorabile, che richiama su di sé l’attenzione,
che opera fuori dal palcoscenico dove stanno gli altri attori.
Un buon dramma richiede più
di un’interessante rappresentazione o l’esaltazione di un singolo momento,
deve essere costantemente presente in modo unitario.
Il tempo e il ritmo sono indispensabili,
se ben dosati creano la necessaria suspense.
La lentezza esasperante crea attesa,
l’azione invece deve arrivare accelerata e sorprendere.
È bene imparare a orchestrare gli eventi in modo simile, non svelando mai le carte tutte insieme, ma celandole per rendere ancora più incisiva l’azione seguente.
Anche il gesto plateale può
essere utile: chi aspira al potere deve pianificare e organizzare in modo
accurato i suoi ingressi e le sue uscite.
Bisogna stare attenti a non strafare
mai, perché può essere controproducente e succede se si spendono
troppi sforzi per attirare l’attenzione: Richard Burton ad esempio scoprì
che stare fermo al centro della scena richiamava l’attenzione del pubblico
su di lui, più che sugli altri attori.
Ciò che fate è meno importante di come lo fate, è meglio operare con grazia e leggerezza piuttosto che imporre la propria presenza
Infine occorre imparare a giocare
vari ruoli per essere quello che vi occorre al momento giusto, essere proteiforme
di fronte agli altri: Bismarck era liberale con i liberali, falco con i
falchi e non lasciandosi intrappolare in nessun ruolo non poteva nemmeno
essere usato.
Immagine: Proteo, il dio del mare.
Il suo potere deriva dalla capacità
di cambiare forma a suo piacimento. Quando Menelao cercò di catturarlo
Proteo si trasformò in leone, serpente, pantera, cinghiale, ruscello
e albero.
L'opposto
Non ci sono controindicazioni a questa
legge fondamentale: il cattivo teatro è cattivo, mentre per apparire
naturali ci vuole capacità artistica, mai eccedere: recitare sempre
senza strafare.