L’EVOLUZIONE CON L’APPRENDIMENTO

Se avete avuto la pazienza di seguire fin qui la trattazione, questo capitolo aumenterà la vostra consapevolezza, altrimenti dovreste almeno aver appreso che il nostro cervello procede per gradi e con fatica, e non mi  meraviglierei se non condividerete appieno le mie conclusioni.
In ogni caso voglio anticiparvele in modo che le teniate ben presenti nello studio. Dico studio perché le conclusioni hanno una portata tale da poter essere condivise solo se se ne assorbono le premesse. Ecco le conclusioni:Il Cervello dell’animale e dell’uomo ha si una base genetica, ma al momento della nascita è tabula rasa, foglio bianco, si organizza e impara solo al  contatto con il mondo. E questo a livelli impensati.
Ricordate le colonne dell’area V1 che nella visione, per ogni punto della retina, si specializzano a leggere le righe verticali, orizzontali o sbieche, o ancora i punti scuri o chiari. Ebbene anche queste colonne, se gli occhi vengono tenuti chiusi nei periodi critici dello sviluppo, non si formano. E non solo, se il nervo ottico viene collegato all’area dell’udito, dove oltretutto l’organizzazione è lineare, in quest’area si formano dette colonne conla classica disposizione dei neuroni  collegatii  a ruota, e l’animale vede con l’udito.
E se questo succede per le aree basilari della visione, dell’udito, del tatto ecc. figuratevi cosa succede per le aree associative superiori. Non si tratta solo di organizzare il cervello per imparare il cinese o l’italiano la musica o la matematica, ma anche quelle del comportamento sociale, affettivo, e così via.Vedremo che per ogni area e relativa attività ci sono tre  tempi: Uno critico in cui il cervello si organizza in maniera opportuna, uno più lungo in cui assorbe con più facilità e poi ancora l’ultimo in cui continua ad imparare per tutta la vita. Ma la cosa stupefacente è che la partenza è una” tabula” che più” rasa” non si poteva  immaginare.
Pensate a quelle che possono essere le conclusioni, nell’ordine, sul piano politico, sociale, filosofico e religioso e per l’evoluzione futura. Le mie le tirerò nell’ultimo capitolo “Homo sapiens sapiens consapevole

Lo sviluppo

Procediamo dapprima con un sommario, lasciando poi a chi volesse approfondire i dettagli, la successiva descrizione.Il cervello umano cresce moltissimo prima della nascita. Il cervello di un neonato contiene 100 forse 200 miliardi di neuroni. In pratica nascono 250.000 neuroni al minuto durante la gestazione. Ciò che accade prima della nascita e nei primi anni lascia un segno per tutta la vita.
Lo sviluppo iniziale del cervello è molto simile per tutti i mammiferi, ma poi  nell’uomo si differenzia. Il neonato uomo ha un cervello molto meno sviluppato di quello di un neonato scimmia.

A 25 giorni – il cervello embrionale assomiglia a quello di un verme ed è lungo 2,5 mm.

A 40 giorni – il cervello embrionale assomiglia a quello di un vertebrato (pesce)

A 100 giorni – il cervello embrionale assomiglia a quello di un mammifero

A 5 mesi – il cervello embrionale assomiglia a quello degli altri primati.

A metà della gestazione 15/20 settimane dopo il concepimento Le cellule della corteccia cerebrale aumentano di milioni ogni ora.

Fig. 10-1 Sviluppi animale a raffronto nei primi  sei mesi

 

Quindi incomincia la loro complessa migrazione verso la destinazione finale. La destinazione finale che determinerà la loro funzione.
Con una crescita del cervello così veloce e complessa qualcosa può ogni tanto andare storto, ma il cervello è molto adattabile e la maggior parte degli errori viene corretta. Alcune incapacità di apprendimento e malattie mentali possono comunque essere imputate a sbagli di organizzazione e connessione durante la gestazione causate da problemi di droga stress o malattia della madre.
Non tutti i neuroni sopravvivono, quasi la metà, quelli che non riescono a consolidare connessioni, muore. Ne rimangono comunque 100 miliardi. A sei mesi il cervello del feto funziona già e si sviluppano i collegamenti con i muscoli. Ogni suo movimento causa il rinforzo di nuove sinapsi e di conseguenza di nuove abilità.


Figure animate dello sviluppo An Animation of Brain Development

 

Verso i nove mesi il cervello è così grosso che il parto non può essere rimandato anche se il suo sviluppo non è completo. Il risultato è che gli uomini nascono con un cervello ad uno stadio di sviluppo molto inferiore a quello di altri primati e conseguentemente con meno capacità iniziali. La crescita continua a lungo dopo la nascita e questa è la ragione per cui infanzia e giovinezza sono così lunghe.
Questa crescita ha luogo con la massiccia eliminazione di assoni e sinapsi e questo processo di organizzazione dura almeno fino a 12 anni circa. L’eliminazione in inglese “pruning” potare, sfrondare, è causata e guidata dal
 mondo circostante, ed è essenziale per uno sviluppo normale sia sul piano fisico dei sensi e dei movimenti che su quello di ordine superiore relativo alle attività cognitive e associative nonché comportamentali.

Fig. 10-2 L’inizio della vita


Il nostro cervello è creato dalle nostre personali specifiche esperienze. Questo Pruning Permette ai mammiferi di adattarsi alla variazione dell’ambiente e permette l’insorgenza di nuovi tratti comportamentali, e nuove capacità. Questa potatura permette anche di eliminare le connessioni errate e assicurarne l’efficienza nel funzionamento.

Fig. 10-3 Sviluppo prenatale del cervello (In realtà la corteccia alla nascita è meno circonvoluta immagine vecchiotta)

 

Il cervello umano cresce  fino a 18 anni , ma anche dopo continua a crescere in complessità modificando sinapsi , neurotrasmettitori e sembra che in certi casi nascano anche altri neuroni, soprattutto in seguito a ingiurie.
La plasticità nei primissimi anni è enorme, un bambino può crescere praticamente normale con metà cervello. (In alcuni casi di epilessia è successo che una metà dovesse essere asportata). Per gli adulti come sapete la cosa è diversa e  imparare da capo è lungo e non sempre possibile. La speranza è nelle cellule staminali la cui origine possibile è attualmente tanto discussa


Lo sviluppo del sistema nervoso centrale (SNC)

Possiamo dividere  lo sviluppo in varie fasi:

1)      Fertilizzazione e divisione cellulare iniziale

2)      Formazione del tubo neurale

3)      Nascita dei neuroni

4)      Migrazione dei neuroni

5)      Differenziazione dei neuroni

6)      Sviluppo dei processi (Dendriti e assoni)

7)      Sviluppo delle sinapsi

8)      Riorganizzazione delle sinapsi

9)      Apotosi (Morte dei neuroni non collegati)

10)  Apprendimento

 

Fertilizzazione e divisione cellulare iniziale

 

·La cellula fertilizzata si divide fino a 32 celle. (Blastocisti). Da 3 a 5 cellule diventeranno placenta, il resto il bambino.
· 
Si forma una cavità fra le cellule interne che però rimangono in contatto su di un arco con quelle esterne
·
Le cellule interne si appiattiscono in un disco e si differenziano in due tipi di tessuti, L’endoderma darà origine agli organi interni, L’esoderma darà origine alla pelle, agli organi sensoriali, al cervello e al sistema nervoso.
Fig 10-4  Fase iniziale dello sviluppo

 

 

 Formazione del tubo neurale

 

·Il tubo neurale parte a forma di disco piatto dall’ ectoderma, con un modesto numero di cellule (125 000) che non cambia durante la produzione successiva di neuroni. Al centro di questo disco si forma gradualmente un solco e il disco si ripiega su se stesso i suoi lembi si saldano mentre le estremità rimangono temporaneamente aperte.
·L’estremità corrispondente alla testa si allarga  nei ventricoli ·Intorno al 24 giorni l’estremità della testa si chiude per formare il cervello
·
In concomitanza si sviluppano altre due strutture, le somiti che diventeranno lo scheletro e la cresta neurale che formerà il sistema nervoso periferico.

Fig. 10-5 Formazione del tubo neurale

 

 

Nascita dei neuroni
·Appena il tubo neurale si chiude la cavità si riempie di liquido cerebrospinale le cellule cominciano a dividersi a grande velocità.

·
A 4 settimane nella parte anteriore del tubo neurale si cominciano a distinguere le tre parti principali del cervello

·
Quindi queste a loro volta si differenziano verso la 5 settimana.

·
La mitosi, divisione cellulare, ha una sua complicata procedura già ben conosciuta e inizialmente da luogo a cellule che si riproducono senza differenziazione.

·
Ad un certo punto una cellula rimane indifferenziata, cellula   staminale, e cioè capace di riprodursi senza specificità, mentre l’altra diventa glia o neurone.

·
La neurogenesi comincia a tre settimane e continua fino a 18. Il ritmo è di 200 000/500 000 neuroni al minuto , fino a 100/200 miliardi.

·
Ricerche recenti sembrerebbero indicare che la produzione di neuroni continua lentamente per tutta la vita.
Fig.  10-6 Tubo neurale
Fig. 10-7    Tubo neurale sviluppato

 

Migrazione dei neuroni

 

·Dopo la nascita nei ventricoli i neuroni migrano lungo le cellule glia disposta a raggi.

· 
La corteccia cerebrale è composta da 6 strati e la migrazione comincia dagli strati più bassi. I neuroni degli strati successivi attraversano gli strati formatisi precedentemente. Questo avviene anche per l’ippocampo e i collicoli che sono a strati.

·Per le altre parti i neuroni si stratificano nella regione sottostante spingendo quelli precedentemente arrivati.

· 
I neuroni migrano appena formatisi ma non possono combinare nulla perché ancora privi di interconnessioni.   

· 
Lo spostamento è di un decimo di millimetro al giorno.

· 
Speciali molecole (CAM) cell adesion molecules) aiutano a riconoscere all’arrivo le cellule dello stesso tipo a cui aggregarsi

·  
La forma e la grandezza del cervello sono anche controllate da sostanze dette morfogeniche Per esempio una molecola scoperta dai ricercatori della università di Chicago e denominata scherzosamente Sonic Hedgheog è capace di modificare un tessuto tipico di una regione in quello della regione in cui di solito agisce, e la forma del tessuto neuronico che ne deriva è influenzata anche dal suo orientamento.

·
E’ comprensibile che le aree della corteccia che si sviluppano per prime siano quelle che collegano ai sensi e ritrasmettono il risultato della elaborazione al mesencefalo permettendo così prima le funzioni più semplici.

·
Le aree dove avvengono le categorizzazioni superiori si sviluppano successivamente con il contatto con il mondo esterno.Alcune aree della corteccia cerebrale si continuano a sviluppare fino ai 12/15 anni, come per esempio i lobi frontali preposti al controllo del comportamento.
Fig. 10-8 Migrazione lungo la cellula glia
Fig. 10-9 Migrazione nella corteccia cerebrale
Fig. 10-10 I sei stadi dello sviluppo neurale

   

Differenziazione dei neuroni

 

·        La fase della differenziazione avviene appena raggiunta la destinazione finale.

·In questa fase crescono l’assone e le arborizzazioni dendritiche.

·Molte cellule sono multipolari, un assone e molte dendriti 10.000/20.000. Alcune bipolari (Vista udito,ecc.) e poche unipolari.

·Durante il normale sviluppo del cervello i neuroni sono influenzati dall’ambiente.

·A questo stadio la comunicazione fra neuroni ha un forte effetto sulla organizzazione delle loro interconnessioni.

·Questo sottolinea l’importanza di questi periodi critici nella formazione del cervello.

   Fig. 10-11 Differenziazione dei neuroni

 

Sviluppo dei processi

 

· Questa è una fase importantissima della crescita ancora poco conosciuta. Assoni e dendriti hanno nella parte terminale un cono detto di crescita.

·I coni di crescita hanno dei filamenti di proteine che si estendono e ritraggono e guidano la cellula seguendo gradienti chimici, le guide glia e altri segnali.

· Durante lo sviluppo l’assone è guidato da molecole specifiche che riescono a fargli seguire lunghi e complessi itinerari per raggiungere la propria posizione finale. Le neurotopine causano la formazione di un cono di crescita alla estremità dell’assone dotato di cellule con proteine sensibili a  queste sostanze che sono a loro volta secrete dalle glia della zona di arrivo. Per strada aiutano il processo sia sostanze dette semaforine che attraggono o respingono, che altre dette collapsine che segnalano l’arrivo a destinazione. Anche le membrane delle cellule dei diversi strati hanno azioni repulsive di contenimento.

Fig. 10-12 Crescita di un neurone         
fig. 10-13  Crescita delle sinapsi

                            

 

Sviluppo delle sinapsi

 

·Come l’assone raggiunge e riconosce il suo bersaglio il cono di crescita sparisce si sviluppano le terminazioni che si collegano con le dendriti di tanti neuroni.

·Il riconoscimento avviene per affinità chimiche.

·La zona di separazione fra terminali dendritici e terminali di assoni si chiama sinapsi

Fig. 10-14 Crescita delle sinapsi in una colonna della corteccia cerebrale

 

Riorganizzazione delle sinapsi

·        Inizialmente i collegamenti fra neuroni sono indifferenziati e numerosissimi.

·        L’attività casuale di scarica che porta a risultati utili viene premiata dai sistemi di valore che rinforzano la sinapsi.

·        Le sinapsi più usate si rinforzano, le altre si indeboliscono e le connessioni si ritraggono.

·        Quando più sinapsi competono per lo stesso risultato, solo una viene mantenuta. Questo per esempio succede nei motoneuroni, la fibra bersaglio finisce per prediligere una sinapsi e ritira le altre. I motoneuroni sono quelli più facilmente studiabili perché ogni fibra muscolare  finisce per avere una sola sinapsi di collegamento e non 10/ 20000 come i neuroni della corteccia.

·        Si presume che la stessa cosa accada sia per il “pruning” delle sinapsi sia per l’eliminazione dei neuroni inefficienti. E’ la cellula bersaglio stessa che tende a rinforzare con un meccanismo volto a mantenere l’omeostasi del potenziale di membrana alcune sinapsi più attive indebolendo contemporaneamente altre che lo sono meno.

·        Il principio è stato usato anche nei circuiti neuronali artificiali dove si è notato che esso aumenta l’efficienza globale del sistema.

Legge di Hebb
Fig. 10-15 “ Pruning “delle sinapsi

 

Apotosi (Morte dei neuroni non collegati)

 

 

·        I neuroni che non hanno collegamenti attivi ritirano le loro arborizzazioni e muoiono. 
Fig. 10-16    Apotosi  e cioè morte  delle cellule con collegamenti non funzionanti

 

 

 

Apprendimento

·        Nella fase critica dello sviluppo la riorganizzazione delle sinapsi e la morte dei neuroni è notevole. Le sinapsi e i neuroni si riducono della metà
·        Successivamente nell’età adulta il processo continua con l’apprendimento e piuttosto che formare tante nuove sinapsi, si rinforza o indebolisce le esistenti proporzionalmente alla loro attività.
·        Ricordiamo che l’apprendimento, è un processo dinamico in cui il labirinto quasi infinito di collegamenti (100 miliardi di neuroni x 10.000 sinapsi eguale 1013 ) continua a modificarsi riflettendo l’impronta degli avvenimenti passati.
·        Queste memorizzazioni vengono richiamate dal nucleo dinamico della coscienza quando si verificano le correlazioni che le evidenziano facendole scaricare in sincronia.

Fig, 10-17  Il contatto con l’ambiente arricchisce.

 

Sono stati fatti degli esperimenti con topi. Alcuni allevati nelle normali gabbie di laboratorio, altri invece in un ambiente arricchito di stimoli esterni. Il risultato è stato chiaro. Questi ultimi risultavano più vispi pronti e intelligenti come anche appariva dalle terminazioni dendritiche dei neuroni piramidali della loro corteccia cerebrale!
Nelle prossime pagine metteremo in evidenza l’enorme  plasticità del cervello alla nascita per dimostrare come la sua organizzazione dipenda unicamente dall’interazione con il mondo esterno. L’impronta genetica agisce solo sull’hardware.
Una scimmia ha solo il 2,5 % di geni in meno. E come enorme importanza abbiano nella creazione dell’individuo i suoi primi anni di vita.Successivamente esamineremo quindi i periodi critici dello sviluppo del bambino correlandoli a quanto già illustrato.
 (E’ il caso di dirlo, le illustrazioni non mancano)

 

La plasticità del cervello alla nascita

Alcuni esempi:

Visione con le aree che si credevano geneticamente predisposte solo per l’udito.
Gli scienziati dell’Istituto di tecnologia del Massachusset hanno recentemente  collegato i nervi ottici di un furetto in crescita con la zona dell’udito
Il risultato è stato che l’animale ha sviluppato una vista normale con le relative configurazioni neuroniche a colonna, nella zona normalmente preposta alle configurazioni neuroniche lineari dell’udito.
Hanno usato i furetti perché hanno un cervello che alla nascita è molto immaturo e che si sviluppa successivamente

Il cervello dei bambini piccoli è estremamente plastico. Per esempio i bambini che soffrono di una severa forma di epilessia il cui unico trattamento è l’asportazione di un intero emisfero, possono imparare a camminare, a parlare, a tirare palle, in altre parole una vita normale con solo metà cervello, se l’operazione è fatta su un soggetto molto giovane.
Recentemente con l’MRI è stato dimostrato che anche i cervelli adulti hanno sorprendenti capacità di adattamento. I ciechi, per esempio imparano il Braille  sviluppando le aree della visione.
Nei sordi l’area dell’udito si organizza invece nell’ imparare il linguaggio a segni.
Ad una rana è stato graffato un terzo occhio la corteccia cerebrale si è organizzata per utilizzarlo. E ci vede! 
 
Questi dati riaprono la questione delle relativamente  modeste contribuzioni dei geni alla crescita del cervello. Essi sono causa della configurazione di base, ma di ben poca struttura.
In un cervello umano normale, per esempio, la formazione del nervo ottico è pilotata dai geni. Ma l’area della visione diventa tale solo al contatto delle immagini del mondo esterno.
La corteccia cerebrale del neonato si organizza solo in virtù delle immagini che arrivano sulla retina, dei suoni che raggiungono l’orecchio interno e dalle sensazioni che originano dal tatto.
Anche cetacei e un pipistrelli a loro volta svilupperanno le loro specifiche aree capaci di interpretare suoni e ultrasuoni solo a contatto con il mondo esterno.
Quando questi circuiti della corteccia cerebrale diventano grandi e complessi essi perdono plasticità e probabilmente per cause neurochimiche si stabilizzano. Ecco come mai un cervello maturo è meno capace di uno giovane di ricuperare per esempio il trauma di un colpo in testa.
Una nuova entrata sensoriale potrebbe essere un Cip impiantato nel cervello e collegato senza fili con il mondo esterno che i neuroni imparano a sfruttare sia in entrata che in uscita. Non è fantascienza. Più avanti riferiremo degli esperimenti e realizzazioni in corso.

 

Fig. 10-18 Formazione delle colonne di dominanza oculare           
Fig. 10-19 Terzo occhio in una rana Fig. 10-20  Dovrebbe essere la rana in questione

 

 

La crescita e le relative opportunità

Molte scoperte dei neuroscienziati, rese possibili dalle moderne tecniche di “immaging” non distruttivo delle attività del cervello, confermano quanto già si credeva. Ma una cosa è intuire, pensare, sospettare, una cosa è sapere con certezza. Le conclusioni risultano più attendibili e spingono all’azione.

Periodo prenatale

Lo sviluppo dei sensi è un processo graduale che inizia sin dalle prime settimane della gestazione e da luogo a risposte prima riflesse e poi deliberate, e tutto ha inizio ancor prima che il sistema sia completo.

Già dopo le prime 10 settimane di vita prenatale il cuore comincia a pompare da quando un singolo ventricolo si è formato, e i muscoli ad agire ancor prima di essere raggiunti dai motoneuroni. Questo fa concludere che, piuttosto che formarsi e poi iniziare a funzionare, gli organi embrionali si formano funzionando e viceversa.

A 8 settimane l’embrione reagisce al tocco sulle guance e nelle settimane successive la sensibilità procede verso le aree genitali i palmi della mano e la suola dei piedi.

La reazione ai suoni si constata a 16 settimane, 8 settimane prima che l’orecchio sia strutturalmente completo. Anche agli odori e sapori che entrano nel liquido ammiotico dall’ambiente della, madre la reazione comincia a 14 settimane.

Quanto alla visione non può essere testata, ma è dimostrato che il feto reagisce alla luce. L’ovvia difficoltà di sviluppo della visione nel grembo materno rende ragione al fatto che l’animale appena nato è cieco o meglio non vede.

A questo proposito, eventuali difetti come cataratta ecc. vanno operati subito sembra entro un anno, pena la cecità.

Durante l’amniocentesi o altri interventi diretti il bambino reagisce con risposte diverse tra un individuo e l’altro dimostrando il formarsi di strutture di reazione diseguali effetto delle esperienze precedenti.

 L’ecografia ha evidenziato nei maschi erezioni nella 16 settimana in concomitanza con il succhiare del pollice dimostrando che ce già la capacità di sentire piacere.

Tutte queste risposte emozionali che hanno luogo prima che si sia completamente formato il sistema limbico e molto prima della corteccia cerebrale, dimostrano che il cervello comincia a funzionare ancor prima che le sue strutture siano complete. L a cosa non sorprende se si pensa che negli animali inferiori molte di queste non esistono o sono primitive.

Gli esempi anedottici dell’apprendimento prenatale abbondano.

Un violoncellista professionale si accorse con sua sorpresa di conoscere una certa parte ancor prima di studiarla. Sua madre anche lei professionista l’aveva imparata e ripetutamente suonata durante la gravidanza.

I gemelli sembrano sviluppare sistemi di interazione che conservano durante la vita: Dalla ecografia si notava che giocavano guancia a guancia attraverso le membrane. A un anno di vita il loro gioco preferito era giocare guancia a guancia attraverso una tenda.

Alcune madri dicono di aver insegnato al bambino a scalciare a comando semplicemente con parole usate al momento che lo fa per conto suo.

C’è anche conferma di apprendimento prenatale. Essi riconoscono la voce della madre e riconosceranno melodie cantate dalla madre durante la gestazione. Anche la lingua madre  si inizia a imparare nella pancia. Bambini appena nati guardano con preferenza le persone che parlano la loro lingua.

In somma tutti gli esperimenti e le scoperte fatte fino ad ora dimostrano che l’apprendimento prenatale non è solo possibile ma anche utile e come al solito gli americani hanno subito provveduto a tentare di farne una prassi.

L’apprendimento prenatale fuga anche tutte le perplessità che suscitano i fenomeni di “Dejà va”. Non in un'altra vita!

Vale la pena di riportare un programma di stimolazione prenatale del feto che si affianca agli esercizi per la puerpera.

Primo trimestre

Ricordate che il feto può provare molte sensazioni e comunicare con voi.

Seguono esercizi di visualizzazione

Secondo trimestre

Alcuni esercizi di stimolazione metteranno il feto in grado di comunicare attraverso i suoi movimenti, imparare associazioni tra alcuni stimoli e risposte, Riconoscerete suoni e rumori, prestare attenzione e sviluppare la memoria.

Terzo trimestre

Aiutare il bambino a comunicare, a distinguere i suoni, a fare i primi passi verso l’apprendimento del linguaggio, ecc. ecc.

Mi sono stufato aprite questo sito con lezioni, video e tutto! ne vale la pena make way forbaby

 

I primi tre anni di vita

Il cevello di un bambino si sviluppa così velocemente che a due anni ha lo stesso numero di neuroni di un adulto e a tre ne ha il doppio.

4 mesi  Il cervello del bambino è recettivo a tutti i suoni prodotti in tutte le lingue del mondo probabilmente anche animale.

8/9 mesi  Il bambino comincia a formare memorie specifiche tratte dall’esperienza, come per esempio far rotolare una palla spingendola.

10 mesi  Distinguono i suoni della propria lingua e ignorano le altre e producono suono come da da .

12 mesi troveranno l’esatta immagine soprattutto se i genitori e i nonni| avranno parlato loro sempre con enfasi emotiva. “Guarda che bel cagnolino”

Fig. 10-21 La riorganizzazione delle sinapsi

 

 

Fig. 10-22 Le tappe dello sviluppo motorio

 

Edelman ha studiato il funzionamento del cervello e formulato una teoria, la teoria della selezione dei gruppi neuronali TSNG e quella della coscienza basata sul nucleo dinamico illustrata nel capitolo ottavo.

E’ dimostrato che è necessario parlare al bambino sempre e a lungo anche se non capisce I soggetti in questo senso trascurati rimangono indietro in tutti i sensi.
E anche se si parla loro senza emozione il risultato non è lo stesso. Mi sembrava che tutte le moine delle madri fossero sopportabili solo in quanto di madri, ora mi rendo conto che sollecitano i sistemi di valore del sistema limbico preposti al potenziamento dei neuromodulatori. Come nonno i neuromodulatori li risveglio anche con le gridate!

12/18 mesi I bambini memorizzano e ritrovano anche se era stato dimenticato. Memorizzano anche semplici operazioni connesse con i giochi o altro.

24 mesi Ben riconoscono le persone a loro care e si dispiacciono di esserene separati, anche dai loro compagni.

30 mesi Tengono a mente mappe spaziali e ricordano dove sono le cose

36 mesi  Possono tenere nella mente due emozioni contemporanee come quella di essere tristi per aver rovesciato il gelato ma felici di essere a una festa.

Basilare è l’effetto delle storie lette o raccontate purché con partecipazione.

Da quanto detto si capisce l’importanza che ha il tipo di persone che curano il bambino in assenza della madre eventualmente anche al nido.

Fig. 10-23 Lo sviluppo delle sinapsi con l’età

 

Da tre a dodici anni

 

In questo periodo l’attività del cervello è doppia che nei successivi

E’ il periodo del “pruning” in cui si apprendono tutte le abilità attraverso la riorganizzazione delle sinapsi. Le esperienze ne rinforzano una parte mentre un'altra, quasi la metà viene eliminata e la stessa sorte hanno i neuroni non usati.

3/6 anni  La crescita maggiore è nei lobi frontali, quelli che pianificano, organizzano nuove azioni, mantengono l’attenzione.

7/12 anni  la crescita più rapida avviene nelle aree spaziali e del linguaggio , e declina velocemente negli anni successivi. In questo periodo l’apprendimento delle lingue si affianca per risultato a quello della lingua madre

Pubertà La crescita avviene nei lobi frontali quelli che inibiscono gli impulsi istintivi, organizzano il comportamento, e regolano le emozioni.

Mano a mano che la corteccia prefrontale si sviluppa i fanciulli ragionano meglio. Per esempio prendono meno rischi perché cominciano “a pensarci due volte”

12/18 anni e poco oltre

E’ questo il periodo dove le attitudini e abilità si acquisiscono o si perdono per sempre: Se un giovane pratica sport, o studia, queste sono le connessioni neuroniche che verranno rinforzate. Se sta stravaccato e guarda la tele o fa videogiochi queste altre saranno preservate.

Per esempio grande importanza ha lo sviluppo del cervelletto che sembra non solo avere funzione di coordinazione fisica ma anche simile a quella del processore matematico del Pc. Non è essenziale per nessuna attività, ma le migliora tutte.

Qualsiasi pensiero elevato, matematica, musica, filosofia, attività decisionale, attitudini sociali si appoggiano al cervelletto che si organizza intensamente fra i 12 e i 18 anni.

Quanto ai lobi frontali, come si è detto responsabili del comportamento sociale, un professore giapponese: Rayuta Kawashima, dell’Università di Tokyo, ne ha per esempio constatato la differenza nei cervelli di due gruppi di adolescenti. Uno dedito particolarmente ai giochi di computer e un altro allo studio di matematica. La differenza dei loro lobi frontali risulta evidente a svantaggio degli afficionados per esempio di Nitendo. La mancanza di stimolo fa si che i lobi frontali di questi ultimi si sviluppino meno e che quindi siano meno pronti a controllare impulsi antisociali.

Questi giochi non portano a grande sviluppo del cervello perché richiedono solo riflessi rapidi e semplici azioni.

Il professore conclude con la previsione di un notevole aumento dei comportamenti antisociali in genere.

 

Per noi

Studi recenti indicano che il cervello può migliorare indipendentemente dall’età purché sia nutrito da una grande varietà di ricche esperienze, cosa che appunto anche ora perseguo. L’informazione base che il cervello usa è quella del mondo circostante includendovi i nostri stessi pensieri. La mente ha in ogni momento una certa organizzazione, se l’aumento dei pensieri e delle informazioni, supera le sue capacità questa si riorganizza ad un livello di categorizzazione più alto.

Con l’avvento della comunicazione di massa e i volumi di informazione e conoscenza creati ogni giorno, l’attuale organizzazione delle nostre menti è insufficiente alla bisogna

Sembra che la soglia della riorganizzazione sia accompagnata da forti emozioni di paura confusione e desiderio di restare in aree conosciute e pertanto si richiede un certo sforzo e volontà per riorganizzare i propri pensieri in un ordine più elevato, più consapevole.

Ricordatevene quando leggerete l’ultimo capitolo.

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Ogni persona deve forzarsi di fare un salto di consapevolezza  

 Controcanto

 La scoperta di tutti questi fatti ha portato soprattutto negli Usa alle solite esagerazioni. Le elites illuminate corrono a comperare i giochi più sofisticati da appendere nella culla quando basta una fogliolina o uno straccio che si muove a sollecitare il sistema visivo.

C’è chi sostiene che queste cose sono conosciute da tempo dagli educatori e innate nelle madri.

C’è chi sostiene che non è vero niente e che c’è sempre tempo per imparare, che un ambiente complesso e arricchito non serve a nulla.

Il fatto è che si è senza ombra di dubbio dimostrato che l’organizzazione delle stesse attività primarie del cervello avviene gradualmente e solo al contatto con il mondo esterno.

Non si vede perché l’organizzazione delle aree superiori dovrebbe seguire strade diverse. Chiudete gli occhi o le orecchie al bambino e non acquisterà più ne vista ne udito.

Chiudete l’afflusso di categorizzazioni e concetti e l’individuo svilupperà un cervello modesto.

E’ anche chiaro senza entrare nei dettagli come stress droghe maltrattamenti e mancanza di sicurezza e amore abbiano forte influenza sullo sviluppo e vi risparmierò i dettagli, ma pensateci. In piccola misura non c’e bisogno di pensare a fuori delle cosiddette mura domestiche.

Conclusioni

Non me lo aspettavo proprio. Credevo di ereditare dai miei genitori qualcosa di più della forma del cranio,della quantità di materia grigia, del percorso del nervo ottico, di qualche tratto del carattere. Pensavo magari di ereditare qualche attitudine, qualche forma concreta di intelligenza, qualche abilità.


Intelligenza ereditaria


Secondo i ricercatori dell'Università di Los Angeles la materia grigia delle regioni frontali del cervello, che determina una parte importante dell'intelligenza, è in gran parte trasmessa dai genitori ai figli. Ed ereditaria è anche la struttura della regione del cervello che controlla il linguaggio. Tutto questo viene da raffinatissime immagini ottenute con la risonanza magnetica. Si tratta della prima serie di imagini che dimostrerebbero quali parti sono più influenzate dall'ereditarietà e quali invece sono frutto dell'esperienza individuale.
L'affermazione centrale dello studio è l'influenza dei genitori sulla quantità di materia grigia che ci troviamo nel cervello. Questa è la misura della densità dei neuroni e, dicono i ricercatori guidati dal professor Paul Thompson, delle abilità cognitive individuali. Gli scienziati californiani hanno lavorato in team con un gruppo di colleghi finlandesi.
In quel Paese esiste un 'registro gemellare' in cui sono schedate ben 9.500 coppie di gemelli nati tra il 1940 e il 1967. I risultati dei test hanno evidenziato che i cervelli dei gemelli identici si rassomigliano come due gocce d'acqua.

 

NewsL'intelligenza: ereditaria o acquisita?

Recenti studi potrebbero portare alla soluzione di una annosa disparità di vedute tra due "fazioni" di ricercatori che individuano fattori differenti alla base delle maggiori o minori capacità di apprendimento e di raziocinio. Secondo alcuni neuro-scienziati la diversa abilità intellettuale è basata su circuiti neurali che richiedono una stimolazione da parte dell'ambiente per svilupparsi. Altri ricercatori, invece, osservano che vi è un fattore generale d'intelligenza ("G"), altamente ereditario, che definisce l'intelligenza come un'innata capacità di fornire elevate prestazioni a livello razionale. Il dibattito tra queste due scuole di pensiero è oggetto di una esauriente analisi su ciò che è alla base dell'intelligenza, pubblicata sul numero di gennaio della rivista dell'American Psychological Association. Lo psicologo Dennis Garlick, dell'università di Sidney, sostiene che il modello della plasticità neurale spiega meglio lo sviluppo dell'intelligenza. Secondo questo modello l'intelligenza si crea quando le connessioni neurali del cervello cambiano rispondendo alle stimolazioni ambientali. Si tratterebbe di un meccanismo adattativo, quindi. Però le persone differiscono nella loro capacità di adattare le connessioni neurali e quindi dovrebbe esistere un fattore d'intelligenza individuale "innato". Queste connessioni, dalle quali dipende la capacità di ragionare, si sviluppano durante l'infanzia; le capacità adattative cessano con la maturità. Secondo questa teoria quindi per essere un Einstein adulto occorre prima essere un Einstein bambino. Secondo Garlick, il modello della plasticità neurale, potrebbe essere impiegato per migliorare i risultati scolastici e le capacità di apprendimento dei bambini meno dotati.

Just For Is Intelligence the Most Important Factor for Success The Good News Magazine MayJune 1996 Issue.url

 

Insomma sembra che ci sia una bella base ereditaria ma dopo

 “Il bambino con i geni del genio, se allevato dai lupi riuscirà si e no a farsi una pecora in più

* Franco Malingri

           

In somma tutto in noi dipende dall’educazione, anzi dalla creazione successiva da parte del mondo che ci circonda e se ai nostri sensi provvede il mondo fisico al resto provvede nell’ordine: la madre, la famiglia, il nido, la scuola materna, la scuola. Il tutto influenzato nell’ordine:dagli amici, dai compagni, dalla TV e dalla publicità in genere.

Insomma è la culturra di quella società che crea l’individuo: i suoi valori, le sue aspirazioni, le sue tolleranze e intolleranze.

Esporre le nostre idee a un Kamicaze arabo è come parlargli in cinese.

Per quanto ci riguarda personalmente non cè che approfittare della nostra crescente libertà intellettuale (con l’età) e aumentare la nostra consapevolezza della realtà

 Per quanto riguarda i nostri eredi : Cè molto da fare partendo dalla madre, la famiglia, il nido, la scuola materna, la scuola.