Registro dei fragili

Un ventre schiuso usato per figliare con orgoglio mi mostrava
un pelo fitto da varcare con piacere. E’ passato il tempo
delle madri mi diceva non rimane che il corpo a dar sollievo
per trovare il desiderio a quella vita che non riesco e si faceva sul divano
con la furia del momento. Mi guardavano i suoi figli dal comò: le facce
allegre dei ricordi di vacanza e comunione
tra i centrini e i fiori finti a cercare un certo tono… Niente altro
che il corpo dar asilo: trafugare la salvezza nell’orgasmo
nei minuti ricavati tra la spesa e la cena alla famiglia preparare.
Crocefissi nel sudore, ognuno accanto nel respiro gli arti
stanchi, le ginocchia indolenzite per le varie posizioni.
Tra le tante da provare più nessuna era intentata e senza amore
ti ripeto, senza amore o sentimento. Solo sfogo la pretesa
il diritto a nuova linfa. Poi ognuno alla vita ritornava
quella fatta per i canoni, nel segreto dove tutto si nasconde
e tutto trova un ripostiglio, l’esatto spazio in cui ognuno si ripone
e vive sano per gli occhi del vicino, dell’ufficio e dei cristiani.
Siamo fragili ripeteva la donna, siamo esatti per il poco che crediamo
tutto il resto è una finzione. Cosa credi? D’avere scampo
o redenzione se confessi che accadi come devi? Chi capisce o chi t’assolve
chi sostiene che umano resti pur perdendo? Chi accetta il dire
il vero, chi si pone nudo e crudo e senza filtri, nudo e basta
con gli sbagli e tutto il resto. Fosse data la visione, del futuro già la fine
per poi fare lungo il tratto, quella linea già tracciata fatta esatta….
Hai dei sogni mi diceva . Sei lo stupido dei sogni che non sa
che poi non serve – a dire il vero - : la rinuncia è già nel tutto
nell’inizio, dall’inizio. Ogni volta che si sceglie la rinuncia prende piede
e la scelta va compiuta con il minimo del danno
si maneggia mi diceva, si compatta l’illusione: che il verso in cui ti trovi
sia il lato che poi scegli. Non è vero. Non è vero e non accade.
Ogni volta che si agisce ecco accedere l’inganno
si patteggia e fine cose. Accade certo di arrivare a un buon affare
come fare acquisti dentro i saldi. Il prodotto lo si prende con il minimo
di spesa ma non sempre ti ripeto: troppo spesso ciò che compri
ha il prezzo intero e per ciò che spendi e prendi altro lasci
ne rimandi.. Guarda me e si alzava dal divano: ho la vita già compiuta
un marito che mantiene e i figli vanno a scuola. Manca niente?
Indicava certi beni, tanti oggetti, i vestiti con la firma tolta in fretta
e lasciati a terra a caso. Manca niente? Le vacanze in ogni anno e la casa
è già pagata. Non lavoro e niente manca. E manca tutto se ne parlo:
manca tutto se decido che il tuo cazzo mi risolve e non è
solo la febbre dell’incerto, il farsi sangue e ribollire. Dopo te
ne accade un altro e dopo l’altro cerco un altro e nessuno mi risolve
ti ripeto. La carenza non si spiega. E poi te e fissava un punto incerto:
cosa cerchi. E perché mi scopi ancora? Sei felice sei sposato
hai la casa, stesse cose a confrontare come me e forse meglio.
Siamo uguali e non fare che ti neghi. Siamo uguali e non credenti
siamo fragili diceva siamo fragili e piangeva. Non ci basta la certezza
non mi basta rinunciare e la ragione che si trova in quella scelta.
Tutto è scelta e ribellione, ci neghiamo la natura ma non siamo noi animali?
Sedeva al bordo con le mani tra le gambe e abbassava anche la voce.
Sai che l’uomo mi diceva è tra i pochi che lo sguardo nello sguardo
riesce bene a sostenere senza che la sfida accada o guerra?
Ne leggevo l’altro ieri. Siamo gli unici animali che lo sguardo
per linguaggio sanno usare e ne fanno complemento. Siamo gli unici
che controllano lo sguardo e sanno bene come fare: sia parola
che l’inganno e nessuno poi ne vede differenze. Ci fidiamo
e per questo estingueremo. Ci fidiamo per bisogno..