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      BREVE RELAZIONE SULLE INDAGINI BIO-CHIMICHE EFFETTUATE SU MATERIALE ORGANICO

di Giorgio Pattera

Nei giorni scorsi l’amico e collega del CUN di Milano, Gigi Barone, ha provveduto ad inviarmi un reperto "sospetto", appartenente ad una ragazza sua conoscente, presunta oggetto di "missing time", la quale aveva richiesto la sua consulenza per cercare di trovare risposte a strani fenomeni che le erano occorsi.
Tale reperto consisteva in un portafoglio in pelle nera, ricordo del padre defunto che la giovane tiene sempre in borsetta, che presentava sulle superfici sia esterna che interna, ma soprattutto su quest’ultima, evidenti chiazze costituite da materiale pulverulento, di colore giallo-verde (come la scorza di un limone non del tutto maturo), tenacemente adeso alla superficie stessa.
Ho provveduto a "grattare" tale materiale (non senza fatica, anche per non danneggiare il portafoglio) con la lama di un bisturi sterile, raccogliendone così un quantitativo sufficiente per alcune indagini di base.

ANALISI MICROSCOPICA : lo stereomicroscopio a basso ingrandimento (25x) ha consentito quasi immediatamente di circoscrivere il materiale pulverulento all’ambito biologico, più precisamente a quello fungino (Miceti), in quanto il materiale in oggetto si presentava a forma di pennello (da cui il nome latino di Penicillium) e provvisto di lunghe ife vegetative.
COLTURA IN TERRENO SELETTIVO : per l’esatta identificazione del micete rilevato è stato necessario un procedimento colturale in terreno solido selettivo (Sabouraud), con incubazione, al buio e a 25°C, per 72 h. Al termine di tale incubazione, la morfologia delle colonie sviluppatesi all’interno dei tubi da saggio contenenti il suddetto mezzo di coltura ha permesso di identificare il fungo, con un margine di errore < al 5%, come appartenente al genere PENICILLIUM.
Vale la pena di ricordare, a solo scopo culturale, che il suddetto genere di Miceti è stato di fondamentale importanza nella storia della Medicina, in quanto precursore di un’importantissima famiglia di antibiotici (le Penicilline, appunto), scoperta casualmente da Fleming nel 1929 ed ora prodotte sinteticamente, su scala industriale.

I funghi appartenenti al genere Penicillium, contrariamente a quanto si potrebbe pensare, sono comunissimi e diffusissimi ovunque (nell’aria, nel suolo, sulla frutta, sulla carta, sul legno, sui cordami e, per l’appunto, sul cuoio). Molti di questi sono estremamente utili all’uomo (a parte la produzione di antibiotici): contribuiscono alla decomposizione delle sostanze organiche ed alla rimessa in circolo dei loro preziosi elementi (principio di Lavoisier: << Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma >>). Visto che il "committente" della mia ricerca è originario della Lombardia (regione famosa, tra l’altro, per il Gorgonzola), "la domanda sorge spontanea": cosa farebbe senza il Penicillium ? Senza questo fungo il prelibato formaggio (a chi piace) non potrebbe "maturare" ed assumere quel gusto caratteristico !

Al di là delle considerazioni botanico-gastronomiche, mi sentirei a questo punto di formulare alcune ipotesi circa l’insolita presenza del materiale fungino sul portafoglio della ragazza. Escludendo a priori la burla o la messinscena e dando credibilità al suo racconto dei 40 minuti di "missing time", non posso far a meno di rilevare che la giustificazione della flora fungina sulla pelle del portafogli è, comunque, alquanto ardua.

Questo per una serie di motivi:

* Il procedimento di conciatura della pelle (impiego di tannini o altre sostanze chimiche) ha lo scopo di rendere la pelle stessa IMPUTRESCIBILE, cioè non attaccabile da agenti biologici (batteri e funghi); pertanto, se conciata bene, una pelle NON dovrebbe consentire lo sviluppo di questi microrganismi.
* Qualora gli agenti chimici concianti non siano riusciti a diffondersi negli strati profondi della pelle, in caso di procedimento affrettato (cosa possibile nella produzione "in serie" a basso costo), occorrono in ogni caso un periodo di tempo alquanto prolungato (7-21 gg.) e condizioni ben precise di umidità (>> 70%) e temperatura (@ 25°C) per consentire al Penicillium di svilupparsi in maniera così macroscopica. Non certo 40 minuti, dunque; a meno che…
* A meno che non si vogliano applicare al caso i calcoli teorici del compianto Roberto Balbi, della Sede CUN di Genova. Egli era giunto alla conclusione, partendo dagli effetti fisici e somatici osservati sul datario dell’orologio e sulla crescita della barba del caporale Valdès (Cile, 25/04/77), "sparito" sotto gli occhi dei suoi commilitoni e ricomparso nello stesso punto dopo 15 minuti, che nell’altra dimensione, quella cioè in cui verrebbero trascinati coloro che subiscono le "abductions", il tempo scorre molto più velocemente. Cioè: ad uno dei nostri minuti corrisponderebbero, "da loro", 8 ore; quindi 40 dei "nostri" minuti equivarrebbero a 320 ore = 13,3 giorni "nostri". Un periodo di tempo, questo, ragionevolmente sufficiente a permettere l’insediamento e lo sviluppo del Penicillium sul portafoglio; purché, ripeto, siano rispettati i "range" di umidità e temperatura di cui sopra.

IL CAPORALE VALDÈS ovvero IL MISTERO DEL TEMPO MANCANTE

di Giorgio Pattera

Può sembrare a prima vista il titolo intrigante dell’ennesimo film di Harrison Ford: si tratta in realtà del più eclatante caso di "distorsione temporale" di tutta l’ufologia moderna; caso di cui, purtroppo, abbiamo solo scarne informazioni, in quanto, essendo l’episodio capitato ad una pattuglia militare, l’intervento delle autorità di Santiago del Cile ha imposto la censura, come di consueto, su tutta la vicenda.

Ma cos’è successo, dunque, il 25 aprile 1977 nella pampa di LLUSCUMA-PUTRE, a 1 km. dal confine boliviano ?

Sono le h. 03.45 a.m.: a 4.000 m. s.l./m. fa molto freddo ed una pattuglia di otto uomini, impegnata in incarichi di routine agli ordini del caporale Armando Valdès, dorme accanto al fuoco acceso. Dormono tutti, tranne la sentinella (ovviamente), che ad un tratto dà l’allarme.

Cos’ha visto ? Nel cielo limpido e senza luna, due luci (come due stelle in movimento lento) scendono verso terra: una si dirige verso un costone distante circa 500 m. e sembra atterrare dietro di esso, illuminandolo posteriormente; l’altra si avvicina lentamente al fuoco dell’accampamento. Quest’ultima è pulsante, sferica, di colore violetto e presenta alle due estremità laterali una luce rosso-arancio; sembra essere avvolta in una nebbiolina che ne nasconde i contorni.
I militari si svegliano di soprassalto e imbracciano le armi, in assetto da combattimento, ma da questo momento in poi nell’accampamento cominciano a succedere cose strane.
I soldati, da impauriti ed eccitati che erano, mutano di colpo e senza apparente motivo il loro umore, abbandonandosi a scene quasi-isteriche con pianti e lamenti; il fuoco aumenta d’intensità, crepitando con maggior veemenza, tanto da indurre il caporale Valdès a dar l’ordine di spegnerlo, sospettando che sia quello ad attirare la luce misteriosa.
Anche gli animali intorno all’accampamento reagiscono emotivamente: le pecore ed i cavalli, come ipnotizzati dalla fonte luminosa, si stringono intorno agli esemplari più vecchi dei rispettivi branchi, quasi a cercarne la protezione;
il cane, mascotte della pattuglia, si rifugia guaendo dietro ai militari.

Alle h. 04.15 (mezz’ora dopo l’inizio del fenomeno) il caporale prende la decisione di "affrontare" la luce, richiedendo imperiosamente: <<Qualificatevi !>> (altra versione: <<In nome di Dio, vattene !>>); ma, avvicinatosi ulteriormente ad essa, scompare di colpo alla vista dei suoi uomini, come "assorbito" dalla luminosità.
Riappare nello stesso punto dopo 15 minuti (alle h. 04.30), ma non è più lo stesso Valdès di prima: è in stato confusionale e lamenta un fortissimo dolore ai reni, come se fosse stato sottoposto ad una fatica immensa; borbotta frasi sconnesse (<<Muchachos...non sapete chi siamo, né da dove veniamo, ma ritorneremo...>>), ha la barba lunga di 6-7 giorni (mentre se l’era rasata la sera precedente) e il datario del suo orologio SEGNA IL 30 APRILE !
Stremato, perde conoscenza e successivamente piomba, fino alle h. 07.00 del mattino, in un sonno agitato, da cui si risveglierà senza ricordare nulla di quanto gli era successo; la strana luce, intanto, era scomparsa mezz’ora prima, intorno alle h. 06.30.

La notizia, condensata in 24 righe dall’AFP (Agence France Presse), fu diffusa dal giornalista Jean Claude Bourret attraverso l’emittente FRANCE-INTER; poi nulla riuscì più a trapelare, causa (come s’è detto) il silenzio imposto dal governatore della zona, in seguito al forte imbarazzo delle autorità militari cilene. Del caporale Valdès si persero subito le tracce e gli uomini che componevano la sua pattuglia pare siano stati allontanati dall’esercito.

<< L’Universo non solo è più fantastico di quello che immaginiamo : è più fantastico di quello che possiamo immaginare ...>>
(J.B.S. Haldane)

 
B I B L I O G R A F I A :

*J.C.Bourret - LA SCIENCE FACE AUX EXTRATERRESTRES - France Empire/Paris 1977

*J.C.Bourret - OVNI : L'ARMEE PARLE - France Empire/Paris 1979

*R.Pinotti - UFO TOP SECRET - Bompiani/Milano 1995 (pagg. 232-239)

*C.U.N. - NOTIZIARIO UFO - n.° 5 nuova serie (anno XXX) - marzo/aprile 1996

 
      TEMPO TERRESTRE                    ALTRO TEMPO
        15 ’                                    5 giorni
         3 ’                                    1 giorno
         1 ’                                    8 ore
         1 ’’                                   8 ’
       1/10 ’’                                  48 ’’


    Se le condizioni fisiche terrestri fossero riproducibili anche nell’altra       dimensione temporale, un osservatore esterno potrebbe notare che LA             VELOCITÀ DELLA LUCE corrisponderebbe a :

          144.000.000 di Km. al secondo
 

 

GIORGIO PATTERA, 1° Convegno Ufologico di Monselice, 01 dicembre 2002

 

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