Christian Schmidt-Rasmussen

 

"...Noi non pretendiamo di mutare qualcosa negli errori degli uomini, ma pensiamo di poter dimostrare quanto siano fragili i loro pensieri, e su quali mobili strutture, su quali cavità, essi abbiano fondato le loro vacillanti residenze...", così recita un frammento del manifesto surrealista del 1925.

Con questo "grido dello spirito" tale corrente artistica risponde al fallimento del pensiero razionalista causato dal disastro della I° guerra mondiale, dal fallimento della scienza che ha costruito con l'industria bellica una macchina per uccidere e dal fallimento di una civiltà "che si volge contro se stessa e si autodivora".

Anche Christian Schmidt-Rasmussen, giovane artista danese (Copenaghen '63) attualmente in mostra alla neonata, e vivace, galleria cittadina "Pinksummer" (via Lomellini 2, fino al 9 settembre), sa cogliere del presente  i motivi del fallimento di una società telematica del futuro minacciata da un presente pericolo nucleare, da un ecosistema precario, dalla mancanza di assetti politici stabili dove "forze oscure dell'esistenza si insinuano nelle crepe del welfare (= benessere) realizzato".

Appunto con piacevoli acquarelli di piccole dimensioni (una sessantina esposti), da intendere come distillati di un fantasticare quotidiano, l'artista riesce ad esprimere un pensiero anti-logico dimostrando quanto siano false le convenzioni del reale appellandosi alle vie dell'inconscio, del meraviglioso, del simbolico e del tragico per fondare un "nuovo ordine del mondo".

I suoi acquarelli nitidi, puliti, senza ripensamenti, ritagliano figurine pungenti, formalmente impeccabili, basate su allegre e variopinte immagini , tratte dal reale, che si animano come nei fumetti per sconfinare nel territorio del magico.

E allora un martello si vitalizza con l'aggiunta di occhi curiosi, una carota si trasforma in uno strano personaggio umano, frammenti di tronco d'albero compongono silhouette movimentate, le foglie d'un fiore assumono bizzarre sembianze di un corpo dalla testa di lupo la cui coda (filo elettrico dipinto) termina con una lampadina...

Un' estrosa animazione governa questo piccolo ma simbolico mondo pittorico che, come le favole di Fedro, sa nascondere concentrati di verità. Una verità sempre accompagnata da corrosivi e drammatici brani poetici (brevi testi scritti a matita), quale timbratura a fuoco che stigmatizza l'opera.

Dall'antitesi e dall'interazione dei due linguaggi, visivo e verbale, comico e tragico,  nasce la poesia dell'artista.

"Immagina di essere un freezer spento pieno di cibi che iniziano a decomporsi" è l'incisivo commento che spiega l'immagine dipinta di un frigorifero la cui presa di corrente staccata è causa della perdita d'acqua (ghiaccio sciolto). Si può quindi immaginare la fine dei cibi contenuti ! La comprensione è suggerita dalla marca dell'elettrodomestico firmato Death = Morte.

E ancora, l'immagine di una dentiera, coi denti canini pronunciati,  che afferra il bulbo d' un occhio nel fondo di un bicchiere colmo d'acqua, viene commentata dalle caustiche parole: "Non chiedetemi nulla e io non racconterò bugie"...

 

                                                            Miriam Cristaldi