"La via del segno" è il titolo della mostra, con performances, che il noto artista quarantenne Pier Paolo Koss presenta alla galleria Ellequadro di Tiziana Leopizzi (vico Falamonica 3, fino al 3 marzo) a cura di Elisabetta Rota. Artista sui generis, sardo di origine e genovese d'adozione, cittadino del mondo per i frequenti viaggi di lavoro all'estero (in particolare a Parigi, sua seconda residenza, New York, Corea del nord ecc.), Koss sa avvalersi di esperienze multimediali capaci di esprimere (contemporaneamente) una ricca gamma linguistica che oscilla dalla coreografia al teatro, della danza alla body-art scivolando agilmente dallo spazio del teatro a quello della galleria, dalla strada alla pista di danza. Un'arte, cioè, in cui il corpo  guidato dalla mente interagisce con l'opera visiva creando connessioni e tangenze tra segno e gesto di danza , tra scrittura formale e ritmi fisiologici, tra incisivi ideogrammi e alfabeti del corpo.

Nascono allora elastici collegamenti tra filosofia e arte coi quali l'artista sembra attuare ciò che la fenomenologia insegna: mettersi totalmente in gioco.

E proprio giocando nello spazio dell'evento, con suggestivo sottofondo musicale di Andrea Mazzone,  Pier Paolo Koss riesce a fare del proprio corpo "parola": i suoi movimenti lenti, misurati, ma decisi, quasi taglienti sottolineano e danno voce alle grafie di inchiostri neri che egli ha dipinto su fondi in acciaio, quasi trattenendo il respiro per diventare egli stesso respiro del corpo artistico.

 

                                                            Miriam Cristaldi