"Arti visive 3 - L'occhio in ascolto" è il titolo della terza edizione del concorso nazionale (dal 13 ottobre fino al 12 novembre nel sottoporticato di Palazzo Ducale), indetto dalla città di Genova per giovani artisti under '35, con cui avviene una felice interazione tra arte e musica, tra icona e suono, tra occhio e orecchio congiungendo la percezione visiva con quella uditiva.

L'esposizione delle opere dei 42 artisti selezionati è inoltre correlata da una serie di manifestazioni che innescano meccanismi internazionali coinvolgenti diversi artisti e musicisti noti e operanti in vari spazi quali il Museo di Villa Croce coi lavori musicali di Roberto Masotti; la grande Sala delle Grida della Borsa Valori con gli stranieri Ines Fontenia, Iean Pierre Giovanelli, Muda Mathis - Sus Zwick, Oscar Wiggli e i 14 artisti berlinesi della Meinblau galerie Projectraum  e della Kunsthaus Tacheles; il Centro della Creatività a Palazzo Ducale con video rassegne che esplorano i campi della cultura musicale e visiva, mentre alla galleria Pinksummer si possono visionare le opere e le performance di Ceal Floyer e Georgina Starr.

 La direzione artistica è affidata alle doppie competenze dei  critici Guido Festinese (musicale) e Viana Conti (d'arte).

Il binario acustico-visivo ha sicuramente scatenato nei giovani partecipanti del concorso una maggior concentrazione dei significati e una inusuale libertà espressiva direzionata a tutto campo con coinvolgimenti mente-corporali capaci di codificare sensazioni  fisico-sonore intrecciate a modulazioni  psico-visive d' ampio respiro.

Paradossalmente se il silenzio diventa luogo necessario per "ascoltare " il suono ricreato, il buio diventa  condizione necessaria per cogliere le immagini reinventate. Infatti, solo l'accensione sporadica di fari roteanti permette la singola visione delle opere esposte: dall' azzeramento visivo l'opera si fa corpo nel corpo della luce.

Inoltre i giovani artisti, abbandonata la pittura schiumosa e debordante delle generazioni precedenti, sembrano muoversi oggi in altre direzioni: la fine del postmoderno lascia possibilità infinite di spaziare in campi diversi.

Così, assumendo codici espressivi frammentati nella varietà interpretativa dei linguaggi, i giovani sembrano animarsi di spirito innovativo vicino allo spirito di ricerca e di sperimentazione tipico delle avanguardie.

Le presenze della sofisticata tecnologia elettronica, della mobilità retinica delle video-icone, della fotografia progettuale, dell'uso incondizionato del collage, della sperimentazione musicale e scientifica, dei "disturbi"  sonoro-visivi di alcuni lavori, sono tutti elementi che dimostrano i differenti interessi e specificità che caratterizzano l'ultima generazione e allo stesso tempo sottolineano gli effetti negativi prodotti dall' assordamento acustico e dal bombardamento visivo d'inizio millennio.

Violenze sottili che s'insinuano nelle crepe del welfare , il benessere realizzato di una società consumistica sottoesposta a scenari mondiali di felicità effimere e di derive subculturali, al contempo segnate da assetti politici instabili e dalle complessità di culture multietniche.

Tra i lavori spiccano: l'installazione "Donna con bambino" di Alessandro Lupi composta da fili fluorescenti che scolpiscono nell'ombra una forma femminile di luce; <La Voce del Padrone> di Daniele Pario Perra visualizza invece un ironico inseguimento tra una volpe e una lepre imbalsamate, destinate a non incontrarsi mai; "La camera orgonica" di Paola Grassi propone complicati meccanismi tecnologici di forte impatto visivo; "Gli animali di Bremen" di Sophie Usunier evocano animali domestici attraverso la registrazione autentica delle loro "voci"; infine Maurizio Ceccato simboleggia con estrema chiarezza la simbiosi uomo-tecnologia attraverso la fotografia di un corpo dispiegato a croce nell'atto di mostrare al suo interno ostensivi ingranaggi elettronici.