Corneille

“Une peinture n’est pas une construction de couleurs et de lignes, mais un animal, une nuit, un homme, ou tout celà ensemble”, recita il manifesto del gruppo Cobra, firmato nel ’48, per mettere a fuoco il fiorire di una nuova pittura che tiene sì conto del reale come referente, ma per introiettarlo secondo versioni da incubi notturni. In questo senso, le forme assumono aspetti di paurosi ghigni e vengono metamorfizzate in dirompenti catarsi. Tutto attraverso una grande libertà gestuale e una fisicità cromatica accentuata coi toni di massima violenza.

Corneille, tra i fondatori del gruppo, è presente alla galleria di Roberto Rotta (nipote dello scomparso Rinaldo) - via xx settembre 181r, fino a fine aprile – insieme ad Enrico Baj, artista italiano particolarmente ironico, arguto, che ha direzionato il suo innovativo lavoro verso un’irrefrenabile creatività di carattere surreale ed ha fondato (con Sergio D’Angelo) il movimento “Arte nucleare”. Noti sono i suoi “generali”, fine anni ’50, realizzati con materiali eterocliti come passamanerie, nastri, cordami, coccarde ecc., o i lavori su “Ubu Re”, legati alla Patafisica di Alfred Jarry. Sempre sul filo di una scanzonata ironia. Con risvolti per certi versi addirittura sovversivi, non esenti da implicazioni di carattere politico.

I due amici, che molto hanno lavorato con intenti comuni - anche se con linguaggi differenti - mostrano qui lavori a “quattro mani” creati appositamente per l’evento genovese.

La satira dell’uno si fonde con la pittura violenta ed accesa dell’altro, dando luogo a curiosi assemblaggi che rievocano il lungo e complesso cammino di ciascuno.

                                                            Miriam Cristaldi