Con
la mostra "Delle magie e dei miti -
presenze nell'arte contemporanea in Liguria", inaugurata a Palazzo Ducale,
si realizza la seconda biennale "De fabula" a cura di Franco Ragazzi
(fino al 15 maggio) - organizzata dall'associazione culturale omonima - nata
da un progetto avviato nel '96 con
il volume di ricerche etnografiche ed una mostra d'arte allestita nella Commenda
di Pré, .
Una
cinquantina di opere , tra dipinti, sculture e installazioni, testimonia il
lavoro di dieci artisti liguri che nel corso del loro cammino si sono imbattuti in
temi mitologici e
magico-favolistici
Il
lavoro di Claudio Costa - artista
scomparso a cui la mostra dedica un omaggio - nasce
da premesse duchampiane ma se ne discosta per collocarsi in una dimensione
antropologica rivolta ai riti e ai miti dell'uomo primitivo o verso una visione
alchemica del mondo che si è sviluppata verso la fine degli anni '7O per
concludersi nell''86 .
Erano
quelli , gli anni in cui imperava la "Transavanguardia" con il brusco
ritorno alla pittura che azzerava le precedenti esperienze.
Costa
trovò il significato di una pittura nella descrizione di iconografie alchemiche
che esaltavano il mistero e la magia, procedendo inoltre verso la ricerca
dell'interiorità dell'Essere. E' esemplare l'opera "Il museo
dell'alchimia" esposta in questa mostra: in un grande mobile-vetrina sono
esposti oggetti dipinti che esaltano la trasformazione del colore e
della materia propria del concetto alchemico assumendo l'aspetto di inquietanti
presenze attuate nella scioltezza dell'invenzione compositiva.
Di
Piergiorgio Colombara campeggia una
raffinata installazione in metallo e vetro che evoca l'immagine della nave, già
ricorrente in altri lavori quale simbolico veicolo di comunicazione. Giovanni
Job ha condotto ricerche sulle storie di paura qui presenti con l'opera
"La nascita di una fé" dove un allarmante corpo femminile scolpito
giace nell'acqua reale.
Walter
di Giusto, sempre
interessato a citazioni di rocce con mimesi antropomorfe, presenta un'originale
visione speculare in cui si sposano mito e tecnologia. Anna
Ramenghi propone il mito di Orfeo e Euridice nella teatralità di un
appassionato romanticismo dove la freschezza delle carni trasmuta nell'appassire
dei fiorif. Roberto Martone cita la
storia, narra il mito e visualizza il presente con una pittura, ora ricca di
tonalità accese, ora trasparente nelle cromìe sfocate, capace di dichiararne
il senso intrinseco. Aurelio Caminati descrive
"Leda e il cigno" citando la pittura di Leonardo che egli sa adattare
alla modernità con grande spirito inventivo caratterizzato da una sapiente
tecnica pittorica.
Ugo
Sanguineti dipinge un mondo
grottesco al limite della caricatura dove la bruttezza della forma viene
riscattata da preziosi cromatismi. La mostra si conclude con opere di Marcella
De Ferrari - raffinatissime immagini incise su ardesia - e con Rosalba
Niccoli - fantasiose iconografie su vetro - entrambi fondatrici
dell'associazione De Fabula.