Atchugarry

 

Si è inaugurata sabato scorso la “Viadellarte”, un originale percorso che accomuna e mette in rilievo attività commerciali e creatività artistica di negozi e gallerie d’arte compresi nello spazio del centro storico di vico Falamonica e vico del Fieno. Una cosa del genere si ripete felicemente da anni a Roma.

Gallerie presenti: “Ellequadro Documenti” con mostra di Paolo Atchugarry, “Joice & Co” con opere di Guido Castagnoli , “Guidi” e “Araghi” con collettive.

“La scultura di Atchugarry nel suo gusto per l’astratto e la stilizzazione simbolica, ha certamente i caratteri del tempo che l’ha vista affiorare alla luce…tuttavia in essa respirano in maniera nuova i marmi del passato, la scultura classica e la scultura della tradizione europea…” scrive in catalogo Paolo Frasson. In realtà, questo scultore uruguaiano (nato nel 1954 a Montevideo), abituato a misurarsi coi marmi ciclopici di Carrara, guarda certamente a certe soluzioni barocche dove la “piega” e il panneggio hanno grande importanza. Ma la piega barocca in lui si irrigidisce, si appuntisce, perde la morbidità del “soffio” per stendersi, come inamidata, nello spazio installativo. E tende a dirigersi verso l’alto, attraverso ritmi ondosi e cadenzati, sovente risolti nelle asprezze di punte acuminate. Un richiamo, questo, a certe soluzioni surrealiste, mentre la materia del calcare acquisisce aspetti di morbidità tattile dovuta a qualità del modellato.

Un modellato che rende i marmi rosati lucidi e carezzevoli, connotati da aspetti di fisicità carnale in cui i tagli, le pieghe, le sequenze, scandiscono inflessioni armoniche.  Modulazioni, però, tese all’aggressività, a creare aguzzi punti di collisione che tradiscono possibilità d’incombenti minacce o di probabili pericoli…

 

 

 

                                                            Miriam Cristaldi

Corneille