Giancarlo Gelsomino

Come espressione dell'artisticità contemporanea, Giancarlo Gelsomino (vincitore del premio "Satura - Anlaids 2000" indetto dall'associazione culturale Satura) opera multi-medialmente usando differenti linguaggi di cui ciascuno è veicolo di aspetti creativi specifici, interagenti tra loro.

Avviene quindi che simboliche "lunette" o "icone sacrali" scolpite in legno e dipinte nella maniacalità del dettaglio ( quasi una fame onnivora che divora la superficie in una sorta di horror vacui) convivano nell'ampia spazialità dell'ambiente espositivo ("Porticato" del Centro culturale Satura, piazza Stella 1, fino al 10 gennaio) con ampollosi vasi in ceramica (sempre realizzati dall'artista) e con fluide installazioni di forte impatto visivo.

La pittura si contamina quindi con la scultura e la scultura entra a tutto tondo nello spazio assumendo anche connotazioni installative.

La visione postmoderna secondo cui il mondo è spettacolo di acrobazia multicolore composto da figuralità e valori decorativi (espressioni equiparabili alle caratteristiche della tecnologia elettronica) trova qui conferma.

La "dolce conquista" (Renato Barilli) di uno spazio-tempo illimitato dove tutto ciò che avviene si deposita in banca-dati in un eterno presente si materializza in Gelsomino nell'"esplosiva" visione miniaturizzata di paesaggi da sogno con prati, giardini fioriti, torri, atti a dipingere una scintillante favola contemporanea come quella delle fiction televisive, ma con sinistri presagi: l'onnipresente silhouette di  elicottero-aereo (simbolo futurista della velocità), ritagliata nel legno, si trasforma qui in "implosiva" minaccia dagli obliqui presentimenti mentre le immagini scavate nell'ombra, di mani infantili (simbolo dell'innocenza) che non si toccano mai tra loro, sembrano evocare i disagi di un'infanzia negata.

Queste "icone in negativo" scolpite nel vuoto attraverso l'operazione del "togliere" stratificano assenze ai margini di forti presenze, come nel caso delle installazioni.

Nella prima, metaforici uccellini morti, dipinti d'oro e appesi ad una ruota a soffitto, pare richiamino  l'infinito ciclo secondo cui dalla vita nasce la morte e dalla morte la vita; nell'altra, da un unico tronco ligneo si dipartono due figure, maschile e femminile, che s' accoppiano in un impossibile amplesso.

Si possono allora percepire le opere di Gelsomino anche come emblematici "messaggi" necessari per la comprensione dell'universo contemporaneo, sofferente nelle crisi di trasformazioni societarie, dilaniato da conflitti etnici e carente di comprensione umana.

E cioè oggi, paradossalmente, proprio quando la comunicazione è sviluppata a livelli interplanetari la solitudine nella persona si fa più forte che mai.