La fotografia si basa sul procedimento fisico-chimico capace di registrare le immagini proiettate su materiale sensibile alla luce; la luce è quindi fondamentale protagonista di tale operazione. Ma oggi è anche protagonista indiscussa sia dello scenario tecnologico della civiltà elettronica che del panorama artistico visivo.

Infatti, più che mai ora assistiamo a edizioni di Documenta Kassel, a biennali veneziane e  alle fiere internazionali d'arte dove la fotografia e il linguaggio luminoso del video ne sono i principali referenti.

Stella Lombardo e Cristina Piccardo, con la mostra a quattro mani "Davanti il mare, dietro la città " (Centro culturale Satura, piazza Stella 8, fino al 8 novembre) si sono, con ragione,  appropriate del linguaggio fotografico costruendo immagini scolpite nella luce attraverso sedimentazioni d'ombra.  Anzi, entrambi le fotografe d'arte cercano di eliminare i passaggi chiaroscurali e cioè le gradazioni dei grigi, per sparare  immagini forti, cariche di tensione e di incisive "presenze", in grado di generare inquietanti chiasmi formali in cui i bianchi accecanti disputano coi neri-velluto.

Stella Lombardo se accentua i contrasti di luce-ombra coi raggi infrarossi per ottenere effetti di sgranatura  dell'immagine, al contempo dirige la sua attenzione verso la figura umana, in questo caso alla compagnia genovese della CULM che da generazioni lavora in porto: i dettagli delle merci che caricano i camalli  forniscono anche delucidazioni sulla loro provenienza-destinazione mentre gli attrezzi di lavoro denunciano un cambiamento epocale del lavoro stesso; non più basato sulla fatica fisica, bensì sulla tecnologia delle macchine.

Con lo stesso soggetto, ma rivolta alle costruzioni architettonico-impiantistiche del porto, Cristina Piccardo mette a fuoco gli elementi compositivi (orizzontali, verticali , oblique) attraverso dinamiche fughe prospettiche o intricati giochi lineari così da tessere una griglia strutturale affinché forme luminescenti , quasi auratiche, possano stagliarsi, incisive, nell'oscurità spaziale.

Sempre al Centro Culturale Satura si è contemporaneamente inaugurata la personale del pittore ligure Guido Morelli in cui leggere e delicate immagini floreali, o silenziosi paesaggi dai toni sommessi, vengono assorbiti da una luce diffusa, capace di rievocare certe modulate e vibratili atmosfere morandiane. Una pittura, questa, dalle cromie morbide, dolci, brumose, ora asciutte ora più dense, evocatrici di una dimensione spirituale, di armonie interiori e che, spiega Eleonora Belli, "...rappresenta l'idea, l'essenza d'un pensiero, di uno stato o di un dialogo che agita il cuore...".

                                                            Miriam Cristaldi