vetro
rappresenta l'elemento incorporeo della corporeità: il suo fascino innegabile
attrae lo spettatore che vede nella trasparenza, nella rifrazione e nella
luminosità del materiale la possibilità di andare oltre , di immaginare
misteriose energie del mondo minerale che
interagiscono con la nostra appercezione. Il capolavoro di Marcel Duchamp come
ben ricordiamo è "Il grande vetro", un'opera pensata tutta la vita e
che si fonda anche su segreti alchemici.
Con
questo simbolico materiale, 36 artisti conosciuti nel panorama nazionale,
ed alcuni internazionale, hanno realizzato a Savona (studio Casarini) le opere
per la mostra "Trasparenze" che si è inaugurata nei giorni scorsi a
Palazzo Ducale (fino al 3O aprile) curata
da Claudio Cerritelli e Anty Pansera.
I
lavori sono accompagnati da un'antologia poetica con testi , tra gli altri, di
Mario Luzi , Edoardo Sanguineti e Andrea Zanzotto.
Il
valore della trasparenza è la condizione imprescindibile di questa mostra ,
"costitutiva delle possibilità d'invenzione degli artisti, che ne
esplorano tutti i livelli di visibilità portando il linguaggio della pittura e
della scultura ad esaltarne le risonanze e gli equilibri".
Se
l'esperienza del vetro è antica (ricordiamo i mosaici bizantini e le vetrate
gotiche ) è spesso presente nell'arte contemporanea come integrazione di altri
linguaggi (vedi, ad esempio, Matisse,
Klee e Chagall).
Molti
artisti invitati non hanno particolare dimestichezza con tale
materia: tuttavia sono riusciti a trasferirvi il loro linguaggio mantenendo una
stretta correlazione col proprio lavoro.
Tra
i rinomati Lucio Del Pezzo, Piero Dorazio, Ansgar Elde, Giosetta Fioroni e Luigi
Veronesi, spiccano i lavori di quelli che hanno saputo operare col vetro
sfruttandone le intrinseche qualità, non badando solo agli effetti pittorici ma
anche alla sua struttura .
Tra
costoro Carlos Carlé suggerisce
differenti spazialità nello spessore opacizzato del materiale; Enzo L'Acqua
configura misteriose impronte metamorfiche; Mino Mustica indica una pseudo
frattura da proiettile; Pietro Perrone traccia nervature
immaginarie; Renza Sciutto essenzializza nella pura trasparenza il
"villaggio globale"; Anna
Valla crea spermatozoiche gocce-vibratili, e tanti altri che per ragioni di
spazio non è possibile qui citare.
Miriam Cristaldi