Tenacia e fiuto, brillanti caratteristiche di Rosa Leonardi

 

 

E’ mancata Rosa Leonardi all’età di 73 anni: punto fermo di riferimento per la ricerca artistica contemporanea.

La tenacia e il “fiuto” sono le caratteristiche che hanno guidato Rosa Leonardi - gallerista di grande talento e forte impegno – a districarsi nella complessa avventura dell’arte.

Un’avventura, la sua, iniziata nel ’63 con Edoardo Manzoni  alla galleria “La Polena”con ricerche astrattiste d’avanguardia (Max Bill con la scuola della Bauhaus e i Deluney), cinetiche (Mari, Colombo, Vasarely) e spazialiste (col gruppo di Fontana). In seguito movendosi sempre più verso l’astratto geometrico  con italiani di punta come Magnelli, Castellani, Reggiani.

A causa di differenti punti di vista, si rompe il sodalizio con Manzoni e Rosa, nella prima metà degli anni ’70, si apre a nuove esperienze artistiche fidandosi della sua grande sensibilità e del suo intuito per l’arte contemporanea. In particolare collabora con Ida Gianelli (oggi direttrice del museo torinese di Rivoli) alla galleria genovese Saman Gallery per approdare con Da Pelo (intelligente collaboratore di Celant) alla galleria Locus Solus di via Garibaldi.

Infine nell’85, con un largo giro di boa, apre finalmente la “sua” galleria “Leonardi” di via S. Lorenzo, poi traslocata a Campetto sotto il nome composto di Leonardi-V. Idea, dando qui risalto alla video arte e qualificandosi in generale sui linguaggi della comunicazione.

Ricordiamo in questo senso la sua prima mostra col gruppo Giovanotti Mondani Meccanici e in seguito quelle significative di Maurizio Camerani, Fabrizio Plessi e Silvio Wolf.

Ma il suo “naso” le ha permesso collaborazioni importanti e non sospette (prima del la loro vertiginosa ascesa) come quelle con la svizzera Pipilotti Rist e l’italiano Maurizio Cattelan (presente in tutte le biennali e triennali del mondo). Ha inoltre presentato giovani promesse come (l’allora giovane) Roberto O Costantino, Tommaso Tozzi e i  genovesi Francesco Arena (giovane artista con cui ho lavorato nel ’90 in “Arte come Evocazione”) e Mauro Ghiglione (quest’ultimo da me presentato a Rosa in occasione della mostra nella Torre degli Embriaci).

Nuovi progetti per il futuro? Risponde il figlio Gianfranco Pancrazio: trasformare la galleria in un’associazione (retta da un direttivo composto da artisti e critici) di grande apertura verso i giovani che si muovono nella ricerca (sulla scia di Rosa). Con due attività specifiche: organizzare dibattiti su futuro dell’arte contemporanea e informatizzazione della videoteca già esistente.

Al figlio Gianfranco l’augurio di un’ottima e veloce realizzazione di questi importanti progetti nonostante il difficile clima dell’arte contemporanea

 

                                                            Miriam Cristaldi