Pitto-Scultura rovesciata all'interno"
I
lavori che Stefano Grondona espone al Museattivo Claudio Costa, fino al 3 maggio
(accanto all'esposizione fotografica nel chiostro di S Maria di Castello, fino
al 3 maggio), in concomitanza con
la mostra di Palazzo Ducale "Figure dell'anima" , sono stati
realizzati negli ultimi due anni e fanno parte di un nuovo ciclo intitolato
"Attuali dichiarazioni dell'essere".
Infatti,
per l'artista non è importante creare nuove situazioni, ma organizzare la
narrazione di una realtà in
trasformazione, oggi particolarmente aggressiva e in crisi nei suoi modelli
referenziali.
Per
questo il suo immaginario allude a una pratica della violenza espressa nelle
soluzioni formali di figure appuntite , spesso fornite di artigli,
e nella scelta di personaggi-mostri come Frankenstain o maschere
demoniache, cercando di operare un riscatto al dolore dell'umanità attraverso
tecniche di straniamento.
In
questo senso la freddezza del taglio sostituisce l'enfasi del gesto, una piatta
stesura cromatica evita espressioni
emozionali: si sviluppa così un racconto sollecitato dalle provocazioni
dell'ambiente urbano e dalle elaborazioni fantastiche
che l'artista riesce a sviluppare volgendo lo sguardo al mondo del
cinema, dei videogames , della letteratura, della fotografia e del fumetto.
La
passione per l'abilità artigianale lo porta ad utilizzare fogli di cartone
dipinto entro cui ritaglia immagini che fanno riferimento alla civiltà
contemporanea secondo una concezione scenografica dello spazio.
Grondona
attraverso un linguaggio inusuale ed inconfondibile stratifica, uno sull'altro,
una decina di cartoni secondo un montaggio che può ricordare le celebri
"fette" di legno dello sculture Mario Ceroli ; ma qui il procedimento
è rovesciato.
Le
sagome dipinte e ritagliate di Grondona partono dal fondo ed avanzano verso lo
spettatore creando uno spessore volumetrico entro cui il vuoto dell'intaglio
"scolpisce" all'interno la
figura. In questo caso l'assenza
costruisce la presenza , la profondità è sinonimo di rilievo, le silhouettes
si connotano tridimensionalmente e il cartone dipinto realizza l'idea.
Inoltre
lo spostamento del fruitore attorno
all'opera crea punti di vista
differenti: nasce un movimento di ombre capace di destrutturare l'immagine e
rinnovare stimolanti letture in cui il buio scavato dai vuoti interni diventa
vibratile percezione tattile-visiva.
Miriam Cristaldi