Cecilia Ravera Oneto continua a mostrare gli artigli, la sua pittura non cessa di sfoderare le unghie. L’osservatore viene coinvolto in burrascose ondate cromatiche: i lividi colori - verde vescica,  blu-violastro plumbeo, giallo asprigno, sovente accostati a rossi urlanti - esprimono una velocità d’esecuzione disarmante.  Quasi una pittura realizzata in uno stato di “trance” dove le forme si  organizzano in fiamme dello spirito e giungono alla percezione in luminosi ectoplasmi. E la figura dell’autrice, sovente risolta in giganteschi autoritratti, sembra porsi come possente e vigorosa presenza carica di energia irradiante, quasi essenza stessa che assorbe in un unico vortice gli empiti vitalistici dell’opera. Una sorta di neo-espressionismo, il suo, che, per certe violenze pittoriche, può raggiungere effetti di qualità Fauve.

Violenze che in alcuni casi si alternano a quiete morbidità armoniche: piccole pause covanti acerrime battaglie. Oggi, fino al 27 febbraio, Cecilia Ravera Oneto è in mostra al Centro Culturale Satura (piazza Stella 1) con “Di notte”, una mostra che esalta valori cromatici e gestuali nella semioscurità notturna.

La brava artista calca le scene della pittura già dagli anni ’50. Importanti e notori sono i suoi lavori dei primi anni ’60 dedicati all’ambiente industriale: in particolare alle acciaierie di Cornigliano con descrizioni dettagliate di officine, depositi di carbone, altiforn, ecc.

In un secondo momento, la sua attenzione si concentra realisticamente sulle “sale chirurgiche” d’ospedale, ove analizza lucidamente le apparecchiature e gli spazi di questa realtà medica.

In quegli anni scriveva di lei Giorgio Kaisserlian, :”Quello che ci preme sottolineare è che Cecilia è un’artista in movimento, partecipe di un moto dialettico di rinnovamento del linguaggio figurativo, che è tipico della migliore ricerca di questo dopoguerra”.

In seguito, l’artista supera il dato oggettivo per farsi “fotografa dell’anima”.

Che è oggi la sua più convincente professione.

 

                                                            Miriam Cristaldi