In
occasione del centenario della nascita di Oscar Saccorotti (Roma 1898, Golfo del
Paradiso-Recco 1986) - grande
pittore/poeta della natura (in particolare descriveva paesaggi e animali come
lepri, uccelli, pesci), appassionato cacciatore, aristocratico personaggio di
cui ricordiamo occhi azzurrissimi, capelli
lisci e baffi bianchi, dal carattere affabile e al contempo schivo- sono stati
dedicati al maestro, dal 10 giugno a metà luglio, un seminario
di studi a Palazzo Doria Spinola e una mostra di grafica.
L'esposizione intitolata "Oscar
Saccorotti pittore della famiglia dei poeti e il suo tempo", allestita
nella sede del Museo dell'Accademia Ligustica, è composta da153 fogli incisi
donati dalla moglie Raffaella.
Il
valore dell'operazione fa sì che, anche se a termini scaduti, si ponga
l'attenzione
sulla ligure figura di questo delicato, miniaturale, pittore-incisore che già
nel '26 vediamo attivo nel movimento del "Novecento" per far
parte in seguito, entro un breve periodo, del gruppo di pittori sostenuti da
Gussoni.
Le
riconoscenze al suo lavoro non
tardano a manifestarsi e numerosissimi sono gli inviti alle Biennali di Venezia
(quasi ininterrotti dal '30 al '48), così come alle Quadriennali di Roma.
Il
grande amore per la natura, fonte di rispecchiamento di una personale filosofia
di vita, ha permesso all'artista di
trovare nella pittura, e specialmente nell'incisione, quel linguaggio
costitutivo di trame segniche, ora fitte e condensate in ombrosa materia
tattile, ora rade composte da luminescenti micro-universi, atte ad esprimere
essenze di trasognate campagne, soffi
di piume, ricamate
"barbe" di porri, pungenti
occhiate d'uccellino...
Correda
l'esposizione delle incisioni un
libriccino stampato per le edizioni S. Marco dei Giustiniani in cui è
pubblicato uno scritto di Camillo Sbarbaro dedicato a Saccorotti.
Scrive,
tra l'altro, il poeta: "La verità è che io non so distinguere la tua arte
da te; non riesco a vederla e a discorrerne a sé, talmente essa mi appare
una manifestazione della tua vita..."; Questo è forse il messaggio
più forte che ci giunge sul lavoro dell'artista scomparso : riuscire a vivere
la vita ponendola come umile fonte di creatività,
capace di diventare arte nel momento in cui i simboli della natura si
trasferiscono nei codici linguistici della cultura.
Miriam Cristaldi