Con
la mostra "Progetto di strumento musicale" realizzata allo Spaziodellavolta
negli anni '90, si è creato un gruppo di artisti che in seguito hanno
lavorato sul tema musicale come atto evocativo di strumenti e suoni immaginari,
slegato da funzioni specifiche dello strumento stesso per risolversi più
propriamente nell'ambito dell'arte visiva. Oggi, nello stesso spazio, con
"L'idea del suono" (piazza Cattaneo (26/3, fino a metà giugno) sono
esposte opere che si riferiscono a concetti musicali attraverso immagini in
assoluta libertà.
I
violini di Fernando Andolcetti,
materializzati con carta di spartito musicale, pare
esprimano una delicatissima armonia generata da impercettibile fruscìo
di pagine aperte, armonia sempre presente nel lavoro di questo autore.
I
poetici oggetti-strumento di Sergio
Borrini nel momento in cui richiamano il suono lo rifiutano: se le corde
smollate sono impossibilitate a suonare la fantasia compositiva del lavoro
riesce ad esprimersi come intima , interiore musicalità dell'anima.
Cosimo
Cimino produce un
cortocircuito tra immagine e suo significato: quando il martello vuole produrre
suono pressando del materiale, questo ironicamente non può "suonare"
perché composto da silenziosi elementi cartacei.
Anche
gli strumenti di Piergiorgio Colombara idealizzano
il concetto di suono che nell'opera viene negato: le trombe sono coinvolte in
arabeschi simmetrici e perdono la loro funzionalità diventando eleganti oggetti
"senza ombra di uno squillo".
I
tronchi di cono capovolti di Mauro
Ghiglione evocanti strumenti a fiato traducono la
musicalità intrinseca nella virtualità di forme primarie come il
cerchio e la croce, capaci di suscitare arcaiche simbologie cosmiche.
Vittoria
Gualco, con aeree e
trasparenti forme in plexiglas, vetro e cristallo riesce a suggerire il concetto
di una melodia dello spirito dove la materia si trasforma in algida luce.
Con
Mauro Manfredi tubi in plastica
trasparente, a guisa di sonde, sembrano indagare nell'interiorità dell'essere
facendo risuonare le "parole" racchiuse in essi.
Nadia
Nava attraverso disegni
iperrealisti descrive immagini di spartito sfogliate da mani di persona
nell'atto di leggere: una misteriosa armonia sembra sciogliersi dalle pagine e
invadere lo spazio.
Fori
di chitarra dipinti a spruzzo da Riri
Negri evocano questo strumento nel rigore del bianco e del nero:
pittoricismo ricco di vibrazioni e fasci di luce astrali.
Berty
Skuber attraverso navette in
legno di telai a mano riesce a codificare nuovi oggetti-strumento capaci di
effondere magici suoni attraverso la presenza di efficienti corde musicali.
Miriam Cristaldi