Due fascicoli dei Quaderni di Biolda stampati dal semestrale "Pagine d'Arte", rispettivamente dedicati a Mario Chianese e Raimondo Sirotti con testi critici di Guido Giubbini e Sandra Solimano, sono stati presentati dall'assessore Ruggero Pierantoni a Villa Croce (fino al 7 gennaio) in concerto con l'esposizione di opere incisorie (del primo) e pastelli su carta (del secondo), riportati in stampa.

Le opere dei due artisti, messe a confronto nel luminoso spazio museale, ricevono osmotiche spinte e controspinte che risaltano e accentuano le rispettive differenze.

Al primo impatto balza agli occhi la brumosa atmosfera che avvolge i silenziosi paesaggi di Chianese in netto contrasto con la solare spazialità di Sirotti scossa da automatismi segnici.

Proprio in questo senso, Mario Chianese si distingue per il suo vibratile pulviscolo atmosferico composto da milioni di granelli invisibili che danno corpo all'aria, alle profondità celesti e terrestri avvolgendo e strutturando le tradizionali forme della natura.
Emblematica è l'incisione "Casa nella neve", del'62, in cui la poetica immagine di una minuscola casa affonda nel biancore silenzioso d'un volteggiante nevischio di puntini.

Se la natura è per l'artista il referente oggettuale di carattere empirico, la struttura iconografica si rifà invece ad atteggiamenti intellettuali.

Si attiva infatti una riflessione mentale sulla complessa coabitazione di svariati punti prospettici e sull'inserimento di fotogrammi composti da oggettualità ingrandite che interrompono la narrazione  a favore d'una lettura multipla capace di arricchire il senso dell'opera.

Raimondo Sirotti attraverso i luminosi pastelli realizza l'incanto e la fisicità d'una natura mobile, stratificata da energetiche trame segniche.

Le sue precedenti esperienze informali, coniugate con l'espressionismo astratto americano, sono qui fuse nel linguaggio ligustico tipico dell'artista in cui grovigli gestuali evocano grappoli di glicini, liquidità marine, addensamenti aerei, granitiche scogliere, frondose vegetazioni...

In "Roccia", del '78, una candida materia calcarea, appena abbozzata su fondo azzurro-acquarello, viene trattenuta (sulla sinistra) da incisivi e taglienti segni grafici: una sorta di colonna d'Ercole da cui, in basso, si dipartono filamentose scie che attraversano diagonalmente il campo pittorico; quasi una cascata che rimbalza verso l'alto trainando il dato naturalistico in una dimensione più dichiaratamente psichica.

                                                            Miriam Cristaldi

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