Giuseppe Parodi

 

Presso la sala Franzoniana è stato presentato il libro “Monsignor Giovanni Dellepiane, un insigne genovese nella diplomazia pontificia” (ed. De Ferrari) scritto da Giuseppe Parodi, esperto di storia ecclesiastica.

Elogiativo è stato il commento del prof. Giovanni Battista Varnier che ha  brevemente tratteggiato  il profilo di questo Monsignore e spiegato il suo prezioso operato a Smirne (Turchia).

Sono inoltre intervenuti Monsignor Giovanni Cicali, Monsignor Guido Merani della comunità parrocchiale di Bavari e Vitaliano Nocchiero che ha espresso ricordi personali.

Con vivacità di stile e scrupolosità scientifica, basate su testimonianze e ricerche biografiche, l’autore descrive le vicissitudini di Monsignor Dellepiane (Bavari 1889, Vienna 1961), cittadino di Bavari, che domenica prossima (25 novembre) darà il nome al piazzale antistante il santuario del  paese situato nell’entroterra ligure.

Questo, alla luce delle manifestazioni commemorative promosse a Bavari per il 40° anniversario della morte del prelato, illustre esponente dell’episcopato italiano del XX° secolo.

Figlio di contadini, il giovane seminarista Giovanni Dellepiane non avrebbe mai pensato che avrebbe dovuto (molto presto) lasciare la sua terra per avventurarsi all’estero, precisamente tra Smirne, Africa e Vienna, e che a 72 anni avrebbe rischiato di diventare cardinale: una carica preannunciatagli dall’amico papa Giovanni 23° , ma che gli giunse troppo tardi, quando si trovava ormai in punto di morte.

Un personaggio indubbiamente coraggioso, Monsignor Delleoiane, che, prescelto nel ’21 con la nomina di segretario dell’arcivescovo di Smirne, fu mandato laggiù per diventare il  suo principale collaboratore finché, nel ’29, fu promosso arcivescovo e inviato come Delegato Apostolico in Congo Belga e nel Ruanda Urundi.

Qui vi rimase per vent’anni operando attivamente nelle missioni senza risparmio alcuno.

Nel ’49 fu inviato a Vienna per riallacciare i rapporti tra Austria e Vaticano (interrotti dall’occupazione nazista) e in quell’occasione si distinse per la sua affabilità di carattere e per l’entusiasmo espresso col lavoro apostolico.

Colpito da un male incurabile, nel ’61 morì “sul campo”, in piena attività lavorativa, lontano da casa.

Particolarmente ricca la parte iconografica del libro, illustrato con foto provenienti per la maggior parte dall’archivio di casa Delle piane.

 

                                                            Miriam Cristaldi