Sotto
il periodo delle feste natalizie in quasi tutti gli spazi d'arte i curatori
espongono opere di artisti con cui hanno lavorato continuativamente nel tempo
dando corpo a orientamenti specifici.
Nel
caso dell'associazione culturale Satura - in piazza Stella 5, fino a tutto
gennaio - si è inaugurata la terza
rassegna d'arte contemporanea "SATURARTE", a cura di Mario Pepe,
composta da un centinaio di giovani e meno giovani artisti che operano nei vari
linguaggi della pittura, scultura, fotografia, installazione, video ecc.
Questo
spazio culturale, fondato appena tre anni fa da Mario Napoli, si
è dimostrato attento e vivace punto attenzionale della città ospitando
inizialmente istanze nazionali della "Poesia visiva" come Accame e
Miccini, dando in seguito voce anche a chi istituzionalmente non ne ha, ma
persegue obiettivi di tutto rispetto.
Tra
le opere dei liguri si evidenziano le scritte concettuali di Lorenzo
Biggi che privilegia i processi dematerializzati del pensiero; le armoniose
sculture di Elena Cavallo,
strutturate da lamine metalliche e
rivestite di vivacissimi colori plastificati; le lucenti lamiere governate da
abili geometrie della scultrice Liliana
Contemorra; le simboliche e
metamorfiche icone di Walter di Giusto,
capaci di solidificarsi in pietra così come la pietra s'ammorbidisce in
sembianze umane; le istintive e non casuali figure di Luigi
Grande, rese da gesti violenti e sospinte da forze opposte nel tempo e nello
spazio; i corpi femminili dipinti da Bruno
Liberti oscillanti tra la mimesi di un linguaggio arcaico e la trasparenza
delle immagini tecnologiche; l'irrazionale
e pesante sonno in cui è caduto il piccolo angelo avvolto da candide trine,
installato da Susanna Lunini e la
visione elettronica di
immagini-video realizzata da Mauro
Marcenaro, assiduo navigatore del Villaggio Globale; la violenza sociale
espressa da frammenti di icone mediali interagenti con lembi di pittura, attuate
da Mario Napoli con la tecnica del
collage, ed infine, di Lucrezia Salerno,
l'installazione di un nido "abitato" da una testina in terracotta
protetta da un coperchio in vimini: pare simboleggiare l'antico desiderio del
"volo", oggi fortemente compresso dagli artifici soft delle realtà
virtuali.