Con
la mostra "Genetica di un'immagine" a cura di Margherita Levo
Rosenberg, presentata al Museattivo
Claudio Costa e organizzata dall'Istituto delle Materie e Forme Inconsapevoli,
l'artista Riri Negri ripropone,
dopo vent'anni, un grande dipinto
(metri 5 x 2) che aveva realizzato nell''88 per gli spazi ospedalieri di Quarto.
Si
tratta di un' unica , imponente immagine in bianco e nero i cui confini sembrano
infiniti: pare cogliervi l'universo cosmico composto da galassie, scie luminose,
corpi celesti, strutture gassose, voragini spiraliformi; un ambiente concreto ma
al contempo una realtà intangibile, una sorta di geografia della mente capace
di plasmare un mondo personale, non ancora esplorato, dove immagini simulate
forniscono energia , spazio per crescere, catarsi per la liberazione totale.
Nell'iperrealtà
nasce l'immaginazione che richiede la cosa vera e per ottenerla bisogna
fabbricare il falso assoluto: in questo senso Riri Negri dialoga col falso . Il
suo lavoro, dipinto a spruzzo con la vernice nera al nitro, è la simulazione
perfetta di una resa fotografica (in bianco e nero) di un probabile cosmo. Un
linguaggio, questo, attuato in sottrazione: l'intensità dello sfumato
si
ottiene cancellando, con gomma abrasiva, le zone scure degradando
successivamente dall'ombra alla luce.
Umberto
Eco ha scritto"L'irrealtà assoluta è offerta come una "presenza
vera.": in questo caso l'artista simula
la tecnica fotografica accentuando gli effetti del medium
facendo interagire la luce con
l'ombra, proprio come avviene sulla lastra fotografica quando rimane
impressionata.
Risulta
così un tentativo di fedele realismo nel full-
immersion della fantasia.
Nasce
un immaginario denso di pittoricismo che permette l'estrinsecarsi di profonde
emozioni e di gesti liberatori, nei ritmi vertiginosi di una corsa in orbita.
E
i corpi celesti della Negri si
nutrono di sensorialità ; gli spazi attraversati da lame di luce acquistano
diffuse attrazioni polari mentre il realismo supremo dell'iconografia germina
mondi virtuali nella complessità
del villaggio globale.
Miriam Cristaldi