"Il
crudo e il cotto" di Claudio Costa
Riferendosi alla figura biblica di Adamo gli antichi scritti medievali lo
descrivono come creazione generata dal limus
, termine traducibile con la parola ARGILLA.
Ildegarda
di Bingen afferma che la terra composta dall'unione di argilla con acqua sarebbe
stata "cotta"" col
fuoco dell'anima dando così origine a "carne
" e "sangue ".
Nelle
mitologie sulla creazione del mondo, la terra argillosa è la materia canonica
con cui la divinità crea l'uomo: per esempio nell'antico Egitto essa è la
materia usata dal dio Khnum (dalla testa di Ariete) per dare origine all'umanità;
nel poema epico-babilonese, noto con il nome di Epopea di Gilgamesh, la dea
Aruru forma il suo primo uomo con
la tecnica dei vasai dell'età neolitica; l'Antico Testamento descrive la
nascita dell'uomo attraverso il "fango" su cui la divinità soffia lo
"spirito".
L'argilla
cotta è l'antica materia con cui sono stati fabbricati i laterizi per la
costruzione di antiche civiltà attraverso i mattoni, le tegole, i coppi, le
mattonelle ecc...
L'argilla
dapprima viene impastata con acqua, in seguito modellata a mano cui segue
prontamente la fase dell'essiccamento per giungere infine alla cottura nel
forno, a mille gradi circa.
Ma
anche l'aspetto artistico-creativo insieme a quello di uso domestico passano
attraverso il cotto: gli antichi vasi cinerari (etruschi) ed ancora le
giare(greche e romane), le otri, le
coppe, le anfore, le cornucopie, i piatti, gli idoli, le veneri steatopige,
le maschere, sono tutti manufatti nati dall'argilla composta da silicati
di alluminio.
L'argilla costituisce infatti la materia prima con cui si fabbricano i materiali
ceramici che, a seconda della lavorazione, si suddividono in prodotti a pasta
porosa (terrecotte, laterizi, terraglie o faenze) e prodotti a pasta compatta
(porcellane, terraglie forti e gres).
Sulla
scena dell'arte moltissimi artisti si sono cimentati con la ceramica (valgano
per tutti nel recente passato i nomi di Leoncillo o di Fontana e per il presente
Luigi Mainolfi, Nanni Valentini o Giuseppe Spagnulo) : fin dall'antichità, e
cioè dalla preistoria ad oggi, questo materiale cotto nel fuoco da sempre
affascina l'uomo che lo modella con partecipata emozione recuperando un
privilegiato e diretto rapporto col simbolico ed archetipale
"grembo"
(madre terra) dell'umanità;
Nel
contesto di questo convegno la mia relazione vuole essere una testimonianza del
lavoro di Claudio Costa, artista genovese recentemente scomparso (Tirana 1942 -
Genova '95), di fama nazionale e internazionale, di cui sono stata compagna di
vita e di lavoro dall'86 al '95, che si è da sempre misurato con tale tecnica
espressiva.
Fin
da piccolo, a Monleone (paesino dell'entroterra chiavarese), raccoglie a piene
mani l'argilla umida (la materia prima delle ceramiche), questo tesoro della
terra che abbonda nella cavità di un pozzo e con il prezioso reperto costruisce
animali fantastici che lascia essiccare al sole, come draghi paurosi, docili
serpenti, virtuosi cavalli, raccolti da un'immaginazione fertile e
sovrabbondante...
In
seguito, da artista, usa l'argilla "cruda" come mota
alluvionale che accarezza e
silenziosamente avvolge gli oggetti componenti le sue opere, privilegiando
inoltre per i suoi lavori le tonalità tipiche delle ocre, delle terre e dei
marroni.
Così,
attrezzi contadini in disuso, oggetti industriali e reperti archeologici
(sovente ricostruiti), vengono omologati dal fango alluvionale per acquisire lo status
di segni-significanti di un ipotetico ed universale diluvio
, originario di una nuova, possibile, visione del mondo.
Perché
è fondamentale per Claudio rovesciare l'ordine prestabilito delle cose affinché
possa generarsi l'avvento di nuovi ordini , di condizioni altre più consone al
tempo presente, ma allo stesso tempo pregne del passato da consegnare al
futuro...
D'altra
parte la terra rappresenta
il primo degli elementi con cui l'artista ha improntato la sua opera, quale
simbolica adesione alla semplicità di una visione alchemica del mondo, basata
su quattro elementi aristotelici quali terra,
acqua, aria e fuoco.
Una
visione del mondo che sa unire il materiale con lo spirituale, il terrestre con
il celeste, il flusso delle idee con il flusso inarrestabile delle immagini
simboliche (cioè quando il significante va oltre il suo aspetto esteriore). Un
mondo immaginifico con categorie di pensiero intuitive che oggi convivono con
strutture di intelligenze artificiali, proprie della tecnologia avanzata.
Categorie
e strutture in grado di fornire una maggior ricchezza linguistica se attivate da
una reciproca e scambievole interazione.
Anche
Costa, nell'ultimo periodo, ha prodotto una contaminazione tra immagini digitali
riferibili al cyberspace del computer con immagini creative d'invenzione
realizzate con oggettualità di natura varia.
Una
paradigmatica performance, realizzata con l'argilla cruda
nell'estate del '94 nella piazza centrale di Sarzana, è quella
intitolata "Arcimboldo evocato" (esiste il video).
Arcimboldo
è un pittore di epoca rinascimentale che dipinge la figura umana in maniera
anti-logica: i suoi noti personaggi sono interamente ricostruiti con elementi
della natura come tronchi d'albero, rami, foglie, frutti e ortaggi.
Cioè
l'uomo in questi dipinti acquisisce le sembianze della Natura.
Questo
è un pò anche l'intento di Costa ("pulvis es et in pulverem reverteris")
che, per l'occasione, si trasforma in statua di terra-vivente
(argilla "cruda").
L'artista
immobile, seduto su di una sedia davanti a un folto pubblico, attende che tre
vestali lo trasformino in un "corpo di terra".
In
un angolo è sistemata una tinozza colma di argilla sommersa d'acqua, poi vi
sono falci, forconi, rastrelli, ossa, legni, canne, ecc.
Le
officianti si avvicinano a Costa ed iniziano a legare attorno alle sue membra
oggetti contadini e arbusti secondo la significativa immagine dell'innesto
(metafora del vincolante rapporto tra natura e cultura). Poi, con gesti
misurati, rivestono interamente il suo corpo di argilla
lasciando liberi soltanto il taglio degli occhi, attente a bagnare
costantemente la terra poiché potrebbe seccare e quindi staccarsi finché,
interamente ricoperto, l'artista si erge ritto su di una pedana nello sfondo
d'un cielo blu-crepuscolare (è quasi buio) rimanendovi immobile come una
statua.
Poi
succede un fatto incredibile: i piccioni della piazza si alzano in volo e si
posano sulle sue spalle, sui piedi, sulle braccia, proprio come un autentico
cippo scultoreo...
Claudio
Costa, nell'ex ospedale psichiatrico di Genova-Quarto - dove ha fondato l'Istituto
delle Materie e Forme Inconsapevoli e dove
ha dedicato molto del suo tempo a degenti psichiatrici insegnando loro l'artisticità
e sovente mostrando loro le tecniche di realizzazione delle sue opere - ha
spiegato ad alcuni pazienti, tra le altre cose, e in particolare a Davide
Raggio, come si modella la ceramica.
Un
lavoro creativo e paziente che, insieme, mostravamo a Davide incidendo nella
terra umida e malleabile pungenti occhi di animali, filari di denti umani,
sottili scaglie di pelle di drago, fluenti chiome di personaggi mitologici o
panciute veneri steatopige, a seconda dei temi che realizzavamo per il lavoro di
Claudio.
Davide
guardava poi correva subito nel suo "laboratorio" e qui creava
infinite statuine di "terra" che poi cuocevamo a temperature elevate
in un piccolo ma provvidenziale forno regalato dall'artista Serena Olivari.
Diversi
sono i lavori eseguiti dai degenti che in seguito approfondivano tale tecnica
nel corso specifico tenuto dall'arteterapeuta Luciana Trotta.
Molti
di queste opere sono oggi esposti al Museattivo
Claudio Costa, nello spazio del Presidio sociosanitario dell'ex o. p. di
Quarto.
Venivano
eseguiti piatti floreali, posacenere di tutte le fogge, omini panciuti,
cavallini da giostra, strane maschere apotropaiche e corpi femminili
essenzializzati, sotto l'abile guida di Luciana.
Soprattutto
creavano vivacità e allegria le smaglianti cromìe che rivestivano le forme.
A
proposito dell'insegnamento delle attività artistiche ha detto Claudio: <Il
mio metodo di insegnamento si discosta dal sistema arteterapeutico canonico, per
basarsi invece su metodi personali legati alla mia professione di artista, per
risvegliare nel paziente la sua parte creativa e nascosta... il problema è
quello di fornire un nuovo "tono", una diversa "lunghezza
d'onda" ai degenti ricostruendone la carica empatica e, attraverso
un'ermeneutica del "cuore a cuore", ricondurli a quella spontaneità
cosciente, propria della sanità negli esseri umani...>.
Infatti
<... quello che a lui preme è il rapporto interpersonale coi pazienti: un
rapporto dove l'uno si lascia un pò contaminare dall'altro, ascoltandosi a
vicenda con la tecnica del "cuore a cuore", simile al "bocca a
bocca" d'una respirazione salvatrice>("Claudio Costa attraverso i
quattro elementi", Miriam Cristaldi, ed. Parise, Verona 2OOO).
Miriam
Cristaldi