Spazio per l'evocazione

 

Evocare, da ex-vocare = "chiamare da...", significa ri-vivere, ri-chiamare in vita esperienze passate in contesti diversi,  arricchite di potenzialità espressive nuove.

Questo ulteriore spazio dovrà essere "abitato" dalle opere di artisti contemporanei (circa tre per ciascuno) quali Jean Dubuffet, Vincent Van Gogh, Wassilli Kandinsky, Paul Klee e Antonio Ligabue affinché permettano di evocare, e quindi ri-chiamare in vita l'esperienza estetica degli artisti scomparsi in un rinnovato e creativo contesto di attualità.

La scelta di questi "grandi" è stata operata in base ai rapporti che tali personalità hanno allacciato con il disagio psichico, sia come esperienza del proprio vissuto che come materia di studio per la prassi processuale della loro ricerca, o col disegno infantile come espressione inconsapevole e  incolta da cui trarre una possibile verginità d'immagine.

I lavori esposti possono essere percepiti anche come richiami culturali capaci di fornire arricchimenti per la comprensione del Museattivo Claudio Costa.

"... Miracolo dell'evanescenza impressa, assestarsi dell'ombra nel dominio della luce... eccesso di visione,  moltiplicazione della luce... tocca il punto di dissoluzione mentre il mondo scompare..." così scrive Marco Goldin sulla pittura di Raimondo Sirotti che  di recente ha inaugurato alla galleria Rotta con la mostra "La luce dello spirito".

Proprio la luce è eletta protagonista assoluta del linguaggio poetico dell'artista: una luce che sprofonda negli abissi dell'oscurità, squarcia cieli tempestosi, insanguina acque stagnanti, illumina fronde fradice, rarefà atmosfere calcinate,  liquefa pietre calcaree.

La sua pittura si condensa in vorticosi gesti che concorrono alla definizione di un' immagine quale frutto di un rapporto con la natura: un rapporto diretto, "en plein air ", testimoniato da veloci schizzi eseguiti sul posto per realizzare in un secondo tempo, nel raccoglimento dello studio, grandi quadri filtrati dal ricordo della memoria.

Sovente l'emozione del gesto pittorico supera l'evento emozionale scaturito dal diretto contatto con l'ambiente.

 E allora si sprigionano forze ossimoriche: la bellezza apollinea dei grappoli di glicine, di magnolie in fiore, di sfavillanti cieli perlacei, si sposa con la visceralità dionisiaca di una natura tormentata dai venti, quasi imbevuta da spirito dissolutore.

In questo senso pacate campiture con preziose e raffinate tonalità interagiscono con effetti brillanti e pungenti di verdi cromie, rese con gestualità incisive e scomposte cosicché romantici esiti impressionistici si fondono con ruvide gestualità espressionistiche.

Sempre meno l'artista sembra preoccuparsi di riprodurre sulla tela la realtà del paesaggio mentre ora, seguendo in modo più cosciente la dinamica del pensiero, secondo urgenze di energie interiori, l'attenzione si concentra più sulla resa di profondità spaziali mediante connotazioni segniche di forte impatto visivo capaci di azionare svariati campi di linee direzionali.

Ne è un esempio l'opera "Chiaro di luna: nubi marine" in cui è visibile anche il rovesciamento degli elementi: il cielo di qualità aerea è reso plumbeo e pesante come pietra mentre la liquidità marina è un vibratile gioco tra bagliori sussultori e oscurità eteree; lame di luce suggeriscono infinite profondità astrali mentre splendori lunari sfondano la materia e si fanno luce dell'anima.

La lezione dell'Informale Naturalistico degli anni '5O si sposa con quella dell' Espressionismo Astratto americano di quegli anni e Raimondo Sirotti ne fa tesoro anche se la pittura di questo artista genovese (nato a Bogliasco nel '34 , oggi direttore dell'accademia Ligustica di belle Arti) guarda a tutta la storia della pittura, compresa quella inglese di Turner e Constable.

E' Raimondo, un pittore capace di "... credere ancora che riempire i colori della tela sia l'unico atto che ci salverà... e  sa dipingere una luce che non è più solo della Liguria, e forse, non lo è mai stata...".

 

                                                            Miriam Cristaldi