"Contaminazione"
è il titolo della mostra, allestita da una trentina di giovani artisti genovesi
in collaborazione con l'assessorato alla Cultura, giunta alla terza edizione :
la prima realizzata tre anni fa nello spazio polivalente Buranello di
Sampierdarena, la seconda lo scorso anno alla Commenda di Pré e l'attuale nella
Loggia della Mercanzia di piazza Banchi (dal 3 al 18 settembre).
"Contaminazione"
appare sempre più uno spaccato del
vissuto artistico contemporaneo: abolite le ideologie e scomparse le mode o
stilizzazioni specifiche, oggi gli artisti si muovono liberamente nelle
differenze linguistiche, svincolati da riferimenti culturali forti per lasciare
spazio ad una incontrollata creatività Alcune volte evocando con disinvoltura i
maestri del passato senza essere volutamente citazionisti e al contempo
mantenendo le distanze dalla
radicalità delle neo-avanguardie.
Questi
artisti indipendenti (senza guide critiche) ed auto-gestiti di
"Contaminazione" dimostrano di essere esenti da una fredda
determinazione operativa che caratterizzava le generazioni precedenti.
Sembrano
invece accomunati da uno spirito di aggregazione visibile sia nel dialogo
interattivo nascente tra le varie opere esposte che, in qualche caso, nella
spontanea formazione di gruppo muovendosi nella molteplicità delle tecniche
d'uso (grafica, fotografia, pittura, scultura, video ecc.).
Gli
evidenti riferimenti a Brancusi, Man Ray,Warhol, Tinguely, Tilson, Koons, Rainer,
Claudio Costa riscontrabili in
alcuni lavori si ammortizzano nella scioltezza di un linguaggio scorrevole nato
per essere valido oggi, anche se l'impegno e la varietà delle proposte
dimostrano un'insolita vivacità intellettiva (nello stagno della scena
artistica attuale), non disgiunta in alcuni casi da una spiccata personalità
dell'autore.
Come
nel caso di Alessandro Lupi dove le forme nascono dalla virtualità della
materia nello spazio: un filo forte rosso illuminato dalla luce di Wood crea la
"materia" del corpo . Sergio
Muratore acutamente fissa l'attenzione sull'oggetto- topos dell'infanzia capace
di assumere inquietanti aspetti di carattere feticista-maniacale nella sfera
adulta.
Barbara
Barbantini si fa interprete del disagio giovanile laddove la sofferenza si
stigmatizza in una sorta di auto punizione. Claudio Raviolo indaga su nuovi
aspetti drammatici della pittura e ancora ricordiamo tra gli altri Enrico Olia, Paolo
Salomone, Oscar Colombo, Franca Zarcone
e
Germozero Group.