Davide Mansueto Raggio

 

Mercoledì 22 maggio si è spento Davide Raggio, lungodegente e genius loci dell’ex ospedale psichiatrico di Genova-Quarto, a causa di complicazioni al cuore.

Sicuramente ora è abbracciato all’artista-terapeuta Claudio Costa (scomparso nel ’95 e fondatore dell’Istituto delle Materie e Forme Inconsapevoli e del Museo omonimo) del quale ha molto sofferto la mancanza (non ha quasi più lavorato dopo la sua dipartita) e da cui aveva appreso, con una terapia del “cuore a cuore”, il metodo di lavoro.

Raggio, artista “autsider”, figlio di contadini (nato a Celesia S. Colombano-Ge nel ’26), è stato prigioniero di guerra. Questa esperienza lo ha segnato moltissimo e gli ha scatenato i primi disturbi psichici. In seguito, ricoverato a Quarto, ha iniziato a dipingere e a collezionare oggetti del luogo (arbusti con cui intrecciare cestini e nocciole per infilare collane).

Ma il suo vero risveglio artistico-creativo è avvenuto nell’85 con l’incontro di Claudio Costa esprimendosi, in seguito, con grandi quadri a pastello, grandi installazioni dando avvio alla serie delle “Furie” (radici d’albero cui donava occhi, bocche e orecchi per dare vita a personaggi originali).

Sono anche importanti  le serie dei “Pinocchi”: piccoli e grandi personaggi realizzati con canne di bambù, radici, nocciole, tenuti in piedi da una molla di ferro che permetteva un leggero dondolio.

Quando Davide passava loro vicino li muoveva dolcemente, cullandoli come farebbe un padre con le proprie creature. E ad essi “parlava” e al contempo ne ascoltava l’intima “voce” in assorto silenzio.

Il direttore di allora, Antonio Slavich, aveva donato a Raggio un piccolo studio che egli aveva trasformato in intricatissima “jungla” riempiendolo fino all’inverosimile di sterpaglie, canne, arbusti, foglie di palma, semi, pigne, pietre…tutti oggetti trovati nel parco dell’ex o.p.

Particolarmente felice il lavoro “La bella e la bestia”, composto dal corpo di una bambola dai capelli turchini che si avvinghia al ramo d’albero a forma di “muso” di volpe.

Un'altra sua tecnica era quella di strappare l’ultimo strato di carta che compone i cartoni da imballo. Questo strappo generava “cirri” di carta arrotolata proprio in concomitanza di mani, piedi, volti di severi personaggi-guerrieri, forniti di bocche digrignanti.

Lavori di Davide sono presenti nei più grandi musei di Art Brut (o arte psicopatologica, autsider o arte irregolare) come quello di Losanna. Ma ha anche partecipato a mostre pubbliche come “Figure dell’anima” a Genova, Palazzo Ducale (’98). E’ stato inoltre invitato a mostre cittadine come quella allestita al Centro d’arte La Maddalena (’93), o alla libreria “Il Sileno”(’90), di galleria Mazzini.

Suoi lavori sono stati pubblicati in numerose riviste come ad esempio “Art Naive” , diretta da Dino Menozzi e Giambattista Voltolini, entrambi suoi estimatori e di cui hanno ampiamente divulgato il  lavoro.

Un operare, quello di Raggio, che attende una seria revisione critica e che sa descrivere un mondo magico , antropomorfo, ricco di arcaiche e simboliche suggestioni, dimostrando “come l’arte possa fare da nobile compagna  a che è privo di ogni bene spirituale della vita”.

Ciao Davide.